Calcio
‘Comportamenti illeciti incompatibili con i princìpi di lealtà’

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Comportamenti "illeciti", che suscitano "un rilevante allarme generale, palesemente incompatibili con i principi di lealtà, correttezza e probità". La Commissione disciplinare non usa giri di parole per descrivere l’ambiente nel quale è maturato l’illecito sportivo relativo al Calcioscommesse e che ha portato a sanzioni pesanti per club e tesserati: nelle 55 pagine delle motivazioni i giudici di primo grado evidenziano che "si tratta di comportamenti di intrinseca gravità, che svuotano di significato l’essenza stessa della competizione sportiva"; e sottolineano che "la vicenda si caratterizza per quel clima ‘omertoso’ che troppo spesso permea i rapporti tra i tesserati, nonché tra i tesserati e il ‘sottobosco’ di vari pseudo appassionati". Sui singoli protagonisti coinvolti, a Beppe Signori viene riconosciuto il "ruolo di vertice" nell’associazione e condotta grave con accertata responsabilità in due illeciti.
Tra gli altri principali protagonisti della vicenda per quanto riguarda il capitano del’Atalanta Cristiano Doni la squalifica di 3 anni e mezzo deriva dalla sua accertata responsabilità in ordine alla realizzazione dell’illecito sportivo aggravato su Atalanta-Piacenza del 19.3.2011. Per Thomas Manfredini (3 anni di stop) l’illecito realizzato è Ascoli-Atalanta del 12.3.2011. All’Atalanta è stata riconosciuta la "resposanbilità oggettiva" sugli illeciti contestati ai suoi tesserati relativamente alle gare Ascoli-Atalanta del 12.3.2011 e Atalanta-Piacenza del 19.3.2011 e per la responsabilità presunta nell’illecito commesso in suo favore (Atalanta – Piacenza del 19.3.2011). Per Marco Paoloni, l’ex portiere di Cremonese e Benevento, è stata chiesta la sanzione di 5 anni con radiazione al termine della pena primaria per "l’accertata responsabilità in ordine alla realizzazione di 9 illeciti sportivi".