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Comune di Benevento

Servizi sociali, Sguera e Scarinzi attaccano l’amministrazione: “Quadro allarmante”

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“Come era ormai da tempo prevedibile, il default dei Servizi Sociali del Comune di Benevento sta prendendo forma e sostanza, arrecando danni, in termini di servizi, alle fasce deboli della città. E abbiamo la brutta sensazione che siamo solo all’inizio. Veniamo ai fatti. Il 31 Maggio è stato sospeso sine die il Servizio di Assistenza Domiciliare agli Anziani  (SAD) e a breve anche gli altri servizi programmati nel Piano Triennale Sociale di Zona 2016-2018 I^ annualità avranno lo stesso triste destino. La ragione è semplice, la responsabilità, invece, molto grave”. Così in una nota i consiglieri comunali di opposizione a Palazzo Mosti, Luigi Scarinzi e Vincenzo Sguera.

“Il Piano Sociale di Zona dell’Ambito B1, presentato a Dicembre 2016 e approvato dalla Regione Campania, si avvale, tra le altre fonti di finanziamento, anche della compartecipazione di 7 euro per abitante di tutti i comuni che afferiscono all’Ambito Sociale, per un importo complessivo di circa 500.000 euro.  Il Comune di Benevento, che è comune capofila e che gestisce quindi il FUA (fondo unico d’ambito), ha iniziato ad erogare i servizi previsti nel piano sociale, dimenticando di accertare sia le somme impegnate nel 2016 per la compartecipazione (fondi comunali) sia le altre provenienti da finanza derivata. Con il dissesto dell’Ente, i fondi della compartecipazione di 7 euro per abitante sono finiti nella gestione commissariale e quindi non più nella disponibilità del Comune, con la conseguenza che si è stati costretti a sospendere l’erogazione dei servizi resi dai fornitori (che non vengono pagati da diversi mesi), iniziando con il SAD Anziani e proseguendo a breve con il SAD Disabili, ex OMNI, ecc…, per ora erogati grazie ad altre fonti di finanziamento (FNPS, Fondo regionale, Fondo non Autosufficienze, PAC, SIA, ecc..).

Il quadro è decisamente allarmante, – proseguono nella nota – anche per la latitanza politico amministrativa dell’Assessore al ramo che, nonostante invitato sin dal mese di novembre scorso in audizione nella competente Commissione consiliare, non ha ritenuto opportuno rendere edotti i componenti la commissione sulle problematiche che, sin da allora, hanno attanagliato il settore Servizi sociali. Nello spirito collaborativo e mai ostativo a prescindere che ci contraddistingue e ci connota, riteniamo che gli uffici competenti debbano ad horas mettere in atto tutto quanto possibile per scongiurare la nefasta ma molto reale ipotesi di chiusura dei servizi, magari reimpegnando in bilancio i fondi comunali della compartecipazione dei 7 euro per abitante e provvedere all’accertamento dei fondi provenienti da finanza derivata.

Nel caso dovesse continuare questa inerzia e questo pressapochismo, – aggiungono nella nota – per avere un minimo di servizi sociali in città dovremo attendere le nuove linee guida regionale e il riparto delle somme per la 2^ annualità del PSZ 2016/18, ovvero a fine anno, con la effetto che le fasce deboli (anziani, disabili, minori, ragazze madri, disoccupati, ecc…) della città e dei comuni dell’Ambito B1 resterebbero senza un briciolo di assistenza, in un contesto socio-economico molto sofferente e, a nostro giudizio, pronto ad esplodere. La politica, che ha la responsabilità della programmazione e dell’erogazione dei servizi,  deve farsi carico del problem solving ed in questo caso, senza logiche di appartenenza politica, saremo ben lieti di offrire il nostro piccolo contributo, in modo costruttivo e leale.

Nel caso contrario, la politica, ovvero l’assessore ai Servizi Sociali, ad un anno dal suo insediamento, – concludono Sguera e Scarinzi – deve finalmente sciogliere il nodo e dire con chiarezza alla sua maggioranza in primis, all’opposizione poi ma soprattutto alla città tutta se a ridurre in questo stato i servizi sociali è il risultato di incapacità amministrativa o una vera e propria scelta politco-strategica. Perché delle due, l’una”.

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