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Reino: costituito il comitato “Alto Sannio per Bersani”

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In vista delle prossime primarie di coalizione è stato costituito il comitato territoriale «Alto Sannio per Bersani» con sede operativa presso il circolo Robert Kennedy di Reino.

Sono coinvolti – spiega il comunicato inviato dal comitato – un gruppo di amici e compagni che, partendo da storie ed esperienze diverse, si sono incontrati lungo la strada di quella che appare essere l’unica proposta programmatica di medio periodo in grado di conferire una prospettiva al nostro Paese.

Questi i componenti: Giovanni Cacciano, Coordinatore; Michele Petruccelli e Giovanni Cormano (Baselice); Carlo Petriella e Camilla Orso (Circello); Alessandro Panella e Rosario Scinto (Castelfranco in Miscano); Michelantonio Maffeo, Giuliano Casamassa e Giuseppe Ruggiero (Foiano di Valfortore); Gianpiero Marrone e Nicola Ricciuto (Pesco Sannita); Giovanni Tozzi, Pio Antonio Petrone e Fiorenzo Tremola (Reino);Renato Cocca e Annamaria Tremonte (S. Marco dei Cavoti).

Si fa infatti drammaticamente urgente – prosegue la nota – la necessità di una «ricostruzione consapevole». Urge un «patto civico», equilibrato, solidale e responsabile. Intelligenza e passione civile saranno le sole virtù che potranno rappresentarci in uno scenario già immaginabile perché tracciato dalle necessità della più grave crisi economica dal dopoguerra che rischia di travolgere tutti. Soprattutto le aree più deboli.

Partendo dalla dimensione nazionale ed europea, il progetto politico di Bersani riconosce nel Mezzogiorno una questione cruciale inscindibilmente connessa alle potenzialità di rilancio del Paese, visto appunto come un unico «bene comune» contro gli effetti devastanti del berlusconismo e delle rendite di posizione che hanno dissanguato famiglie e collettività. Sono sotto i nostri occhi lucidi le rovine fumanti di una società deflagrata, tra egoismi famelici insaziabili ed appropriazioni indebite.

L’esperienza di questi anni – aggiunge – dimostra che l’interruzione del processo di convergenza tra Sud e Nord, quale è purtroppo avvenuto nel decennio di governo berlusconiano-leghista, ha finito per intrecciarsi con una perdita ancor più significativa di competitività dell’intero sistema economico nazionale e delle sue aree più forti rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea.

A partire quantomeno dagli anni 70, – continua – la storia economica del paese evidenzia come il Sud e il Nord o crescono insieme oppure insieme declinano, e vanno respinte come demagogiche e pericolose le ipotesi in base a cui ciascuno starebbe meglio se fosse separato dall’altro.

Se è così, ripartire dai territori più deboli è sia un imperativo etico-politico, sia una necessità economica, da cui dipende il futuro di tutta l’Italia. Come indica la Banca Centrale «appare del tutto velleitario l’obiettivo di uscire dal ristagno nazionale se non si abbatte prima il cronico sottoutilizzo nelle regioni meridionali».

Qui si fonda la necessità di una strategia di riforme nazionali che, per rispondere ai bisogni dell’intero Paese, deve necessariamente partire dai territori più deboli. Ed è all’interno di questa strategia che si inscrive ogni minima possibilità di rilancio del Sannio in generale e delle sue aree interne nello specifico. Territori da troppo tempo vittime di una politica miope, incentrata sulla mera soddisfazione dei bisogni del presente.

Sarebbe tuttavia frustrante ed inutile fare l’elenco delle «occasioni perdute», dalla spesso colpevole rappresentanza istituzionale all’assenza di progettualità strutturate e lungimiranti. Questi territori potranno avere un’opportunità laddove la locale società civile sappia fare sistema e convergere su quelle proposte programmatiche serie e coerenti con il ventaglio di azioni che una politica finalmente nazionale ed unitaria saprà metterà in campo.

Necessaria sarà la comune consapevolezza che, per dirla con Bersani: «speranza e riscatto siano il capitale di un popolo e non scialuppe per i furbi e i meno innocenti».

Il Mezzogiorno è inoltre una questione euro-mediterranea di primaria importanza, una regione dell’Europa in un contesto con grandi potenzialità, innanzitutto demografiche e di crescita.

Risulta quindi non rinviabile, pur in un quadro con indubbi elementi di instabilità e rischio, l’avvio di processi di convergenza e integrazione dei paesi del bacino del Mediterraneo.

Il Mezzogiorno può diventare, in virtù di questa sua collocazione, la più rilevante opportunità di rilancio per tutta l’economia italiana, per la prima volta nella storia moderna del nostro Paese. Negli ultimi 15 anni, il dato delle esportazioni meridionali mostra come, in termini aggregati, aumenti il peso dell’export meridionale extra Ue verso il Mediterraneo, sino a sfiorare il 30% del totale. Eppure, per mettere effettivamente a frutto quello che a oggi rimane un puro vantaggio potenziale, è indispensabile varare politiche in grado di riattivare processi di accumulazione e di dinamismo economico.

Per tutto questo e non solo – conclude la nota – sosteniamo attivamente Pierluigi Bersani alle elezioni primarie del 25 novembre perché possa guidare il futuro Governo Democratico del Paese ed implementare quelle politiche necessarie ad attivarne il rilancio. L’inevitabile alternativa sarebbe rassegnarsi a quello che ai più appare come un irreversibile declino del Meridione d’Italia e d’Europa di cui già si intravede il triste «viale del tramonto». 

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