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Reino, la lettera del ristoratore: ‘Ristori beffa, siamo indebitati e abbandonati a noi stessi’

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“Se non hai una perdita del 30% ma “appena” del 29% non hai diritto al ristoro (questi o ci fanno o ci sono). Siamo in un momento di crisi economica più che mai, i nostri politici, compreso i politici del Sannio, (quelli che in ogni campagna elettorale ci tartassano di telefonate e di inviti a cena) sono spariti. Le bollette continuano ad arrivare regolarmente (con aumenti ingiustificati) perché in Italia anche se non hai consumi, devi comunque pagare qualcosa che è sempre maggiore dell’importo per consumi. Siamo una delle categoria, insieme ad altre, abbandonate a se stesse”. Inizia così lo sfogo di Pio Calzone, ristoratore di Reino, attraverso una nota piena di amarezza e rassegnazione inviata alla nostra redazione.
“Ci avete imposto ed obbligati ad investire nella sicurezza “Covid-19” per poter poi riaprire e non chiudere più. Ci avete costretti ad “indebitarci”, contraendo mutui, ma non solo, per ampliare i nostri locali apportando modifiche alle sale, creando nuovi spazi ed installando barriere di plexiglass, e poter quindi ripartire come ci avevate fatto credere e promesso. TUTTE BALLE.
Ancora oggi – sottolinea il ristoratore sannita – ci costringete a fare solo asporto o consegna a domicilio, ma non sapete, oppure fate finta di non sapere che questo comporta molte più spese e quindi minori guadagni. Non avete il coraggio di chiudere tutto e di ristorare tutti come fanno nelle altre nazioni. Non avete il coraggio di non ritirare il vostro “misero” stipendio di qualche mese mettendolo a disposizione di chi ne ha veramente bisogno. Non avete il coraggio nemmeno di vivere la realtà, quella vera non quella che voi siete abituati a vivere.
Siete una banda di incompetenti, vi invito a vivere soggiornando solo qualche giorno nelle nostre attività così da rendervi conto cosa sta succedendo realmente. E’ ovvio – conclude Calzone – che questo non succederà mai, perché noi per voi siamo solo dei numeri, e la conferma è stata data con quest’ultimo decreto ristori, con il quale viene preso in considerazione il fatturato dei soli scontrini emessi, senza tener conto delle eventuali spese affrontate e da voi richieste per la riapertura nel maggio 2020. Spese che avremmo voluto destinare ai nostri collaboratori, che ad oggi ancora non percepiscono la cassa integrazione di novembre e dicembre 2020. Buona vita a tutti noi”.