POLITICA
Provincia di Benevento, argomento chiuso: presentato l’emendamento del Governo

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Del futuro c’è, ormai, certezza.
E’ stata, diciamoci la verità, la materia stessa di cui era composta la cosiddetta manovra anticrisi del Governo, quella fatta e rifatta ad agosto, a rendere così intricata la matassa che il destino della Provincia di Benevento (e delle altre coinvolte dal testo dell’art. 15 del decreto 138) – destino supportato in loco dai fans della retorica più spinta -, era davvero scritto in avvio. Impossibile farla fuori nel modo previsto dal balbettante dettato normativo.
E’ finita, in sostanza la breve stagione dell’orgoglio sannita, resuscitato nella seconda metà di agosto (e si apre quella del ragionamento politico sulle modalità costituzionali da seguire e quella della riflessione, sempre politica, per giungere ad una definizione concreta del ruolo degli enti locali del nostro territorio). E’ finita perché si sono materializzati tre emendamenti in Commissione Bilancio del Senato (altri sono venuti dopo le ore 17), a cura proprio del relatore di maggioranza della legge, Antonio Azzolini, e almeno due di essi dirimono le annose vicende sulle quali si è dibattuto.
Salta, dunque, la proposta di abolizione delle province con una popolazione superiore ai 300 mila abitanti : verrà chiesto lo stralcio per pensare con calma ad un Disegno di legge costituzionale. Ma rimane in vigore, dalla prossima tornata elettorale (2013, nel Sannio), il dimezzamento dei consiglieri e degli assessori provinciali previsto dall’articolo 15.
Con un altro emendamento si riscrive l’articolo 16, perché i comuni con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti avranno l’obbligo di esercitare in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici tramite “un’Unione di comuni” (la popolazione dovrà essere superiore alle 5000 anime; 3000 invece se i componenti dell’Unione appartengono o siano appartenuti a comunità montane). Sono affidate all’Unione, per conto dei comuni che ne sono membri, la programmazione economico-finanziaria e la gestione contabile.
Infine, anche se sembra non avere nulla a che fare con le vicende di casa nostra, nell’immediato, c’è un emendamento che viene a modificare la norma sull’incompatibilità fra le cariche pubbliche nazionali e altre cariche pubbliche (locali ed europee). In sostanza, le cariche di deputato e senatore, ma anche altre cariche di governo, sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva relativa agli organi di governo di enti territoriali con oltre 5 mila abitanti. Se ne parla dal prossimo mandato, e questo significa che alcune ambizioni alte (e ce ne sono anche nel Sannio) dovranno essere accompagnate da necessarie dimissioni…