POLITICA
‘Credo che Ricciardi non abbia neppure letto il documento’

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Il Presidente del Consiglio Provinciale di Benevento, Giuseppe Maria Maturo, ha replicato con queste dichiarazioni all’intervento del consigliere provinciale Luca Ricciardi che lo ha chiamato ieriin causa circa la proposta di modifica al Regolamento dei lavori dell’Assemblea.
«Nelle esternazioni del consigliere Ricciardi, che vuole camuffare i fatti e cioè che la minoranza in Consiglio non ha i numeri per mettere in crisi l’Amministrazione Cimitile, si colgono una lunga serie di imprecisioni. Di più: a mio avviso il Ricciardi, quando afferma che le proposte emendative del Regolamento dei lavori del Consiglio vorrebbero disciplinare il numero legale per la seconda convocazione portando da 12 a 8 il numero dei Consiglieri presenti in Aula, vuol dire che non ha letto affatto il documento. Dico questo perché le proposte portano da 8 a 9 il numero legale per la seduta in seconda convocazione; mentre, per la prima, lo fissano in 12, per evitare gli equivoci passati e, comunque, attestandolo ad una quota ben superiore a quella prevista per legge che resta ad 8. Basterebbero solo queste due notazioni per qualificare nella loro giusta luce i rilievi di Ricciardi, il quale fa finta di non capire che, se la minoranza fosse in grado di presentare in maniera compatta 12 Consiglieri in Aula, potrebbe impedire l’approvazione degli ordini del giorno di una maggioranza che invece è coesa. Ma Ricciardi va oltre. Egli accusa il sottoscritto di essere il protagonista di una stagione di trasformismi, un po’ come succede in campo nazionale, e che, in verità, coinvolge invece il suo stesso schieramento e non ha mai interessato chi parla. Dal 1993, infatti, cioè da quando sono entrato in politica, io ho militato in un solo partito, gli elettori mi hanno appoggiato calorosamente e mi hanno eletto in uno schieramento del centrosinistra: ed è proprio in questa collocazione che io sono sempre rimasto proprio là dove il corpo elettorale mi ha dato la sua fiducia. L’UDEUR nel Collegio dove sono stato eletto aveva appoggiato un Candidato di una lista collegata, ritenuto più debole, come in effetti fu verificato al termine dello spoglio: pertanto, Ricciardi farebbe bene ad indirizzare le proprie accuse proprio a chi gli siede accanto nei banchi della minoranza e non a chi, come me, ha avuto solo la coerenza come faro di guida nelle vita pubblica. Né Ricciardi può accusarmi di aver dato corso a scelte politiche in funzione della conservazione di una poltrona ben remunerata, poiché egli dovrebbe sapere bene che, per rinunciare a quella carica, conquistata grazie al quotidiano impegno politico personale, avevo ricevuto lusinghe per ben altre poltrone molto meglio remunerate.».