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L@p Asilo31: continua l’iniziativa con i gruppi di acquisto popolare

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“Anche nella giornata di domani presso il L@p Asilo 31, come sabato scorso, i gruppi di acquisto popolare si attiveranno per l’accesso a beni di prima necessità a prezzi calmierati. Ogni giorno aumenta la rete di aderenti al gap, che attraverso la spesa collettiva riescono ad acquistare beni di ottima qualità a prezzi più bassi rispetto a quelli della grande distribuzione”. Ad annunciarlo è un comunicato dell’associazione.

“L’acquisto di beni a chilometro zero – si legge – dimostra che è possibile in maniera concreta combattere il caro-vita e la speculazione del mercato sui beni alimentari. Anche nella filiera alimentare infatti oggi è possibile scorgere una divisione di classe, uno spartiacque che ogni giorno aumenta sempre di più: i prodotti di ottima qualità diventano appannaggio dei ricchi mentre un numero sempre maggiore di persone, di famiglie è costretto a fare sacrifici ed acquistare prodotti di dubbia qualità che a lungo andare possono creare disturbi e intolleranze alimentari”.

“Sono sempre maggiori – prosegue – le file presso i discount, presso le strutture assistenziali, delle persone che fanno sacrifici per poter campare e arrivare a fine mese. Il Governo Monti e i media che fanno propaganda fanno realmente credere che la causa della crisi sta nei cittadini stessi che in questi anni hanno sperperato, negli operai a 1000 euro al mese che hanno fatto la pacchia, negli impiegati e dipendenti pubblici che hanno fatto vacanza per diversi anni. Si nasconde invece la realtà dei fatti, che i maggiori responsabili della crisi, sono gli stessi tecnici, banchieri che oggi chiedono a noi i sacrifici”.

“Crediamo – aggiungono – che maledire la crisi e il caro vita non serva a nulla, è necessario mettere in campo azioni concrete che innanzi tutti rispondano ai bisogni delle persone oggi piegate dalla crisi del capitale. Il gruppo di acquisto popolare diventa dunque non solo uno strumento che crea maggiori legami solidali nel quartiere ma anche una forma di autorganizzazione dal basso dei soggetti colpiti dalla crisi economica per ottenere beni locali e di buona qualità a prezzi accessibili, questo anche grazie soprattutto alla rete di piccoli produttori locali che si sono messi a disposizione”.

“Gruppi di acquisto popolare e sovranità alimentare, intesa come diritto dei popoli a un cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici, in forza del loro diritto a definire i propri sistemi agricoli e alimentari. Pone le aspirazioni e i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti al cuore del sistema e delle politiche alimentari. Offre una strategia di resistenza e smantellamento rispetto all’attuale regime commerciale alimentare sostenuto dalle corporazioni e un orientamento per i sistemi alimentari, agricoli, pastorali e della pesca definiti dai produttori e utilizzatori locali”.

“La Sovranità alimentare – sottolineano – promuove un commercio trasparente che garantisca redditi equi a tutte le persone così come il diritto dei consumatori al controllo della propria nutrizione. La Sovranità alimentare implica nuove relazioni sociali libere da opressione e ineguaglianze fra uomini e donne, popoli, gruppi etnici, classi economiche e generazioni”.

“In questi anni in diverse occasioni abbiamo proposto alle istituzioni di farsi portatrici di questa iniziativa, istituendo una casa del chilometro zero, dove i prezzi dei beni venissero controllati e calmierati, non come è accaduto con esperimenti di mercatini a chilometro zero dove i prezzi erano più alti della grande distribuzione”.

“Purtroppo – conclude il comunicato – le istituzioni ancora interpretano questi tipi di intervento, come missioni caritatevoli e assitenziali per i poveri e non come tentativi di intervenire sul mercato contro la speculazione, riconsegnando potere di acquisto ai cittadini e soprattutto valorizzando la piccola produzione locale”.

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