POLITICA
Proteste nelle carceri, Lonardo (FI): ‘Misure alternative per i detenuti a fine pena’
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“In un momento di sconcerto per quanto sta avvenendo nelle carceri, esprimo la mia piena solidarietà alle forze di polizia penitenziaria, lasciate assai spesso da sole in un’area dove il disagio di natura sociale ed umana è incredibilmente alto. La situazione è indecente, c’è un sovraffollamento che va al di là di ogni limite e crea problemi e disagi, sia ai detenuti che alle stesse forze di polizia penitenziaria.”
Così la senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, sulla vicenda delle proteste all’interno delle strutture penitenziarie all’indomani delle disposizioni governative anti-coronavirus.
“Per distendere una situazione conflittuale terribile ed esasperata – aggiunge – si utilizzino i cappellani delle carceri che sono per tutti un riferimento all’interno di quelle realtà drammatiche. Si convochino tutti i Garanti dei detenuti regionali, non soltanto quello nazionale, e con loro e con le forze di polizia penitenziaria si discuta l’uscita di sicurezza da questo trauma che crea uno sconcerto sul piano nazionale, e non solo… il mondo ci guarda, ci giudica, ci esclude.
La proposta che mi spingo a fare è che si faccia in maniera tale che, con un Decreto Legge apposito, i detenuti a fine pena, ai quali manca da scontare un anno, possano essere utilizzati per pene alternative, soprattutto per lavori che in questo momento di emergenza nazionale tornerebbero utili.
Se a tutti quanti noi sono vietate forme di avvicinamento e si prescrivono, invece, distanze di un metro gli uni dagli altri, all’interno delle carceri sono pochi i centimetri che li distanziano. Noi siamo un grande Paese, con una civiltà che tutti ci invidiano e che abbiamo dispiegato come risorsa culturale nel mondo intero.”
“Non è possibile – conclude Lonardo – che le carceri vivano in questa condizione drammatica. È un atto incostituzionale del quale il Ministro deve necessariamente prendere atto, agendo di conseguenza.
Fino ad ora non ha fatto assolutamente nulla, occupandosi soltanto di prescrizione, anzi di antiprescrizione e di misure che sono quelle che hanno portato maggior presenza all’interno delle carceri. Bel risultato! Facesse qualcosa o si dimettesse… Quello che chiedo, non è amnistia, né indulto, già esistono permessi per i detenuti all’interno delle Istituzioni, financo presso i Tribunali, tanto vale dare un permesso lungo un anno, cui manca questo tempo per il fine pena. Un Ministro della Giustizia che assiste e, con indifferenza, prende atto di una decina di morti, in qualsiasi altro Paese si sarebbe dimesso in Parlamento.”