AMBIENTE
Il Sannio perde il 59% dell’acqua: reti ‘colabrodo’, ma i fondi non arrivano

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Nella provincia di Benevento il 59% dell’acqua immessa in rete viene dispersa. Il dato emerge dall’ultimo rapporto Istat sulla risorsa idrica relativo al 2020 e rielaborato dal team di Infodata de “Il Sole 24 Ore”. Secondo l’analisi, nelle città capoluogo sono andati persi 41 metri cubi di acqua al giorno per ogni chilometro di rete idrica, ovvero poco più di un terzo del totale.
La rete idrica, sottolinea ancora l’Istituto di statistica, presenta criticità che in alcune aree raggiungono livelli molto importanti: in capoluoghi come Chieti, Latina, Belluno o Siracusa oltre due terzi dell’acqua immessa va perduta. D’altra parte, in località come Macerata, Pavia, Como, Biella, Livorno, Milano e Pordenone le perdite risultano sotto il 15%. Il Sannio non fa una bella figura con oltre la metà dei volumi immessi che vengono dispersi prima di giungere nelle abitazioni.
“Tali perdite – spiega lo studio – sono da attribuire a fattori fisiologici presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, e a fattori amministrativi, riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi, per una quota che si stima pari al 3%”.
Un tema che Ntr24 aveva già affrontato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua con il presidente di Gesesa, Domenico Russo, che in visita alla Bilingue per il tour nelle scuole aveva parlato di “una realtà critica”.
“Nella nostra struttura aziendale – aveva aggiunto – abbiamo inserito specifiche figure preposte all’individuazione e alla riparazione di perdite, ottenendo ottimi risultati (nel 2021 siamo scesi al 54,9%), ma occorre ben altro per andare a fondo della questione. Dobbiamo intercettare i fondi PNRR e predisporre un’efficace sinergia istituzionale”.
E proprio sui finanziamenti del Piano di ripresa e resilienza che si gioca la partita più importante per il distretto Calore Irpino che raccoglie le provincie di Avellino e Benevento. In sostanza, i progetti presentati da Gesesa e Alto Calore non sono stati finanziati perché manca il gestore unico: secondo il Ministero, infatti, le proposte giunte dal nostro territorio non possono essere accolte perché non è prevista l’ammissibilità delle richieste mancando, appunto, il gestore unico che è il soggetto deputato alla prestazione delle istanze. Tra l’altro si tratta di un caso legato alle aree interne della regione, visto che gli altri distretti sono riusciti ad accedere agli stanziamenti.
Come si ricorderà, sulla questione era intervenuta anche la senatrice Sandra Lonardo con una interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. Per ora, però, non ci sono novità sostanziali. “Dobbiamo risolvere al più presto questa situazione – ha commentato Russo – per provare ad intercettare i fondi legati alla prossima tranche di interventi che sono previsti nei prossimi mesi”.
Intanto, sullo sfondo si affaccia anche il tema della diga di Campolattaro. Il sindaco Mastella, chiarendo su alcuni interrogativi in merito alla realizzazione dell’opera ha affermato: “Gli interventi previsti per la distribuzione delle risorse idriche della diga, innanzitutto risolveranno in via definitiva le problematiche dell’approvvigionamento potabile della Provincia di Benevento”. Una dichiarazione importante e che sottolinea come la risorsa idrica sarà centrale nello sviluppo del Sannio e nell’approvvigionamento di buona parte della Campania. L’opera, inoltre, rientra insieme ad altre dieci in quella che è stata definita la ‘corsia ultraveloce’ di Mario Draghi.
Da un lato, dunque, si spinge per la realizzazione, ma dall’altro non si concedono fondi per riqualificare la rete che dovrà far ‘viaggiare’ l’acqua dell’invaso sannita. Si tratta di una circostanza quantomeno singolare, se non dovessero arrivare i sostegni per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione: in altre parole, significa che stiamo potabilizzando l’acqua di Campolattaro per buttarne via il 59% durante il tragitto per raggiungere le utenze sannite.
L’appello è rivolto anche alle istituzioni per accelerare l’iter per la scelta del gestore unico: un ritardo che oggi rischia di pesare moltissimo sul futuro del Sannio e dell’Irpinia.