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AMBIENTE

Inquinamento da polveri sottili a Benevento, Maio (M5S): “Il Comune si assuma le sue responsabilità”

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“Il dossier di Legambiente del 30 gennaio 2015 (Mal’ARIA 2015) ci consegna un quadro impietoso delle città italiane e assegna a Benevento un non invidiabile primato: quello di essere la terza città più inquinata a livello di polveri sottili. Conseguenze accertate per la salute sono l’asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari”. Così in una nota sull’inquinamento in città Francesca Maio, candidata portavoce al consiglio regionale della Campania per il M5S, meetup Grilli Sanniti.

“Premesso che l’inquinamento è riconducibile a “’bad practices” della cosiddetta “società civile”, premesso che la città più inquinata risulta essere Parma (governata dal M5S), – si legge nella nota – è necessario responsabilizzare la classe dirigente che da due lustri guida questa città non per mera e strumentale polemica politica ma con uno sguardo lungimirante e responsabile alla vita dei nostri figli. Quale “buon padre” può portare a passeggio il proprio cucciolo in una città in cui respira aria miasmatica, inoculando veleni invisibili nei polmoni dalle conseguenze imponderabili nel lungo periodo? Se a ciò si aggiunge l’altro inquinamento rimarcato da Legambiente, quello acustico, sommiamo danno a danno. Domanda: Benevento ha un tessuto industriale (come quello di Parma, ad esempio) che giustifica tale incidenza di PM10 nell’aria?

Ricordiamo – prosegue Maio – che le cause antropiche delle polveri sottili sono «processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), usura di pneumatici, freni ed asfalto». Allora non sarà il caso di iniziare ad immaginare un’altra città possibile, non per fare sterili esercizi di utopia, ma per il bene tangibile di coloro cui lasceremo in eredità questa città? Non è doveroso moralmente e politicamente ripensare in maniera radicale la mobilità beneventana? Non è questo il compito della politica? Ad esempio, cosa sta facendo il Comune per supportare quella rivoluzione silenziosa della mobilità che ha visto la diffusione di biciclette elettriche in città? Non è uno di quei casi in cui una trasformazione “bottom up” andrebbe supportata e favorita? Come insegna Ivan Illich, primo teorico della “decrescita”, in “Energia ed equità” già parlare di “trasporti” e non di “mobilità” è un atto ideologico, a favore di una società energivora.

Il compito – aggiunge il meetup sannita – che attende tutti noi, semplici cittadini e decisori politici, è consentire un’ampia gamma di scelta fra tipi di mobilità diversa, attraverso un’opera di educazione, di trasformazione e integrazione del sistema viario e di investimenti, che spingano i cittadini a pensare non alla macchina di proprietà individuale come unica scelta possibile. Non sarebbe altresì necessario avviare controlli seri sugli impianti di riscaldamento, che sono, evidentemente in una città come Benevento, l’altra grande fonte di inquinamento da polveri sottili?

Legambiente – proseguono i grillini – chiude il drammatico dossier ricordando i limiti di scelte solo tecniche, e invitando a lavorare per «la graduale sostituzione dei combustibili, la promozione e l’incentivazione di trasporti sostenibili, l’aumento dell’efficienza energetica nonché l’utilizzo di leve economiche». Ricordiamo che nel Programma del M5S ci sono indicazioni percorribili anche per la nostra città: disincentivo dell’uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane, sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana, istituzione di spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette, istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane, potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti, proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane (anche vedendo il triste destino del parcheggio di Porta Rufina), piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.

Questi – conclude Francesca Maio – sono compiti che pertengono ad una politica responsabile, che deve educare, guidare, sollecitare, supportare. Ci piacerebbe un sussulto di responsabilità su questo piano da parte dell’Amministrazione. Sulla questione esporremo il nostro punto di vista e le nostre proposte nel dibattito che si terrà a metà febbraio, con la presenza di esperti del settore”.

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