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5 strade per ripercorrere il 2013 a Benevento: ecco cosa ricorderemo

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Liceo Classico P. Giannone
Studenti: Nicola Simeone, Carlo Zotti, Noemi Russo, Maria Girardi, Federica Infantino
Docente di progetto: Caterina Conti
Tutor ntr24: Erika Farese

5 strade per ripercorrere il 2013 a Benevento: ecco cosa ricorderemo

Il 2013 volge al termine, ripercorriamo gli avvenimenti più importanti che hanno caratterizzato i 12 mesi trascorsi a Benevento e nel Sannio.

 

EMERGENZE SOCIALI
Negli ultimi mesi del 2013 abbiamo assistito ad un proliferare di manifestazioni e cortei che hanno interessato le più disparate classi sociali della città. Da studenti a genitori, passando per privati cittadini, tutti hanno avuto un motivo per far sentire la propria voce. Proprio gli studenti sono stati al centro dell’attenzione per svariati mesi, centinaia di loro sono infatti scesi in piazza per rivendicare i propri diritti, non solo come studenti, ma come cittadini. Molte sono state le manifestazioni, tra cui ricordiamo quelle contro la BCE, l’Austerity, i tagli alla scuola pubblica e il debito pubblico, ma soprattutto la vicinanza degli studenti al “Movimento di lotta per la casa”. Ricordiamo specialmente l’ultima rivolta dove gli studenti, uniti a rappresentanti di altri movimenti, hanno assediato simbolicamente Palazzo Mosti. Significative sono state anche altre manifestazioni: la marcia dei cappelli blu, dove i genitori del comitato “Insieme per..” hanno rivendicato il diritto alla salute per i propri figli; la rivolta dei lavoratori del 118, indignati per il calo di circa 300 euro dei loro stipendi dovuto all’affidamento dell’appalto alla Misericordia, o quella dei forconi, dove piccoli e medi imprenditori hanno manifestato, in concomitanza con il movimento nazionale, contro la globalizzazione, causa, secondo loro, della disoccupazione e della crisi economica italiana.
Federica Infantino

POLITICA
Finalmente una nota positiva per la politica dei giorni nostri, anche se letteralmente “da lontano”. Il 2013 è stato l’anno dell’elezione di Bill de Blasio, come esponente dei Democratici, a sindaco di New York. L’italo-americano, originario di Sant’Agata dei Goti, è stato eletto a furor di popolo (73% dei consensi) e ciò riempie i Sanniti di grande fierezza. Il territorio Beneventano, come tutto il Sud, è stato terra di emigranti e l’idea che il figlio di una di queste persone, partite con le navi in cerca di fortuna oltre oceano, guidi oggi la città più importante del mondo, rende orgoglioso un popolo che ha visto amici e parenti andare via alla ricerca di una speranza. Bill de Blasio è l’emblema del fatto che l’Italia non è solo “pizza, mafia e mandolino” e rilancia il nostro paese al di là degli stereotipi.
Carlo Zotti

AMBIENTE
82 inchieste per traffico di rifiuti, 915 ordinanze di custodia cautelare, 1806 denunce, 443 aziende coinvolte: è questo il bilancio derivante da quanto causato dal 1991 al 2013 nella ‘terra dei fuochi’. Un territorio logorato dalla criminalità organizzata, che si estende per 3 milioni di metri quadrati tra le province di Napoli e Caserta, secondo quanto riportato  dall’ARPA della Campania nel 2011. Analizzando quanto accaduto nel corso dell’anno che si avvia a concludere, 3 milioni sembrano pochi. Le rivelazioni a mezzo stampa del pentito Carmine Schiavone riguardanti i rifiuti tossici disseminanti nella provincia di Benevento, senza riferimenti ai luoghi precisi dove è avvenuto lo ‘smaltimento’, hanno lasciato tutti nello sconcerto. La terra dei fuochi non è stata l’unica a bruciare nel 2013, ad essa si è aggiunta Toppa Infuocata, sito di stoccaggio di ecoballe. Cumuli di rifiuti indifferenziati sono andati a fuoco per mano di ignoti. I cittadini della Terra dei Fuochi e di Fragneto Monforte hanno opposto resistenza, scendendo in strada e manifestando. A mettere a rischio la salute, infatti, sono loro. Ma non solo. Provvedimenti sono stati presi, ora bisogna aspettare che vengano attuati. Tutte le speranze sono riposte nel nuovo anno, in cui si dovrà cercare almeno di limitare i disastrosi danni.
Maria Girardi

CULTURA
Il nome di Giovanni Palatucci è registrato dal 1990 tra i Giusti dello Yad Vashem, il memoriale delle vittime dell’Olocausto di Gerusalemme. La Chiesa Cattolica ha iniziato il processo di beatificazione nel 2001, proclamandolo prima martire e poi Servo di Dio. Gli è stata, inoltre, conferita una medaglia d’oro al valore civile nel 1995 dallo Stato Italiano, con la motivazione ufficiale: “Si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione.” Nel 2013, però, il Primo Levi Center di New York ha dimostrato, dopo anni di ricerche, che negli oltre 700 documenti scoperti non c’era alcuna prova dell’eroica impresa di Giovanni Palatucci. Quest’ultimo è stato descritto come l’emblema della silenziosa complicità della Repubblica Sociale Italiana nell’Olocausto, perché, secondo gli studiosi americani, non difese realmente 5000 ebrei, come, invece, si credeva. Allo stesso tempo, però, non si può nemmeno provare che abbia collaborato con i nazisti per far arrestare gli israeliti. Su questo importante personaggio storico sono ancora in corso numerose ricerche. L’unica certezza è la sua morte a Dachau e pertanto merita rispetto.
Noemi Russo

SPORT
L’anno sportivo di Benevento ha visto alternarsi piccole gioie e grandi dolori. Il Benevento Rugby è riuscito finalmente a tornare in A2. La Magic Team e la Pallacanestro Benevento, le due principali squadre di basket sannite, confermano la loro permanenza in C1, mentre il G.S. Meomartini, militante in C2, ha potuto gioire per la vittoria in campionato dei suoi Under 17. Ma il cittadino beneventano, si sa, ha il cuore giallorosso, un cuore che lo porta la domenica ad andare al Ciro Vigorito, un cuore che quest’anno ha subito un duro colpo. Non mi riferisco alla deludente stagione (un’altra…)  del Benevento Calcio ma ad un lutto che ha scosso l’intero ambiente sportivo nazionale. Il 15 Febbraio 2013 Carmelo Imbriani, idolo del tifo giallorosso ed ex giocatore di Napoli, Genoa e, appunto, Benevento, si è spento a Perugia a causa di una leucemia che aveva attaccato il suo corpo costringendolo ad abbandonare la panchina giallorossa già nell’Agosto 2012. Tutto l’ambiente calcistico nazionale ha salutato e pianto il giocatore. Ma Carmelo Imbriani a Benevento era qualcosa di più: un idolo, un esempio. E i tifosi beneventani hanno avuto modo di dare un estremo saluto al loro “Capitano”. La sua bara è stata portata nel Ciro Vigorito e la curva intera ha cantato il nome di un giocatore che non è riuscito a vincere la sua partita più importante, un giocatore che però vive ancora nei cuori dei tifosi beneventani che non dimenticano un grande uomo ed un grande sportivo. “Carmelo vive con noi” gridava quella fredda sera di Febbraio la curva giallorossa.
Nicola Simeone

Un anno vissuto, un anno importante, un anno tra luci ed ombre. Con l’auspicio che diventi un punto da cui ripartire per affrontare le sfide del 2014.

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