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Provincia di Benevento

Imprenditoria femminile: va sconfitto il Paese ‘conservatore’

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Si è celebrato presso il Salone delle Conferenze della Camera di Commercio di Benevento, il Convegno – Dibattito “Donne intraprendenti. Storia e storie d’imprenditrici a Sud”, parte integrante del progetto “Tutte queste vite”, ideato da Maria Francesca Ocone, promosso dall’assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Benevento, Annachiara Palmieri, e finalizzato ad una migliore conoscenza dell’universo femminile.

 

La riunione alla Camera di Commercio è stata organizzata dalla docente dell’Università del Sannio Rossella Del Prete che sta curando una ricerca approfondita sul lavoro al femminile.

 

A dare il benvenuto per l’ente camerale è stato Antonio Campese, Vice presidente, il quale ha auspicato che, sulla scia in omaggio alle tante eccellenze “rosa” in Campania, si possa registrare “un sempre maggiore successo delle imprenditrici e che con il supporto del Comitato per l’imprenditoria femminile presso le Camere di Commercio si possa aiutare questo percorso di rinnovamento socio-economico del territorio. Nella crisi le donne riescono ad affrontare le difficoltà meglio degli uomini – ha detto Campese, che ha auspicato che le testimonianze delle imprenditrici in Sala possa essere di stimolo per tutti”.

 

Pasquale Massaro della CNA di Benevento, ha detto di ritenere “che le donne siano una grande risorsa per la ripresa e per il rilancio dell’economia del Sannio. Nella scorsa settimana abbiamo costituito il Comitato impresa donna che ha visto una partecipazione incredibile per dare un contributo anche in termini di rappresentanza. Va sottolineato che buona parte dell’ossatura economica è retta dall’impresa femminile, e molto spesso le Istituzioni da questo punto di vista non hanno la necessaria attenzione né si mettono in campo politiche per sostenere e far crescere questa forte e fondamentale risorsa per l’economia del Sannio”.

 

L’assessore provinciale alle pari opportunità, Annachiara Palmieri, ha ricordato che le “istituzioni, ognuna per la sua parte, hanno in essere molti progetti che si accompagnano a politiche di formazione, di prevenzione e di pari opportunità. L’originalità del progetto “Tutte queste vite” e la sua connessione con le politiche dell’Assessorato sta nel tentativo di parlare del mondo delle donne con un linguaggio tipicamente femminile: una lingua che riguarda il privato, i sentimenti, i racconti. Le donne si prendono cura degli altri, sono sostegno della salute, della famiglia, sono le risorse attive che si fanno carico del benessere comune. Per questo motivo è fondamentale dare a loro il giusto riconoscimento sociale. L’aspirazione e l’auspicio è che tutti i soggetti istituzionali ed economici presenti possano collegarsi con il progetto e le sue referenti per le diverse azioni riconoscendo alle competenze di cui “responsabilmente ed intelligentemente” ci siamo avvalsi un ruolo di attivazione per condurre un’azione sociale, ma anche economica, importante per il territorio affinché si producano i molti sviluppi che stiamo immaginando”.

 

Molto importante è stata la testimonianza Monica De Vargas Machuca, presidente Associazione “I Decumani e le strade dell’arte” e di Emmedivi. “Il lavoro è il fondamento della nostra Costituzione, e non siamo in un buon momento – ha detto la presidente. L’imprenditoria femminile è sempre stata molto combattuta e osteggiata soprattutto in questa epoca: il momento è davvero delicato. Questo non vuol dire però che non si debba insistere sul promuovere il lavoro al femminile. Ora il problema è valutare chi è in grado di creare lavoro e chi è in grado di crearsi il lavoro, con tenacia, con passione, cercando di utilizzare gli strumenti a nostra disposizione che spesso sono poco pubblicizzati. È un convegno dove forse bisogna continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno e smetterla di lamentarci del vuoto. Per me, venendo da Napoli, quello di Benevento è un territorio meraviglioso: quello che io suggerisco è la solidarietà al femminile, cioè tra le donne. Suggerisco dunque la rete, soprattutto in un territorio piccolo”.

 

La curatrice del progetto, Ocone, ha spiegato che “Tutte queste vite”, titolo del progetto, è tratto da una frase di Virginia Woolf dal libro “Una stanza tutta per sé”. In questo libro la scrittrice risponde ad una domanda sulle donne e il romanzo: pensando a tutti gli aspetti della vita delle donne (la famiglia, il lavoro, il loro pensiero, la loro vita creativa) giunge alla conclusione che: “ tutte queste vite sono ancora da registrare”. Oggi, chi sia interessato – ha detto la Ocone – “troverà decine di analisi, di statistiche, di studi, sulle mancate consapevolezze delle donne in merito al proprio valore sociale e alle conseguenze sociali, economiche, politiche che la loro non registrazione produce”. “La mia personale esperienza, di vent’anni di laboratori con gli adolescenti, mi ha restituito gradi di consapevolezza circa le aspettative di vita e di futuro nella famiglia e nella società sempre meno realistici, sempre più stereotipati”.

 

E’ quindi intervenuta la Del Prete, la quale ha auspicato che possa partire da Benevento un progetto rivolto all’intero Mezzogiorno d’Italia per il riconoscimento di una vera pari opportunità uomo-donna.

 

Viviamo in un Paese profondamente “conservatore”, ha detto la Del Prete, che ancora oggi, nel 2011, possiede il primato dei più bassi tassi ufficiali di attività femminile e di crescita demografica tra i paesi OCSE e dove imperversa lo spreco di “risorse umane”, femminili soprattutto, ma anche giovanili. Un Paese – ha proseguito la docente – dove si invocano continuamente il talento, l’originalità, l’intraprendenza, l’innovazione, ma si ha poi paura di aprire le porte a chi il talento, l’originalità, l’intraprendenza, l’innovazione, e aggiungerei “la determinazione”, ce l’ha davvero per dare una spinta allo sviluppo del nostro territorio, del nostro Mezzogiorno e dell’intero Paese. Viviamo in un Paese dove chi detiene il potere, qualunque esso sia (politico, istituzionale, economico o religioso) si preoccupa esclusivamente di conservarlo, temendo l’intraprendenza e guardandosi bene dal valorizzarla laddove la trova.

 

Nel corso degli ultimi cinquant’anni – ha aggiunto la relatrice – si è assistito ad un consistente aumento della presenza delle donne in diversi settori professionali, tanto da poter parlare di processo di “femminilizzazione del mercato del lavoro” che, insieme ad altri fattori, quali la flessibilità del lavoro, la crescita dei servizi all’impresa e alla persona ed il ruolo della comunicazione nella sfera della produzione, hanno definito i caratteri della nuova economia. Le donne hanno fatto breccia nel mondo del lavoro retribuito portandovi dentro sguardi, modi di collocarsi differenti e hanno determinato un sorprendente ed inaspettato “divenire femminile del lavoro”. Tuttavia, nel nostro Paese, ed ancor più nel nostro Mezzogiorno, secondo la Del Prete, le opportunità economiche e professionali per le donne risentono ancora, quando vi sono, di retaggi culturali difficili da rimuovere. «Per una donna la partecipazione al mercato del lavoro deve necessariamente tener presente alcune condizioni favorevoli, quali l’ambiente, la disponibilità e l’accessibilità di servizi per l’infanzia, dei servizi di consulenza professionale, persino del sistema dei trasporti. Senza queste condizioni, unite alla disponibilità di posti di lavoro ed alla loro capacità di attrazione, all’istruzione ed alla formazione del capitale umano, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è seriamente compromessa. Tuttavia, nonostante le tante difficoltà ancora irrisolte, analizzando le trasformazioni che hanno interessato il mercato del lavoro negli ultimi decenni sembrano emergere nuove opportunità per possibili condizioni occupazionali delle donne. Nel Mezzogiorno, in particolare, dove si delinea uno scenario sconfortante sul piano dell’occupazione (circa 280mila posti di lavoro persi nel 2008), ciò che più preoccupa – ha proseguito la docente – è il fenomeno di scoraggiamento che sta colpendo soprattutto donne e giovani e che spinge le prime ad evitare di entrare nel mercato del lavoro e i secondi a ritardare il loro ingresso».

 

“Il tasso di occupazione femminile – ha quindi rilevato la Del Prete – in Campania, alla fine del 2007, risultava essere il più basso del Paese e tra i peggiori in Europa. Il permanere di ostacoli di tipo culturale e strutturale non facilita certo la situazione; tuttavia, ha aggiunto la docente, sul versante dell’imprenditorialità femminile, lo scenario occupazionale del Mezzogiorno si arricchisce di nuovi significati: la possibilità della donna di diventare imprenditrice da un lato sembra essere il prodotto di una libera scelta tesa a spazi di indipendenza e di autonomia; dall’altra si presenta come una sorta di percorso obbligato per la donna che voglia sottrarsi al destino della disoccupazione o dell’emigrazione.

 

Se a questo aggiungiamo il disinteresse della storiografia italiana – in particolare di quella economica e dell’impresa – per il tema del lavoro delle donne, è evidente come la stessa ricerca empirica sia in parte responsabile della scarsa consapevolezza pubblica dell’importanza del contributo femminile allo sviluppo economico del Paese. E’ per questo  che, approfittando di un progetto più ampio, rivolto alle donne, ma non solo a loro, nella consapevolezza che qualunque intervento mirato, sebbene rivolto ad una sola categoria del sociale, si riversa sempre sulla sua complessità, sperimentando nuove metodologie di ricerca (ecco che torna il valore dell’innovazione!) lanciamo qui, oggi, ufficialmente, un ambizioso progetto di studio e di valorizzazione dell’intraprendenza delle donne del Mezzogiorno. Tra gli obiettivi – ha ancora aggiunto la relatrice – vi è quello di sostenere e rivendicare, con forza, il riconoscimento sociale del contributo femminile allo sviluppo economico del Paese; quello di valorizzare la dimensione regionale dello sviluppo dell’imprenditorialità femminile in prospettiva storica; quello di favorire un importante momento di riflessione sulla cultura imprenditoriale del nostro Mezzogiorno; quello di creare un network che sia di aiuto alle donne che fanno o che vogliono fare impresa.

 

L’originalità del progetto – ha proseguito la docente – sta nel fatto che una simile azione, che verrà condotta a livello interdisciplinare, interistituzionale ed interregionale, parte da Benevento, la provincia con il più alto numero di imprenditrici donne (almeno sulla carta!) di tutta la Campania, per estendersi all’intero Mezzogiorno. Insomma, un modo come un altro – ha concluso la Del Prete – per fare impresa … al femminile”.

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