Valle Caudina
Tre Ponti, la protesta nella discarica: “Qui disastro ambientale. Lavoriamo senza sicurezza e senza stipendi”
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Lavorano da 37 mesi senza stipendio e in condizioni di scarsa sicurezza, senza il necessario equipaggiamento per un compito rischioso dal punto di vista sanitario.
Sono i nove lavoratori del Consorzio unico di bacino in attività presso la discarica Tre Ponti alle porte di Montesarchio, in Valle Caudina, interessata nel 2004 dall’insediamento di una discarica regionale da parte dell’allora commissariato per i rifiuti, che su turni di 6 ore dalle 6 alle 18 svolgono il servizio di sorveglianza, manutenzione, controllo e gestione del percolato che fuoriesce dai teloni che coprono il sito, ormai da tempo luogo solo di deposito di rifiuti scaricati anni addietro e che ancora producono biogas e liquido nocivo derivante dalle infiltrazioni di acqua piovana.
Non funzionano le centraline per la trasformazione del biogas, non c’è un sistema di videosorveglianza notturno, non c’è una sufficiente illuminazione e persino i bagni che vengono usati dai lavoratori sono in condizioni di assoluta criticità.
“E’ un disastro ambientale”, ci dicono alcuni lavoratori che oggi hanno deciso di scioperare e bloccare l’ingresso all’autocarro che ogni mattina raggiunge Tre Ponti per raccogliere il percolato dalle pompe, che dal loro canto alcuni dei nove lavoratori posizionano quotidianamente nei canali che costeggiano la discarica.
L’obiettivo della protesta giunta dopo un lungo periodo di lavoro in condizioni di precarietà assoluta è quello di sensibilizzare l’ente provinciale.
A farsi portavoce presso le istituzioni sarà l’attivista del Movimento Cinquestelle, Pasquale Maglione, che è stato interpellato dagli stessi lavoratori.
A pochi passi dalla discarica, un campetto di calcio e una struttura sportiva polifunzionale, peraltro non utilizzate, costruite dalla Provincia a seguito di un accordo con la Regione come ricompensa ambientale e sociale, per il sacrificio che il Sannio ha fatto all’epoca dell’emergenza rifiuti in Campania, nell’ambito di un progetto di risanamento e riqualificazione ambientale, per i diversi milioni di tonnellate di rifiuti conferiti in quell’area più di dieci anni fa e che restano tuttora sotto quei teloni che poco proteggono dal rischio di inquinamento in assenza di un strutture adeguate.
Le dichiarazioni nel servizio video