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CULTURA

‘L’Italia safina. Dalla preistoria alle Forche Caudine”

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Mercoledì 4 maggio, alle ore 18.30, la Fondazione “Gerardino Romano”, presso la sede sociale in piazzetta G. Romano, n. 15, Telese Terme, ospiterà gli autori del volume “L’Italia Safina. Dalla preistoria alle Forche Caudine”, pubblicato nel 2009: Massimo Cavalluzzo e Luciano D’Amico. L’incontro, coordinato da Felice Casucci, si iscrive nel ciclo dei dibattiti culturali organizzati dalla Fondazione Gerardino Romano per far conoscere l’antica storia dei fieri e ribelli Sanniti (Safini nel linguaggio osco originario), i loro costumi, la loro storia, portata a monito delle lotte successive per l’indipendenza politica. L’Italia preistorica è da sempre oggetto di ricerca e di studio. Grazie a sempre nuovi ritrovamenti archeologici ed alla aumentata attenzione degli studiosi per le vicende che interessarono le popolazioni preromane, oggi è possibile riempire alcune lacune interpretative sul processo fenomenologico che interessò il consolidamento etnico di quelle che vennero definite "genti italiche". Oggetto di questo lavoro è il tentativo di ricostruire il meccanismo antropologico che portò alla aggregazione socio-politica degli indoeuropei di lingua osca stanziatisi nella penisola italica, i cui usi e costumi, al momento dell’affermarsi della Civiltà Etrusca e dell’invasione coloniale degli Ellenici, apparivano decisamente differenti da tutti loro, non perché più arretrati ma solo perché dipendenti da fattori di sviluppo sociali ed economici diversamente caratterizzati. Con questo lavoro gli autori ci mostrano i caratteri di una non più ignorabile Coinè Osca caratterizzante un popolo etnicamente compatto, istituzionalizzatosi molto prima di quanto fino ad ora si è creduto ed i cui tratti emergono non solo grazie all’archeologia ma in particolare grazie alla rivisitazione correttiva, da parte di molti eminenti studiosi, della cronologia assegnabile al consolidamento etnico delle società preistoriche indoeuropee. Appare così un quadro diverso della storia italica e, in particolare, quella dell’ultimo millennio prima dell’era cristiana, periodo nel quale fu il “Popolo Osco” a contrapporsi aspramente ad Etruschi, Italioti della Magna Grecia e infine a Roma, ostacolata a lungo nel suo progetto di egemonia grazie sia alla unità politica che agli strumenti bellici adottati dagli Osci. Gli autori, ancora, rivisitando gli avvenimenti storici del IV sec. a.C. alla luce delle ultime e oramai pacifiche correzioni della errata cronologia liviana, collocano il lungo scontro bellico che contrappose Roma ed Italici centromeridionali nel più ampio contesto dei rapporti internazionali che li vide coinvolti nel disegno di conquista di Alessandro Magno, con una ricostruzione in cui il dove, il come ed il quando i Romani vennero sconfitti dai Sanniti nella famosa battaglia delle Forche Caudine, vengono svestiti del mistero della leggenda e riportati nella loro puntuale sede storica.

***

Massimo Pellegrino Cavalluzzo, avvocato, scrittore e cultore di storia antica, fin dagli anni ’70 è stato collaboratore di riviste e periodici locali e tra i fondatori dell’associazione culturale “Tra il Sabato ed il Calore” di Benevento. Autore di numerosi articoli di carattere storico, è co-autore e curatore nel 1998 della monografia dal titolo “La morte di Manfredi, re di Sicilia”, seguita da altre due monografie dal titolo “Arechi: principe dei Longobardi e duca dei Sanniti : la nascita del principato longobardo di Benevento” pubblicata nell’anno 1999 e “Anno 321 a. C.: Le Forche Caudine ed il Trattato della Vergogna” edita nel 2000. Socio fondatore dell’Associazione Culturale Tovtìks con sede a Frasso Telesino, ha pubblicato per quest’ultima, nel 2005, “Una catapulta Sannite”.

Luciano D’Amico, Dottore in giurisprudenza, vive a Frasso Telesino, nel cuore del Sannio Caudino che da sempre è oggetto delle sue esplorazioni archeologiche. Socio fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale Tovtìks, ha pubblicato numerosi articoli di carattere storico-sociale su riviste locali. Appassionato di archeologia e profondo conoscitore del territorio sannita, ha individuato diversi siti di interesse archeologico prima sconosciuti ed ha al suo attivo diversi ritrovamenti di materiale preistorico, consegnato poi alla locale Sovrintendenza dei Beni Archeologici, tra cui un coltello di ossidiana splendidamente ben conservato e riferibile al periodo eneolitico. Ha preso parte in qualità di relatore a convegni-dibattiti ed ha collaborato alla monografia curata nel 2006 da Flavio e Ferruccio Russo per le Edizioni Esa “Indagini sulle Forche caudine. Immutabilità dei principi dell’arte militare”, che suffraga la teoria che vede in Piana di Prata la località della famosa sconfitta romana.
 

 

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