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POLITICA

Debiti fuori bilancio a Palazzo Mosti, i grillini attaccano l’amministrazione: “Di fronte al baratro… un passo avanti”

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“Con un’improntitudine a cui oramai, purtroppo, siamo abituati, il Sindaco Fausto Pepe, in un monologo autocelebrativo, a seguito dell’approvazione dell’ultima tranche di debito fuori bilancio di trentadue milioni di euro, si è vantato di aver risolto una questione gravosissima ereditata dalle giunte precedenti e di accingersi ad immettere una benefica liquidità nel tessuto economico cittadino.

Partendo dal presupposto che la questione “bilancio” è ancora aperta, con le sue spine non solo tecniche ma anche politiche, che hanno visto l’ennesimo episodio trasformistico di sedicenti consiglieri di opposizione che hanno votato con la maggioranza, andando in soccorso, italicamente, dei vincitori, vanno svolte alcune semplici considerazioni: possibile che per risolvere la gravosa questione si sia dovuto aspettare lo scadere della doppia sindacatura? L’infausto decennio pepiano non ha accresciuto in alcun modo il carico di debiti del Comune? Sulla carta si è provveduto a far quadrare i conti spalmando tutti i debiti sui prossimi trent’anni anni e “ipotecando” ogni bene comune. Cosa succederà se da sotto al tappeto verranno fuori altri debiti non molto abilmente nascosti (partecipate, consorzi, discariche), e cosa sarà di noi se i presunti proventi delle riscossioni si riveleranno non reali o meglio immaginari? Chi ha partecipato in ruoli di assoluto rilievo a tale esperienza può essere un candidato credibile a guidare la città per il prossimo quinquennio? È eticamente corretto vantare presunti successi nel momento in cui Benevento vanta un accertato carico di tasse comunali elevatissimo? E, a proposito: nel bilancio previsionale sono stati approvati aumenti della Tarsu quando l’Asia viene rivendicata come «azienda virtuosa» di cui si profilerebbe sempre un avanzo di bilancio a cui dovrebbe corrisponde un minor aggravio di tale tassa sui cittadini. È colpa della Samte, che dipende dalla Provincia, che avrebbe aumentato il costo dell’indifferenziata. Ma Provincia e Comune non sono rette dalla stessa maggioranza? In sintesi, non era opportuno iniziare a ridurre gli sprechi, secondo le regole oggi in auge della spending review, prima di ipotecare il futuro della città?

Esemplifichiamo il modo di agire della giunta Pepe. Tutti ricordano l’emergenza neve del 2012. In quella circostanza furono reclutati tanti agricoltori con i loro mezzi per la pulizia delle strade in somma emergenza (la norma lo permette). Essi, dopo aver svolto il lavoro con solerzia che permise alla città di tornare agibile rapidamente, anticipando le spese, presentando sia fatture che DURC, si sono visti completamente dimenticati dalla predetta amministrazione.

Altra chicca che illumina in maniera sinistra l’operato di chi guida la città: le aziende creditrici sono state contattate in due distinte occasioni. Entrambe con la proposta del Comune di rinuncia al 25% del credito dovuto in cambio dell’immediato pagamento del loro credito. Insomma, subendo questa modalità vagamente ricattatoria, le aziende, sotto la spada di Damocle della crisi generale, hanno sottoscritto la proposta nella speranza di recuperare almeno parte delle spesa, ma così non è andata. Danno e beffa, dunque. A distanza di quasi un anno da questo “accordo” il Comune non ha pagato nessuno. Dunque, c’è poco da vantarsi.

I dati politici che emergono dalla vicenda sono due. Il primo è di “lunga durata”: il ceto politico beneventano ha, nella sua integralità, un’enorme responsabilità nell’aver creato un debito fuori controllo che avrebbe potuto sfociare, ancora una volta, nel dissesto. Destra e (sedicente) sinistra in questo si dividono equamente il triste merito. D’altronde, i continui cambi di casacca e collocazione politica di molti dei soggetti interessati certificano l’esistenza di un unico corpaccione di professionisti della politica che gioca sulla pelle (e le tasche) dei cittadini, incurante del bene comune.

Questo ceto trasformistico si accinge ad affrontare la prossima scadenza elettorale cercando di perpetuare rendite di posizione e privilegi. Il secondo dato è che solo un movimento politico è immune, grazie ai suoi meccanismi interni, dal trasformismo: il M5S. Solo un movimento politico, mettendo al centro del proprio programma la trasparenza e questione morale, potrà risanare realmente il Comune di Benevento: il M5S”.

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