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CRONACA

Omicidio Rosiello, l’indignazione della famiglia: “La memoria di nostro fratello reclama giustizia”

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“E alla fine è accaduto: il reo confesso per un omicidio così efferato, quale quello commesso nei confronti di nostro fratello, Antonello Rosiello, è stato rimesso in libertà per una distrazione (?!?), ingiustificata e ingiustificabile, della Procura della Repubblica di Benevento. Non basta che la nostra sia la città più sicura per gli assassini (basti pensare che quasi tutti gli omicidi, tentati o consumati, commessi a Benevento negli ultimi anni non sono stati risolti; anzi per molti di essi la Procura brancola ancora nel buio), ma ora addirittura anche i rei confessi riescono ad essere rimessi in libertà”.

Sono le parole dei fratelli Cosimo, Domenico e Sergio Rosiello, a seguito della scarcerazione da parte del Riesame di Paolo Messina, accusato dell’omicidio dell’imprenditore sannita Antonello Rosiello.

“L’indignazione per quanto è accaduto – scrive la famiglia – è forte, e saranno percorse tutte le strade, nessuna esclusa, che possano servire a ristabilire la giustizia e il diritto, così gravemente violati dal comportamento sciatto ed irresponsabile dei magistrati inquirenti.Tutti devono sapere che il consulente tecnico nominato dal Pubblico Ministero (unico a Benevento????) ha impiegato oltre un anno per depositare una relazione (autopsia) che poteva essere scritta da chiunque in poco tempo, senza che chi aveva l’obbligo di vigilare sul suo operato (come si fa con i bambini) sia intervenuto per sollecitarne l’adempimento dell’incarico nei termini previsti dalla legge!

Giusta conseguenza di tale assurdo modus operandi – continuano – è stato il provvedimento di remissione in libertà dell’assassino di nostro fratello. I cittadini hanno diritto ad una giustizia effettiva, che sia a fianco degli onesti e non contro di loro. Se vi sono stati errori, chi li ha commessi ne deve rispondere. Innanzitutto di fronte alla legge. Non lasceremo – concludono – nulla di intentato, la memoria di nostro fratello reclama a gran voce giustizia. E noi non ci tireremo indietro”.

Anche l’avvocato della famiglia Rosiello, Vincenzo Sguera, esprime “preoccupazione per quanto è accaduto. Non si tratta di una sciocchezza: il reato per il quale il reo confesso era in carcere è quello in assoluto più grave, che maggiormente provoca allarme sociale e che, in quanto tale, doveva essere trattato con particolare attenzione.

Stiamo parlando – conclude il legale – di una persona che ha confessato il suo terribile crimine, e la leggerezza della Procura (ma è un termine che non rende bene l’idea) è imperdonabile e soprattutto preoccupante. Ci auguriamo che, almeno in questa circostanza, non ci sia il solito trito e ritrito scaricabarile e che chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità. Sino in fondo.”

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