POLITICA
Benevento, il Sannio e la direzione del Pdl
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Un pretesto, ovviamente. Il “j’accuse” di Roberto Capezzone, consigliere comunale a Benevento ancora in quota al Pdl, espresso con un fax agli attuali vertici regionali (commissariati) del suo partito, muove dalla presentazione di un progetto del PIU Europa del comune cittadino denominato “Paritaria”. Per il quale è più che probabile ipotizzare una diffusione degli inviti da parte dello stesso ente, con Taglialatela e Colasanto a rappresentare le istituzioni regionali prima ancora che il partito stesso.
Ma l’occasione si è rivelata idonea perché Capezzone, con altrettante probabilità consapevole anch’egli della volatilità della circostanza, potesse dare sfogo al suo malumore. E sancire il suo isolamento.
A qualche giorno di distanza dalla presa di posizione del senatore Izzo, che ha sostanzialmente posto nel mirino l’asse De Girolamo-Colasanto, la replica proveniente ora da uno dei due banchi occupati di palazzo Mosti contribuisce a scavare ancor di più il solco fra leadership e rappresentanze nelle istituzioni. Dunque, una non-notizia (ma l’attimo fuggente di una presenza).
Perché il Pdl che fin qui non ha mai brillato di luce propria in tesi e antitesi, proposta e opposizione, continua a rivelarsi un partito autocratico. Il partito dell’uomo solo: lo è stato il suo fondatore, lo è anche nel Sannio, dove gli antagonisti di Nunzia De Girolamo sono costretti all’angolo e appunto godono del cono di luce dei riflettori solo in sortite che nulla hanno a che vedere con l’attività politica, concentrate come sono nel far porre in rilievo, volontariamente o meno, appunto le divergenze.
Per di più siamo in piena fase precongressuale: questo classico bagno di democrazia, il primo ufficialmente, programmato per l’avvio del mese di marzo, permette di inquadrare nella logica della conta (prima ancora che del dibattito) l’attivismo – sugli organi di informazione – di questo periodo: conferenze stampa, singole annotazioni, incazzature vere e proprie, giuramenti di fedeltà ed inviti a ricandidature. Vedremo, nel caso, se la fronda possiederà appunto i numeri per sovvertire un ordine scritto delle cose o se, invece ed in perfetta continuità, la gestione del Pdl rimarrà salda fra le mani dell’onorevole De Girolamo, pupilla degli occhi di Berlusconi.
Che però, giusto per citare un esempio, è riuscita nel curioso caso di… prendere le distanze da coloro i quali ha inteso investire della carica di primo antagonista alla carica di primo cittadino a Benevento: Capezzone per qualche giorno, Tibaldi in sede di voto e quindi di scelta.
Quindi, pur perdendo nel tempo pezzi, voti e rappresentanti la De Girolamo continua a gestire il partito nel Sannio e si ricandida autorevolmente – volete mettere la ‘supplica’ dei sindaci – alla sua guida. Tutto sta a capire dove lo vuol condurre.