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Fortore

L’Amministrazione comunale di San Bartolomeo pronta a dare battaglia

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Nella serata di giovedì 16 giugno, presso la sede di San Bartolomeo in Galdo (Benevento), si è riunito il Consiglio della Comunità Montana del Fortore. L’ordine del giorno prevedeva la convalida dei sindaci neoletti di San Giorgio la Molara e di Castelvetere e del delegato di Buonalbergo, la nomina di un nuovo assessore (Salvatore Brancaccio, consigliere comunale di Baselice, che prende il posto di Pietrantuono di Castelvetere), l’approvazione del nuovo Statuto della Comunità Montana (atteso dal 2008) e l’approvazione del Piano di forestazione. Con la nomina di Brancaccio, la giunta esecutiva è oggi composta dal presidente Zaccaria Spina, sindaco del più piccolo comune della Comunità Montana, Ginestra degli Schiavoni e ormai alla guida della Comunità Montana da diversi anni, dallo stesso Brancaccio, e dal delegato di Foiano Valfortore, Giuseppe Ruggiero.

"Frizioni e contrapposizioni – scrivono in una nota il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, e l’assessore Gianpaolo Fiorilli – sono state avvertite fin dall’inizio della riunione, ma hanno toccato il loro apice quando si è iniziato a trattare della questione “Statuto”. Il presidente, infatti, con fare alquanto discutibile, intendeva far approvare all’istante lo Statuto dai consiglieri, rimandando solo a un successivo e non specificato incontro, la discussione di eventuali modifiche da apportare prima della pubblicazione.

A quel punto, i sindaci di Castelfranco in Miscano, San Giorgio la Molara, Castelvetere in Valfortore e San Bartolomeo in Galdo hanno manifestato il loro dissenso, pretendendo la lettura dello statuto e l’approvazione dello stesso, articolo per articolo. Già il primo articolo ha suscitato le controversie dell’amministrazione di San Bartolomeo che è accorsa al completo per esigerne la modifica. L’articolo in questione, dopo aver statuito che la sede legale della Comunità Montana del Fortore è San Bartolomeo in Galdo, prevede, infatti, la possibilità di aprire sedi operative o istituzionali in locali messi a disposizione da altri comuni, aprendo la strada al decentramento degli uffici della Comunità Montana. Tale articolo, invece, durante il consiglio, è stato approvato anche con i voti – è bene sottolinearlo – di Baselice e di Foiano che pure hanno sempre sostenuto di scommettere sulla centralità di San Bartolomeo in Galdo e sulla solidarietà reciproca tra i tre centri fortorini. Ad un certo punto si è temuto anche il peggio, quando è apparso un emendamento, non firmato da alcuno, contenente la possibilità del decentramento degli uffici della Comunità Montana per motivi economici e finanziari. Come dire che, poiché il vecchio contratto di fitto dei locali comunali alla Comunità Montana prevede un canone di € 4.000,00 annui, tra l’altro non versati ormai da diversi anni, questo giustifica lo spostamento degli uffici.

Un altro emendamento, anch’esso privo di firma, prevedeva, per di più, una modifica all’art. 39 dello Statuto in via di approvazione; art. 39 che disciplina le funzioni del segretario generale, prevedendo nuovi e più ampi poteri a quest’ultimo, tali da assimilarlo ad un direttore generale.

Il tutto, nonostante la Comunità Montana abbia già tre dirigenti profumatamente retribuiti e un segretario generale in deroga alla disciplina sulle unioni di comuni che prevede che il segretario debba essere parificato a quello del Comune più grande (e cioè San Bartolomeo, che ha solo un segretario comunale non generale). Il tutto, nonostante le gravi difficoltà finanziarie in cui versa l’ente Comunità Montana, con 17 persone in mobilità che a breve rischiano il licenziamento e ben quattro mesi di stipendi arretrati per i dipendenti rimasti in servizio.

Fortunatamente, grazie alla forte opposizione di San Bartolomeo e di Castelfranco, la discussione e l’approvazione del nuovo Statuto non sono andate oltre i primi cinque articoli; il resto è rimandato alla prossima riunione.
Spetta ora al sindaco di San Bartolomeo in Galdo e al consigliere delegato Ricciardi, con la collaborazione, che va assolutamente ricercata, dell’opposizione, far sentire tutto il loro peso politico per scongiurare l’ennesima beffa ai danni della popolazione di San Bartolomeo in Galdo, portata avanti grazie al gioco (evidentemente interessato) dei potenti, alla complicità di chi non ama San Bartolomeo e all’indifferenza di chi non avverte affatto il problema".

 

 

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