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Sindacati

Presunta malasanità e liste d’attesa al “Rummo”. Intervengono i sindacati

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Le segreterie provinciali Nursing-Up, FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL di Benevento facendo seguito a quanto denunciato da alcune testate giornalistiche in merito alle liste di attesa e ad alcuni casi di presunta malasanità presso l’Azienda Ospedaliera “Rummo”, a tutela dei tanti operatori che svolgono con abnegazione il loro lavoro, precisano che: per le “liste d’attesa” le prestazioni riguardanti l’assistenza di base non sono di competenza del presidio ospedaliero ma dell’assistenza territoriale; alcune prestazioni sono erogate, anche se non dovute, in regime ambulatoriale a tutti i pazienti che a vario titolo hanno fruito di trattamenti ospedalieri; altre prestazioni prenotabili presso il nosocomio subiscono dei tempi di attesa oltre i termini ritenuti congrui in quanto le stesse prestazioni o non sono erogate dal territorio o richieste in maniera eccessiva al Rummo pur in presenza di un’offerta dell’ASL come testimoniano le motivazioni sulla chiusura dei laboratori dell’ASL”.

L’azienda – prosegue la nota congiunta – dovendo garantire solo prestazioni ambulatoriali di II° livello potrebbe certamente diminuire i tempi di attesa all’utenza se si avesse a disposizione un’offerta pubblica più ampia ed erogata territorialmente in modo da ridurre i disagi.

In merito poi ai cosiddetti casi di malasanità risulta – seconodo le sigle sindacali – che in Azienda è adottata da tempo la procedura per i casi di malattie ad alto contagio infettivo e che vi sono stati in passato riscontri positivi nella sua applicazione; se ci fosse stato un caso di negligenza, come denunciato su alcuni giornali, in merito all’applicazione di detta procedura siano gli organi competenti ad effettuare le dovute valutazioni ed esprimere i relativi giudizi non certamente le persone non legittimate.

Ci sembra – concludono i sindacati – che, pur rispettando il diritto all’informazione, si stia perpetuando un’accanimento che non può far altro che sfiduciare l’opinione pubblica sulle prestazioni che vengono erogate dall’Azienda tramite i suoi operatori; pertanto chiediamo al Direttore Generale quali atti intenda porre in essere a tutela dell’immagine ed onorabilità dell’ospedale e degli operatori”.
 

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