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Associazioni

Contributo al Centro di Aiuto alla Vita, la nota del collettivo Wand: “Il Comune finanzia l’omofobia”

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“Apprendiamo con amarezza, come già hanno prontamente portato all’attenzione le nostre amiche di Exit Strategy e gli esponenti di SEL, che il Comune di Benevento ha deciso di disporre dei fondi pubblici in un modo piuttosto discutibile”. Così il collettivo Lgtb Wand di Benevento in una nota diffusa alla stampa in merito ai fondi destinati da Palazzo Mosti al Centro di Aiuto alla Vita.

“Lo scorso 29 dicembre – si legge nel comunicato -, la Giunta comunale di Benevento ha approvato la Delibera n. 202, dal titolo, ‘Aiuto alla vita e sostegno alla maternità difficile. Atto di indirizzo”, in cui si forniscono “al dirigente del settore servizi al cittadino indirizzi affinché i fondi stanziati sul PEG (Piano Esecutivo di Gestione), siano utilizzati, secondo criteri di trasparenza e di par condicio, per compartecipare alla spese delle associazioni esistenti sul territorio cittadino che operano per la difesa della vita nascente ed al servizio della maternità difficile’.

Se il linguaggio burocratico dovesse risultarvi poco chiaro – aggiungono dal Wand -, traduciamo quanto appena riportato in termini comprensibili a tutti. Esiste sul nostro territorio un’associazione chiamata Centro di Aiuto alla Vita (C.A.V.), il cui scopo è quello di sensibilizzare le madri o potenziali madri al rifiuto dell’aborto, concepito come peccato mortale (omicidio vero e proprio).

Quando non sono impegnati a girare nelle scuole sannite indottrinando gli adolescenti a lasciare che la parola di Dio sovrasti le loro necessità umane e materiali e la loro stessa libertà di scelta, i membri del C.A.V., tutti cattolici integralisti, trovano il tempo di portare avanti le altre numerose battaglie anacronistiche di cui si fanno paladini: una di queste è il contrasto alla deriva omosessualista (termine coniato dagli omofobi, di significato poco chiaro) e alla minaccia contro la famiglia tradizionale.

Il peggior incubo di un membro del C.A.V. – proseguono dal collettivo – è quello in cui Renzi approva le civil partnership e il parlamento sforna finalmente la legge contro l’omofobia. Se ciò dovesse accadere: la famiglia tradizionale verrebbe distrutta, cominceremmo tutti a sposarci con i nostri amici, zii, animali domestici! I giovani saranno spronati a diventare gay e a seguire i modelli di perdizione omosessualisti (??)! Infine le coppie gay adotteranno figli e li indottrineranno, pretendendo assurdamente di insegnare nelle scuole la parità di genere, la libertà di scelta, il rispetto per le donne, l’accettazione delle minoranze, tutti pericolosissimi ‘falsi miti del progresso’.

Cosa cambia alla luce di questa delibera? Cambia – spiega la nota – che l’azione del C.A.V., convegni omofobi (vedi quello del 14 gennaio), incontri con le scuole, volantinaggio ecc., viene ufficialmente finanziata dall’Amministrazione Comunale, che decide di indirizzare i fondi in questo senso, senza nessun criterio di giustizia. Esistono tante realtà associative a Benevento, non ultima proprio Exit Strategy, che si occupano di ambiente, legalità, turismo, diritti umani, questioni di genere. Perché il comune finanzia solo il C.A.V.? È opportuno che il Comune si schieri al fianco di un’associazione che promuove ideologie medioevali e si oppone a realtà di fatto, anche legislative, del nostro paese?

Come se lo è chiesto Exit Strategy ce lo chiediamo anche noi, – prosegue la nota – collettivo che da più di tre anni agisce nel beneventano per promuovere la consapevolezza sul tema dei diritti per tutti, della lotta alla discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA a livello sociale, umano e anche politico. Noi che abbiamo imparato a conoscere il C.A.V., quando il suo presidente Carlo Principe scrisse ai giornali una sentita difesa di quel custode della Villa Comunale che aveva allontanato due ragazzi gay che si baciavano.

Rivolgendosi a lei, signor sindaco, – conclude il Collettivo Wand – ci diciamo delusi da chi aveva proposto di aprire un dialogo sull’approvazione di un registro delle unioni civili, da chi si era schierato contro ogni forma di discriminazione in occasione dei fatti di quest’estate. Il sostegno economico del Comune a questo genere di associazioni ci fa capire quanto distanti siano le nostre posizioni e ci fa riflettere sulla sua mancanza di interesse concreto al dialogo che più volte noi abbiamo cercato. Il Comune di Benevento finanzia l’omofobia e l’antiabortismo. Buon 2015!”.

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