CULTURA
Successo di pubblico e di critica per la prima edizione del Festival Organistico Internazionale
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Si è da poco conclusa la prima edizione del Festival Organistico Internazionale, ideato e realizzato dalla Provincia dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia e che ha visto la centro dell’evento quattro appuntamenti con la musica d’organo, tenutisi nella Basilica della Madonna delle Grazie di Benevento nei sabati di Avvento.
“Ringrazio il ministro provinciale, frate Sabino Iannuzzi, e l’intera fraternità francescana che mi hanno dato la possibilità di invitare a Benevento concertisti di calibro internazionale. È stato per me un privilegio curarne la direzione artistica. Credo che raramente i miei concittadini abbiano potuto ascoltare interpretazioni di così alto livello”. Queste le parole del maestro Antonio Caporaso, direttore artistico dell’evento, che ha aggiunto: “tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il supporto dei frati che, in occasione dell’inizio del Giubileo della Misericordia, hanno fortemente voluto la manifestazione”.
I programmi musicali dei concerti hanno messo in evidenza le caratteristiche foniche dell’organo Mascioni, meraviglioso strumento eclettico custodito nella Basilica dal 1955, anno della sua costruzione.
Il festival ha coinvolto artisti di caratura internazionale come Raymond O’Donnell, organista, direttore di coro e direttore musicale presso la cattedrale di Galway (Irlanda), che ha incentrato il suo programma prevalentemente sulla musica romantica e tardo romantica; Christoph Beyrer, direttore musicale della Friedenskirche di Ponitz (Germania), che partendo dal periodo barocco è giunto sino ai nostri giorni, mostrandoci, inoltre, come una stessa melodia possa essere trattata in maniera diversa; Wolfram Syré, il maestro tedesco che ha ormai abituato il suo pubblico all’ascolto di quella deliziosa musica romantica raramente eseguita durante i recitals; Manfred Novak, organista viennese, attivo presso l’abazia benedettina di St. Lambrecht (Austria) che ci ha riportato molto indietro nel tempo, sfidando le possibilità tecniche dello strumento, per farci assaporare le atmosfere della scuola franco-fiamminga del XV secolo.
Significativo anche il momento di riflessione proposto da frate Davide Panella nell’intermezzo di ogni esibizione. Per il maestro Caporaso “quella che si è venuta a creare, è stata un’atmosfera di intensa suggestione che ha rappresentato il valore aggiunto della serata.”
Inaspettate, secondo gli organizzatori che hanno attribuito alla sinergia il successo di questa prima edizione, sono state l’affluenza di pubblico e le manifestazioni di apprezzamento per il lavoro svolto dagli artisti, dal direttore artistico e dai frati.