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Il cittadino De Lauro replica all’ex assessore comunale De Lorenzo
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera del cittadino Enrico De Lauro indirizzata all’ex assessore comunale Giuseppe De Lorenzo in risposta ad una sua nota pubblicata su un sito di informazione. Di seguito le parole di De Lauro:
“Egregio ex assessore, Le chiedo scusa per il ritardo di questa doverosa risposta alla pregiata Sua riportata dai media locali, ma mi ha costretto ad una laboriosa ricerca documentale nel mio immenso archivio delle prodezze politiche. Nello stesso tempo, La ringrazio per il buonumore che mi ha regalato con la Sua “attenzione”. Penso proprio che incornicerò la pregiata Sua per rileggerla nei momenti di malumore. E veniamo al nocciolo. Le rispondo punto per punto:
1) L’episodio accaduto non è semplicemente increscioso, ma, a mio non modesto parere, di inaudita gravità e non certo per colpa del cittadino che, avendone diritto, chiede chiarimenti sull’uso del pubblico denaro, come in questo caso, ma per il comportamento, non tanto del nostro sottosegretario, che era molto stanco, quanto dei suoi agguerriti sostenitori in quella sede!
2) Non sono un “presunto rappresentante della stampa”, sua gratuita affermazione, ma un libero cittadino attento, che esercita i diritti tutelati dal nostro ordinamento, ancora democratico!
3) Lo scopo delle mie numerose lettere aperte non era e non è di creare scompiglio, ma di evitare gli orrori che sono sotto gli occhi di tutti a causa dell’evidente pessima amministrazione della città!
5) Per quanto poi riguarda il, per me, divertentissimo episodio della trappola, addirittura, che lei si vanta di aver teso al cittadino che fa domande difficili, concordo perfettamente con lei solo sul punto in cui lei afferma di non ricordare il motivo e le vengo in soccorso: risulta dai miei documenti che il fatterello non avvenne nel suo studio, ma al secondo piano di palazzo Impregilo. E lei può avermi preso per la giacca soltanto in qualche suo ricorrente sogno ossessivo. E comunque dopo quell’edificante episodio lei ha ricevuto altre mie missive rimaste senza risposte, data la sua squisita signorilità magistralmente, da lei, messa in luce.
6) Quanto al suo monotono e quasi onnipresente “insolenza aristofanesca”, consiglio ai suoi amici di non ascoltarla in quanto, come lei dovrebbe sapere, proprio per comportarsi come lei consiglia, molti di loro, in un folto gruppo di 110, sono stati sul punto di essere processati da un valente magistrato, provvidenzialmente trasferito a Roma.”