CRONACA
Ancora irreperibile il presunto uxoricida di Cervinara
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E’ ancora irreperibile Michele Rivetti,il 53enne che ieri pomeriggio a Cervinara, in provincia di Avellino,ha ucciso sua moglie, Elisa Affinita, 40 anni, con un colpo di pistola al cuore. Non c’erano testimoni nel cortile delle case popolari del quartiere Parco dei Fiori dove l’uxoricida ha atteso che Elisa tornasse dal lavoro. Le è andato incontro quasi volesse aiutarla a liberarsi delle buste di plastica con la frutta che le era stata regalata dall’azienda agricola della Piana del Sele, dove lavorava come bracciante. Ha esploso un colpo con la sua pistola a tamburo che ha poi portato con sé nella fuga.
Lo cercano gli agenti della squadra mobile di Avellino che hanno intensificato posti di blocco e l’attività di controllo del territorio anche con l’ausilio di un elicottero, nelle vicine province di Benevento e, soprattutto, nel Casertano. Rivetti, che a Cervinara si è guadagnato la fama di duro per i suoi trascorsi di legami con il clan Massaro, attivo fino a pochi anni nella zona a nord di Caserta con base a Santa Maria a Vico, potrebbe ancora giovarsi dell’aiuto di fiancheggiatori del clan, oggi decapitato, che lo aiuterebbero a nascondersi sperando che con il passare dei giorni si allenti la pressione delle forze dell’ordine.
I poliziotti di Avellino sono invece sicuri di arrivare prima, conoscono bene Rivetti e i suoi “terminali” di un tempo e si ha l’impressione che il cerchio intorno a lui si stia chiudendo e la cattura essere ad un passo. Nonostante manchino testimoni oculari, gli investigatori tendono ad escludere il raptus omicida causato dalla gelosia nei confronti di sua moglie, una donna peraltro mai sfiorata da pettegolezzi di sorta. Pensano piuttosto ad un lucido e premeditato assassinio covato nel rancore: Elisa, insieme con i tre figli e l’anziana madre, era da pochi giorni tornata da una vacanza di due settimane al mare a cui il marito aveva acconsentito di malavoglia salvo poi a pentirsene: gli obblighi di polizia a cui era sottoposto, in seguito alle pesanti accuse di estorsione e lesioni guadagnate al servizio del clan, gli impedivano infatti di allontanarsi da Cervinara. In casa, da alcuni giorni si mostrava inquieto e irascibile, non perdonando alla moglie il fatto di averlo lasciato da solo per quella breve vacanza che invece da tempo Elisa pensava di meritarsi pagandola con il denaro guadagnato duramente come bracciante nelle serre di una azienda agricola della Piana del Sele. Nelle prossime ore, dopo l’autopsia disposta dal magistrato della Procura di Avellino, il corpo di Elisa Affinita sarà riconsegnato ai familiari per la celebrazione del funerale.