ECONOMIA
I green jobs sono il futuro? I dati dicono di sì: nel Sannio ‘competenze verdi’ per il 76% dei lavori

Ascolta la lettura dell'articolo
Il futuro è la green economy e la transizione energetica cambierà il mondo del lavoro. Sono frasi che negli ultimi mesi abbiamo sentito innumerevoli volte senza, però, riuscire a dare un senso concreto a quello che si preannuncia essere un cambio epocale; una sorta di nuova rivoluzione industriale.
Per gli addetti ai lavori, evidentemente, è tutto molto chiaro, ma per entrare in contatto con una nuova realtà, che volenti o nolenti, impatterà sulle nostre vite vengono in soccorso alcuni dati pubblicati recentemente da Unioncamere nell’ultima edizione del volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior e Anpal, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio ‘Tagliacarne’.
Quello che emerge è un dato decisamente interessante: a livello nazionale nel 2021 le imprese hanno richiesto al 76,3% delle assunzioni programmate – pari a oltre 3,5 milioni di posizioni – competenze green, e nel 37,9% dei casi con un grado di importanza per la professione elevato. Numeri che restituiscono un quadro decisamente più chiaro sull’importanza, per chi entra nel mercato del lavoro, di competenze in ambito green.
“Il 2021, infatti, ha registrato il recupero degli investimenti delle imprese nella Green Economy: il 24,3% delle aziende dell’industria e dei servizi – spiega il documento – ha investito in tecnologie e prodotti green (+3 punti percentuali rispetto al 2019) e il 52,5% ha investito in competenze green, ripristinando la dinamica positiva che si osservava prima della pandemia. Questi risultati sottolineano l’impegno delle imprese verso la transizione green, fattore ancor più strategico oggi per superare le fortissime tensioni nel campo energetico dell’approvvigionamento delle materie prime per la guerra in Ucraina”.
Anche il Sannio non si discosta dalla media nazionale: secondo le analisi, infatti, sul totale degli ingressi nel mondo del lavoro il 76,5% è legato a ‘competenze verdi’ e per il 73% sono richieste esperienze specifiche.
Al momento, i profili professionali più gettonati sono tecnici delle costruzioni (78,6%), ingegneri civili (71,2%), ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni (64,5%), tecnici di reti e sistemi telematici (57,8%) e tecnici della gestione dei cantieri edili (55%).
Se, attualmente, il comparto edilizio è quello più impegnato nella rivoluzione verde per il prossimo quinquennio il panorama è ancora più ampio e affascinate.
Le previsioni, infatti, dicono che i progettisti di edilizia sostenibile saranno tra i più richiesti, ma entrano anche figure oggi sottovalutate. Ad esempio, saranno sempre più necessari giuristi esperti in materia ambientale, economisti specializzati in contabilità verde, ma anche installatori di impianti a basso impatto energetico e responsabili di acquisti green nella piccola e grande distribuzione.
Un quadro che spinge anche alcuni corsi di laurea dove ottenere competenze decisive: cresceranno le richieste nel settore agrario e agroalimentare che si affiancherà, ovviamente, a tutti gli indirizzi di ingegneria, architettura e statistica. Si tratta di percorsi specifici che potrebbero dare una risposta anche all’annoso tema dello spopolamento visto che nel Sannio sono diverse le aziende, soprattutto nel settore energetico rinnovabile, che già oggi sono a caccia di talenti da inserire negli organici aziendali. Non solo, nel campo dell’ingegneria, l’ateneo del capoluogo vanta un dipartimento di eccellenza che potrebbe divenire un polo specialistico in campo green.