Comune di Benevento
Emergenza abitativa, resta alta l’attenzione. Moschella: “Nuove case unica soluzione”. MLC: “Verifica dei requisiti”
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Sgomberi, denunce e inquilini, abusivi e non, sul piede di guerra. L’emergenza abitativa è ormai una realtà con la quale le istituzioni devono convivere e, soprattutto, provare a dare una risposta. Nel Sannio non si tratta di una novità: già da qualche anno, infatti, il Movimento di Lotta per la Casa si è fatto portavoce delle esigenze di tante famiglie che non hanno un tetto sulla testa.
La raffica di occupazioni abusive e l’aumento dei senza casa, però, è un fenomeno che sta travolgendo l’Italia da Nord a Sud senza alcuna distinzione. “La questione a Benevento – ha spiegato il comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella – esiste, ma si mantiene entro certi limiti anche grazie all’impegno dei vigili urbani che anche in passato non hanno sottovaluto il problema”.
La situazione in città resta drammatica, nell’ultima settimana ci sono stati 2 sgomberi e 7 denunce. L’unica soluzione sarebbe quella di costruire nuovi alloggi, ma il periodo di ristrettezze economiche che attraversano le pubbliche amministrazioni non aiuta.
“Le case popolari – ha commentato Moschella – vengono assegnate, il problema è che non sono sufficienti”. In pratica sgomberare una famiglia abusiva da un lato significa liberare un appartamento, ma dall’altro porta ad ingrossare le graduatorie.
Va considerato, inoltre, che gli occupanti abusivi sono spesso nuclei familiari composti da bambini e anziani. Fasce di popolazione deboli, dunque, che la Municipale tende a tutelare.
Secondo il Comune, inoltre, nel capoluogo non ci sono appartamenti popolari vuoti. “Come abbiamo la disponibilità – ha sottolineato il comandate di vigili urbani – le case vengono assegnate per sfruttare tutto il nostro patrimonio”.
La soluzione ideale, dunque, resta quella della costruzione di nuovi appartamenti. Di questo ne sono convinti anche gli esponenti del Movimento di Lotta per la Casa che tuttavia contestano il modo di agire delle istituzioni locali.
“Far scorrere la graduatoria è il minimo e gli sgomberi non sono la soluzione – ha sottolineato il portavoce del gruppo, Alessandro Tucci –. Il vero problema è che non c’è chiarezza sul patrimonio pubblico, chi non ha più i requisiti per vivere in una casa popolare la deve lasciare a chi ha veramente necessità”.