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CRONACA

Attentato a Lanzalone, i colpi forse sparati dall’interno di un’auto. A Palazzo Mosti si lavora per un documento di denuncia e tutela

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All’indomani dell’atto intimidatorio ai danni del dirigente del Comune di Benevento, Andrea Lanzalone, procede il lavoro investigativo degli inquirenti. Si fa sempre più largo l’ipotesi che i colpi calibro 22 siano stati esplosi dall’interno di un’autovettura in transito per via Annunziata e non dalla rampa di “scalette strette” come ipotizzato in prima battuta.

La presenza della macchina spiegherebbe anche il mancato ritrovamento dei bossoli nei pressi dell’auto del dirigente comunale. Si riduce a circa 30 secondi anche l’intervallo di tempo intercorso tra i due colpi, ipotizzato in un primo momento. La riduzione della pausa tra i due spari sarebbe legata ad alcune incongruenze che gli investigatori hanno riscontrato nelle deposizioni dei testimoni.

Intanto i capigruppo di tutte delle forze politiche del capoluogo sono al lavoro per redigere un documento unitario di condanna al gesto. “Una carta – secondo il presidente del consiglio comunale Luigi Boccalone – che non sarà solo di denuncia ma che conterrà al suo interno anche alcuni strumenti per garantire la tutela dei cittadini all’interno delle strutture pubbliche”.

Di seguito il documento prodotto:
“L’episodio che ieri mattina ha visto coinvolto un dirigente del Comune di Benevento getta sgomento e preoccupazione per la qualità e le modalità con cui si è materializzato il fatto. L’uso di armi da fuoco, così come la circostanza che gli attentatori abbiano agito in pieno giorno proprio a ridosso della casa comunale, segnalano la preoccupante evoluzione con cui folli e criminali pensano di poter incidere sulla vita degli enti pubblici.

Confermata la piena fiducia nelle forze dell’ordine e nell’attività degli inquirenti, chiamati ad accertare responsabili e responsabilità di quanto accaduto, crediamo necessario approfondire nella società civile e con tutte le forze democratiche del territorio, le forme e i modi per estirpare sul nascere possibili, ulteriori, focolai di criminalità organizzata. Gli antigeni ad un sistema di violenza e sopruso che purtroppo caratterizza aree geografiche anche non distanti da Benevento, devono essere rintracciate innanzitutto nell’agire quotidiano dei singoli cittadini.

Su questo punto, la politica e le istituzioni devono fornire un esempio concreto e costante, oltre ad una efficace rete di relazioni ed iniziative che siano in grado di difendere la legalità e gettare le premesse perché mai possa essere considerata accettabile la condotta di chi con la violenza pensa di indirizzare e condizionare i processi collettivi.

Dall’indignazione che pervade in queste ore la cittadinanza, bisogna passare all’azione concreta per contrastare fenomeni come l’infiltrazione o il riciclaggio che costituiscono gli avamposti del crimine organizzato. Nonostante il dovuto accertamento sull’episodio che sarà compito degli inquirenti condurre fino all’accertamento dei responsabili, sin d’ora è possibile individuare la necessità di tutelare il territorio da rischi di incremento della criminalità, diventata più presente e comunque meno silenziosa che mai.

La soffocante cappa che caratterizza molti territori della Campania, va diradata prima che costituisca un ostacolo alla serena e armoniosa convivenza civile della città. Questo inquietante episodio accresce il senso di insicurezza nella comunità e va condannato senza alcun tentennamento, contemporaneamente si chiede tempestività e determinazione nelle indagini per comprendere fino in fondo sia obiettivi che responsabilità.

Nessun dubbio deve restare inevaso e quindi vi è la necessità che le istituzioni profondano il massimo impegno per la costruzione quotidiana della legalità. Benevento ha fatto della legalità un proprio elemento di distinzione capace di attirare attenzioni e forze sane, contribuendo a rendere sempre più la città quale meta turistica.

La storia, le bellezze architettoniche e paesaggistiche, proprio insieme alla tranquillità e alla legalità diffusa, hanno contribuito a rendere la città parte del Patrimonio Mondiale Unesco. I rappresentanti delle istituzioni saranno i primi difensori di questa storia, di questo patrimonio, ed oggi ancora di più della legalità.

Il vile gesto perpetrato ai danni di Andrea Lanzalone convince tutti noi ad incrementare gli sforzi messi in campo per promuovere Benevento ed i beneventani, popolo fiero e onesto, oggi tutto colpito nell’immagine prima ancora che nelle coscienze dalla brutalità e la sfrontatezza con cui si è pensato di agire: di pari intensità, siamo sicuri, sarà la risposta di Benevento e dei suoi organi istituzionali”.

Resta un’ipotesi, invece, il consiglio comunale aperto. Anche questa idea era stata proposta da alcuni esponenti delle forze politiche durante la riunione straordinaria di giunta. “C’è il dubbio – spiega Boccalone – se discutere di un tema così delicato in un assise aperta al pubblico”.

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