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Covid, la CIMO-FESMED attacca l’Unità di crisi regionale: “Ennesimo schiaffo alla sanità del Sannio”

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“La Federazione CIMO-FESMED prende atto dell’atteggiamento assunto dalla Unità di Crisi della regione Campania nei confronti dell’Azienda ‘San Pio’ per i recenti provvedimenti che penalizzano fortemente sia il personale sanitario che i cittadini sanniti. Cinque mesi di latitanza e poi l’improvvisa apertura di posti letto di terapia intensiva e subintensiva in numero nettamente superiore ad altre strutture ospedaliere della regione con la finalità di rendere il San Pio “valvola di sfogo” per l’area metropolitana; il tutto senza incremento del personale medico ed infermieristico”. Così in una nota Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED.

“Tanto lo dimostrano gli indici di mobilità attiva e la rincorsa a superare i numerosi problemi logistici ed organizzativi – spiega -. La disposizione, non programmata ma perentoria, ha costretto il management ad assumere decisioni davvero complesse con responsabilità che sono da ricondurre ai vertici regionali. Premesso ciò si rappresenta che il San Pio è attualmente dotato di 4 rianimazioni (2 covid, 1 standard, 1 al PO di S. Agata) con 26 posti letto di terapia intensiva, con 21 anestesisti al Rummo, 3 per le sale operatorie e 5 a S. Agata. A loro è stato chiesto un grande sforzo nel garantire l’assistenza sanitaria che è ben al di sotto dei livelli minimi (ne occorrerebbero almeno 40 unità) e la grave carenza è surrogata da oltre 900 ore di lavoro aggiuntivo mensile. La buona compliance tra management e personale medico, che ha permesso di andare avanti con grandi sacrifici, è stata vanificata dall’ultima disposizione regionale del 10 novembre che richiede alle aziende di tutte le Province, esclusa Caserta e Salerno, di mettere a disposizione medici rianimatori per tamponare le carenze di Napoli.

CIMO-FESMED – attacca la nota – non sopporta più che la Provincia di Benevento sia continuamente “taglieggiata”, non ultimo la richiesta, ad inizio anno, di circa 600 unità sanitarie ma autorizzate solo nella misura di un terzo. Considerata la gravissima carenza di medici, togliere anche una sola unità per destinarla ad altre aree della regione significa togliere l’assistenza ai pazienti del Sannio ma, soprattutto, “massacrare” i pochi medici rimasti. CIMO-FESMED ritiene che la sanità del Sannio non possa continuare a subire atti discriminatori da parte della regione ed in particolare del Direttore Generale della Sanità e del Coordinatore dell’Unità di Crisi nelle persone dei Dott. Postigione e Giulivo; ritiene che i pazienti e i sanitari della Provincia di Benevento hanno gli stessi diritti della aree da loro “protette” e, per questo motivo, si rende indispensabile una immediata sostituzione della dirigenza con figure imparziali, perché il Covid, purtroppo colpisce anche i pazienti e i sanitari del Sannio. La politica locale è chiamata a dare una risposta”.

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