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Provincia di Benevento

Al Musa convegno su lupi e canidi presenti sul territorio sannita

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Nell’Appennino centro-meridionale italiano sono presenti non meno di 1.200 lupi (“canis lupus”), molti di più di quanti popolano le Alpi: ma il vero problema alle greggi, agli armenti e agli altri animali non è rappresentato da questo canide, quanto piuttosto dai cosiddetti ibridi.

E’ questa una delle numerose conclusioni cui è giunto il Convegno-dibattito svoltosi presso la Sala “Avolio” del Musa in contrada Piano Cappelle sul tema: “Randagismo, lupi ed ibridi in Provincia di Benevento”, promosso dalla stessa Provincia.

Con il termine “ibridi” si intendono: o i cani comuni che vengono scelleratamente abbandonati nelle campagne dai proprietari; o i randagi; o i cani che si sono accoppiati con gli stessi lupi. I cani comuni abbandonati, rinselvatichiti, rappresentano un concreto pericolo anche per l’uomo. Negli anni scorsi in molte aree del Sannio furono rinvenute carcasse di questi ibridi uccisi a fucilate o avvelenati: nelle “migliore” delle ipotesi si trattava della reazione (sbagliata) di allevatori che temevano per i propri animali che venivano attaccati alla gola nei recinti di fortuna o nelle stalle.

Il fenomeno divenne talmente preoccupante che il Servizio Forestazione della Provincia, con il suo responsabile dott. Antonio Castelluci, curò con l’Istituto di Gestione della Fauna onlus e personalmente con il dott. Sabatino Troisi, una rilevazione scientifica sulla presenza di questi canidi sul territorio provinciale. E proprio questo studio, che ha richiesto un anno di appostamenti nei luoghi strategici soprattutto dell’Alto Sannio e del Fortore, è stato appunto presentato al Musa. Si tratta di in un intervento che ha consentito di avere a disposizione, cosa molto rara in tutto il Paese, dati certi sulla popolazione di canidi, cosa che consente di studiare misure appropriate.

La rilevazione ha permesso di stimare che i lupi e i canidi sono presenti sulla direttrice montuosa che dal Matese e dal Molise porta in Puglia attraverso il Sannio dai territori di Pietraroja – Cusano Mutri fino a Castelfranco in Miscano verso la Daunia. La stima è che per ogni Km quadrato di territorio sia presente 1,7 esemplari di canidi, pari ad 1/3 in meno dei canidi presenti nel resto della Regione. La rilevazione però è coerente con la stima nazionale, illustrata dal dott. Ettore Randi dell’ISPRA, che rileva un forte aumento della presenza dei lupi dopo la quasi estinzione registrata alla fine degli Anni Cinquanta.

Tale aumento, nemmeno paragonabile però alla crescita esponenziale dei cinghiali e dei corvidi, conseguenza anche dell’aumento del 33% della superficie delle foreste (a sua volta effetto diretto dell’abbandono delle campagne), si accompagna con la crescita degli ibridi con gravi effetti sulla zootecnia, uno degli elementi portanti dell’economia agricola locale. A tutto questo si aggiunge il preoccupante fenomeno degli incroci fatti da “apprendisti stregoni” tra veri lupi e cani-lupo o cani pastore: sfruttando Internet, questi “allevatori” e creatori di nuove specie (in particolare negli USA ma anche nei Paesi dell’Est Europa) mettono in circolo, arricchendosi, canidi sui cui comportamenti e sulle cui reazioni nel lungo periodo non esistono certezze e per i quali pertanto sarebbe necessario assumere ogni cautela.

Infine, c’è il fenomeno di chi si porta a spasso, con tanto di guinzaglio e collare, un vero e proprio lupo (di solito proveniente dalle foreste della ex Cecoslovacchia).
Tutto questo non fa che aumentare i pericoli di attacco alle greggi e agli stessi esseri umani.

Tutto questo si traduce in un acuto problema di natura economica come ha sottolineato il dott. Maurizio De Renzis dell’Associazione Allevatori Regionale a causa degli attacchi al patrimonio zootecnico che spesso ha costretto a chiudere intere Aziende e a mandare senza lavoro tante persone. Egli ha invocato maggiore chiarezza ed migliore coordinamento tra le Istituzioni.

Sarebbe poi necessario un maggior senso di responsabilità da parte dei proprietari di cani: non abbandonare i nostri amici a quattro zampe è il primo Comandamento, ha avvertito il dott. Fiorentino Sateriale dell’ASL BN1. Infatti, quando si abbandona un cane, questo diventa un problema del Sindaco e della collettività: ogni cane costa non meno di 400 Euro l’anno al canile pubblico e poiché nel Sannio ci sarebbero almeno 60 mila cani è facile dedurre l’entità del problema.

L’Asl ha elaborato un programma per abbattere i costi tenendo in canile per 60 giorni i cosiddetti “cani vaganti” perché senza padrone fino a quando non ne trovano uno nuovo. Ma c’è bisogno di un miglior coordinamento istituzionale e di una legislazione più chiara soprattutto in fatto di individuazione di responsabilità come ha invocato il dott. Gianluca Aceto Presidente dell’ATC Benevento. Le conclusioni del dibattito sono state tratte dal dott. Erasmo Mortaruolo, Consigliere Regionale e Componente della VIII Commissione, il quale ha dichiarato che occorre rimettere mano a tutte le politiche per le aree montane, individuando Soggetti istituzionali certi ed evitando la confusione attuale che genera ulteriore confusione.

Nelle Sale del Musa ha esposto con la mostra “Cosa sognano i lupi” il giovane pittore, appena maggiorenne, Simone Notari, il quale ha trovato proprio nei quadri un suggestivo strumento di comunicazione con il mondo esterno, superando così quelle difficoltà che lo condizionano da sempre. E’ proprio il lupo il soggetto preferito delle sue storie e delle sue narrazioni in pittura: più in generale, Notari ha un forte rapporto con la Natura e i colori sgargianti che utilizza sono il segno della sua stupefazione.

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