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Governo, Ricciardi (M5s): “Leghisti attaccati alle poltrone”

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La senatrice sannita del M5s, Sabrina Ricciardi, interviene su Facebook per analizzare la crisi alla vigilia di una settimana cruciale per il Governo. Una riflessione nella quale attacca anche i leghisti accusandoli di essere “attaccati alle poltrone e mancando di rispetto agli italiani”.

Questo il testo: “Martedì inizia una tre giorni importantissima. Ma occorre fare un po’ di chiarezza sull’agenda della prossima settimana, perché tra tweet, post Facebook e comunicati stampa della Lega si sta buttando tutto in caciara, il che non rende chiaro, semplice e trasparente i prossimi passi da percorrere. Dunque vorrei condividere con voi le prossime tappe.

Martedì il Premier si recherà al Senato, ove alle 15 effettuerà le sue comunicazioni. Il giorno dopo, mercoledì, prenderà parola presso la Camera dei deputati.

Ma occorre anzitutto fare attenzione con la terminologia, perché ho sentito parlare troppo spesso di una “mozione di sfiducia contro Conte”. Ed è inesatto. In realtà, il Premier effettuerà delle comunicazioni alle Camere, al cui termine i gruppi parlamentari avanzeranno delle proposte al Governo sulla scorta di quanto riferito dal Primo Ministro. Tecnicamente si definiscono “risoluzioni”.

Salvo sorprese, la Lega dovrebbe sfiduciare il Governo. Lo stesso Governo, però, da cui nessun loro Ministro s’è dimesso. Dunque, paradossalmente, è come se si autosfiduciassero pure loro.

Il passo successivo vedrebbe Conte recarsi dal Presidente della Repubblica per formalizzare lo stato di crisi. A quel punto, la fase delle consultazioni sarà la più delicata dal momento che Mattarella dovrà verificare l’esistenza di una nuova maggioranza.

E se invece venisse meno la sfiducia contro Conte? Potrebbe concretizzarsi, finalmente, l’ultimo passo tanto atteso, ovvero il taglio dei parlamentari, il cui voto è in calendario giovedì sempre alla Camera.

Viceversa, qualora si formalizzasse lo stato di crisi, la votazione sul taglio dei parlamentari non sarà più possibile. Il che farebbe venir meno l’ultima promessa di Salvini fatta al Senato in occasione dell’ultima seduta. C’è un modo per procedere comunque col taglio? Si, basterebbe l’ok unanime della conferenza dei capigruppo. Improbabile, ma non impossibile.

In ogni modo le variabili in gioco sono molteplici ed è difficile avere un quadro certo del futuro. Occorre aspettare almeno martedì (potrete seguire i lavori tramite la diretta streaming del Senato) per capire le prossime mosse della Lega. Voteranno le spalle a Conte o faranno finta che non è successo nulla solo perché stanno calando nei sondaggi?

Sembra una soap opera tragicomica o un documentario alla Michael Moore, ma é una vicenda di una tristezza inaudita: stavamo riportando l’economia reale al centro dell’attenzione ma la Lega ha deciso di tradire il governo e tutti gli italiani di cui si rirmpiono la bocca con lo slogan “prima gli italiani”. Slogan che dovrebbero cambiare con “prima i nostri interessi e le nostre poltrone”.

Poltrone che cercheremo di tagliare giovedì prossimo tra mille difficoltà. Infatti sembra di lottare contro i mulini a vento e “questi” stanno dimostrando sempre più di essere incollata alle poltrone e al poltronificio. Il motivo per cui non si sono dimessi è chiaro quanto triste, e lo ha dimostrato il Ministro all’Agricoltura Centinaio, che ha imposto in questi giorni una nomina pesante, formalizzando Andrea Comacchio quale nuovo direttore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).

Un gesto poco rispettoso dal punto di vista istituzionale, che avrà lasciato di stucco gli stessi elettori della Lega, che potrebbero tracciare il loro leader di doppiogiochismo: “ma come – potrebbero pensare – prima si vuole tagliare con l’esperienza di Governo e poi si dimostra l’esatto contrario, continuando ad usare auto blu, poltrone e penne per firmare nomine?”

È allucinante se pensate che parliamo dello stesso partito che vuole sfiduciare un Governo di cui ci si serve per dare incarichi fino all’ultimo secondo utile. E vi informo anche che su questo nome sono piovute una serie di critiche in occasione dei lavori di commissione. Non c’è limite al peggio.

Ma non demordiamo e gli italiani lo hanno capito. 
Loro non si arrenderanno, ma noi neppure!”

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