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Salute

Il tumore all’esofago. le novità in chirurgia oncologica

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Domani mattina, alle ore 8.30, presso il Centro Congressi dell’ Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, prenderà il via la due giorni dedicata agli appuntamento sugli aggiornamenti in Chirurgia Oncologica ed in particolar modo sulla trattazione del tumore dell’esofago, patologia relativamente rara ma che dimostra una forte incidenza nella sua forma più frequente: l’adenocarcinoma del tratto inferiore dell’esofago.
“Molti gli spunti di riflessione su questa patologia – afferma il dott. Dario Scrocco Primario della Divisione di Chirurgia dell’Ospedale Fatebenefratelli – dipendente, come sappiamo, da cause esterne riferibili, ad esempio, a stili di vita e alimentazione, estremamente aggressiva dal momento che il tasso di sopravvivenza a distanza si presenta molto limitato. Sappiamo anche che spesso la causa di ciò dipende da una diagnosi tardiva, dato che i tumori esofagei osservati sono considerati operabili solo nel 30%-40% dei casi. Inoltre, è stato dimostrato come l’intervento chirurgico in stadio precoce migliori la sopravvivenza dal 20% al 60% a 5 anni. Altro fattore che ha migliorato la prognosi di questi pazienti è il trattamento multimodale, dove chirurgia, chemioterapia e radioterapia concorrono ad aumentare la percentuale di operabilità dei pazienti affetti da questa malattia e la loro sopravvivenza a distanza”.
“Nell’effettuare la valutazione pre-operatoria – continua Scrocco – il chirurgo deve affrontare questa patologia considerando in primo luogo la qualità di vita del paziente, conducendo l’iter diagnostico-terapeutico in modo da ottenere una corretta selezione dei pazienti da inviare all’intervento, al fine di ottenere tassi di mortalità e morbilità che non ne compromettano ulteriormente il decorso.
Abbiamo voluto organizzare questo convegno essenzialmente per due motivi principali.
La prima motivazione ha origini dalla nostra esperienza che dimostra come la neoplasia dell’esofago possa avere correlazione con disordini alimentari, fumo oppure alcool. Per molti pazienti, soprattutto a causa della prevalente asintomaticità della malattia, consigliamo un accurato esame endoscopico, allo scopo di poter evidenziare precocemente una probabile neoformazione esofagea oppure una patologia, ultimamente in aumento, che interessa il terzo inferiore (esofago di Barrett), precursore del cancro della giunzione gastro-esofagea.
Il secondo motivo sottolinea invece l’importanza dell’assetto organizzativo di una struttura nell’approccio alla diagnosi ed alla cura della neoplasia dell’esofago. Tale aspetto risulta particolarmente interessante se si considera come molteplici realtà “periferiche” siano in grado di effettuare una efficace ed efficiente gestione del trattamento di tali patologie attraverso una eccellente assistenza pre e post-operatoria dei pazienti al pari di quanto avviene nei cd. Centri Dedicati.
Quindi, auspichiamo – conclude Dario Scrocco – che il fenomeno della “migrazione” dei pazienti venga compensato sempre di più dalla forza moltiplicativa di chirurghi specialisti disposti ad irradiare a livello periferico il proprio bagaglio esperienziale e conoscitivo”.

 

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