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Dal Fortore l’idea della ‘forest therapy’ per aiutare i bambini a superare i disagi causati dal covid

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A oltre un anno dall’inizio della pandemia, sono moltissimi i bambini, le bambine e gli adolescenti che stanno affrontando difficoltà emotive, psicologiche e sociali. Prima la mancanza di relazioni sociali con il lockdown e il ‘coprifuoco’, poi la drastica diminuzione di contatto tra pari, la complessità della DAD e le numerose quarantene, hanno generato un disagio profondo soprattutto tra i più piccoli.

È proprio in questo contesto che genitori, insegnanti e adulti di riferimento possono trovare insieme il modo migliore per tutelare la salute ed il benessere dei ragazzi ed anche la propria. La cura e il supporto che possono offrire in un momento di crisi sono importantissimi per il loro recupero. Il modo di reagire alla situazione influenza anche i pensieri, i sentimenti e le reazioni nei confronti della paura e dello stato di anormalità che bambini e ragazzi si trovano ad affrontare. Quando gli adulti sono ansiosi, agitati o spaventati, i bambini e ragazzi provano gli stessi sentimenti. I bambini e ragazzi reagiscono meglio quando i genitori appaiono fiduciosi, calmi e rassicuranti. Prendersi cura di sé stessi, della propria salute e delle proprie emozioni, significa anche prendersi cura di loro. Occorre, dunque, affrontare la situazione di crisi parlandone con gli altri e condividendo gli stati d’animo e le emozioni provate. 

Un bel progetto in tal senso arriva da Montefalcone di Val Fortore ed è ispirato dalla necessità di proporre dei percorsi di benessere in un momento in cui per difendersi dalla pandemia abbiamo dovuto rinchiuderci in quattro mura e in totale solitudine. 

Si chiama ‘Alberi: distributori di benessere’ e sarà realizzato dall’istituto comprensivo ‘Fragnito’ in collaborazione con il Comune. L’idea – rivolta ai bambini e ragazzi della Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado – nasce dallo psicologo Erich Fromm che nel 1964 definiva la biofilia come attrazione dell’uomo nei confronti della natura: “educare l’uomo significa, nel nostro contesto storico, aiutarlo a seguire l’attrazione verso il bello e a sviluppare la contemplazione della bellezza”.

Nella lettura psicodinamica, la capacità della contemplazione della bellezza è un indicatore di salute mentale che funziona da deterrente per la distruttività mortifera auto ed etero diretta (condotte antisociali – abbandono alle dipendenze). La bellezza è espressa principalmente dalla natura. Nel secolo scorso si è andato sempre più rinsaldando l’assioma “il bello fa bene” ed appare evidente a tutti che essere immersi nella natura fa sentire molto meglio. 

Il progetto fortorino è nato dunque per sviluppare la capacità di godere della bellezza della natura ed in particolare dello spettacolo offerto dai boschi locali. Luoghi che, come affermano numerosi studi scientifici, producono benessere. Nel secolo scorso è stato dimostrato, infatti, che le piante comunicano attraverso quelli che si chiamano terpeni e che non comunicano solo tra loro ma comunicano anche con il nostro sistema immunitario rafforzando le nostre difese immunitarie che ci mantengono in salute.

Vari autori hanno evidenziato che solo con 4 ore di permanenza in un bosco ci può essere una risposta sensibile del sistema immunitario. Di pari passo con queste scoperte, si sono sviluppate varie attività da poter svolgere nei boschi e tra queste le più diffuse sono la Forest Therapy e l’abbraccio degli alberi.

Così durante la permanenza nel bosco saranno utilizzate varie tecniche derivate dalla silvoterapia, giochi psicomotori, tecniche di rilassamento e saranno inseriti anche degli esercizi di laboratorio musicale.

La natura è un mondo di suoni differenti che formano una grande orchestra: riconoscerli, percepirli e riprodurli permetterà ai bambini di far parte di questa musica. Il rumore del vento, il canto degli uccelli, il suono delle foglie calpestate e lo scrosciare dell’acqua sono gli strumenti musicali del mondo. Questi e altri suoni saranno al centro di 4 incontri previsti incentrati sui 4 elementi naturali, sulle emozioni trasmesse dai suoni del bosco, sul saperle riconoscere e condividerle.

Il percorso musicale si svilupperà a partire dalla scoperta delle sonorità che possiamo ricavare utilizzando il nostro corpo come uno strumento musicale (body percussion); si proseguirà esplorando suoni, ritmi e rumori dell’ambiente in cui siamo immersi; andando a caccia di suoni naturali i ragazzini sperimenteranno le sonorità dei diversi elementi inventando strumenti musicali. Alla fine scopriranno come suona un mucchietto di foglie calpestate, dei sassolini in un bicchiere, dei rametti schiacciati con i piedi. Ascolteranno la loro voce in uno spazio aperto e riconosceranno i suoni della natura (il fruscio del vento, il cinguettio degli uccelli, i versi degli animali, i passi sulle foglie…), ma staranno anche in silenzio, perché il silenzio è importante tanto quanto il suono.

Si sperimenta, si gioca, ci si confronta, si scopre, si crea, ci si diverte: inventeranno dei percorsi attraverso la natura riconoscendo alberi, fiori e insetti e percepiranno la differenza tra i suoni della città e del bosco.

Un progetto interessante che potrebbe essere applicato anche a diversi comuni del Sannio, ricchi di spazi verdi, con l’obiettivo di stimolare la creatività dei nostri bambini utilizzando anche materiale di riciclo, favorire la cooperazione e il lavoro di gruppo, potenziare le abilità di esplorazione, riconoscere le sensazioni e utilizzare i 5 sensi, sviluppare la fantasia e scoprire le differenze sonore, visive e olfattive tra città e zone green. Al termine del progetto, poi, sarà proposto un approfondimento delle esperienze positive vissute nel bosco e sarà evidenziata la necessità di preservare, in tutti i modi possibili, la natura che ci circonda. (G.F.)

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