ECONOMIA
Sannio, dal 2002 crollo nascite del 26,4%. Denatalità record al Sud

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Il Sannio e la denatalità. Un problema serissimo sul quale si discute da anni e che riguarda tutta l’Italia e in particolare il Sud. L’ultimo terrificante quadro ci arriva dal ‘Il Sole 24 Ore’ che fotografa la nostra provincia al 58esimo posto per aree dove le nascite calano di più.
Secondo quanto riferisce il quotidiano economico, in base a dati Istat, tra il 2002 e il 2020 c’è stato un tasso di natalità del -26,4%, di circa un punto in meno rispetto alla media nazionale che in 18 anni si è attestata sul -27,7%. Molto peggio rispetto a noi Napoli (19esima con il -32,3%), Avellino (38esima con il 29,7%) e Caserta (44esima con il -28,4%). Salerno si piazza invece al 67esimo posto con un -25,3%.
A pesare sulla netta flessione sono sicuramente lo spopolamento e la crisi del mondo del lavoro, pilastro fondamentale per porre basi solide a progetti di vita familiare.
Da quanto emerge dalla classifica, è un vero e proprio tracollo nel Mezzogiorno: a Barletta Andria Trani oggi i nuovi nati iscritti all’anagrafe ogni mille abitanti sono il 40% in meno rispetto a vent’anni fa. In Sardegna, a Sassari e Oristano, sono quasi il 38% in meno.
Fanalino di coda della classifica sono Parma, Trieste e Bolzano, dove il calo demografico, pur essendo meno duro, segna comunque una differenza del 13 rispetto al 2002. Ad influire sui dati e a mitigare la situazione sono le condizioni di vita e di benessere diffuso, che hanno permesso alle province di piazzarsi anche ai primi posti nelle graduatorie sulla Qualità della Vita con politiche che facilitano i giovani a metter su famiglia.