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Il Cmr di Sant’Agata de’ Goti guarda al futuro nel segno della ricerca scientifica
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Il CMR di Sant’Agata de’ Goti rilancia le sue attività e presenta l’ingresso all’interno del Network di Ricerca Clinica Neuromed. L’importante progetto della struttura sanitaria sannita è stato presentato nel pomeriggio in un convegno a Palazzo Paolo V, a Benevento.
Una notizia confortante per i pazienti e per i dipendenti del Centro medico da mesi al centro di polemiche e preoccupazioni. A pesare sulla struttura ci sono quasi 40 milioni di debiti: una massa debitoria sostanziosa, ma che non ha frenato il progetto di Neuromed che ha voluto dare fiducia all’azienda saticulana.
E i numeri parlano chiaro. Nel 2018 sono state erogate 130mila prestazioni, di queste 65mila riguardavano bambini ed adolescenti. Insomma, la struttura caudina è un punto di riferimento per oltre 5mila persone. “E’ da questi dati che riparte il Cmr – ha spiegato Paola Belfiore, amministratore delegato della struttura – grazie alla proposta di concordato preventivo avanzata dalla Neuromed. Un modo per rilanciare la struttura, accrescere la qualità dei servizi e garantire anche i livelli occupazionali”.
L’ingresso del Cmr nel network Neuromed si poggia su un presupposto: essere curati in centri dove si conducono ricerche scientifiche è un grande vantaggio per il paziente. Il motivo è semplice, il lavoro dei ricercatori e quello dei medici si fondono, offrendo le più avanzate terapie e la migliore assistenza, allo stesso tempo cercando nuove strade di cura.
Tutti i dati delle cliniche partecipanti al network vengono raccolti e analizzati con tecnologie avanzate “Big Data”, capaci di scavare a fondo e trovare nuove relazioni, nuovi concetti e nuove risposte. Le informazioni saranno convogliate a Caserta, nel Polo di Ricerca Neurobiotech, dove ha sede il centro di raccolta sul quale opera il progetto Platone, una struttura informatica d’avanguardia, gestita da personale specializzato e ricercatori di fama mondiale.
“Tutti questi dati – ha aggiunto Giovanni de Gaetano, presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed – costituiranno un archivio enorme. Oggi abbiamo l’opportunità, grazie alle analisi Big Data, di metterli al servizio della salute, per trovare idee completamente nuove”.