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Comune di Benevento

Protezione Civile, Feleppa interroga sull’organizzazione delle funzioni di supporto al COC

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Il consigliere comunale del gruppo “Del Vecchio Sindaco” Angelo Feleppa ha interrogato l’assessore con delega alla Protezione Civile, Mario Pasquariello, sulla nomina dei funzionari di supporto al C.O.C. (Comitato Operativo Comunale) previsti dalle norme che disciplinano la materia.

“Premesso che – spiega Feleppa nella sua richiesta – con legge 225 del 24 febbraio 1992 viene istituito il ‘Servizio Nazionale di Protezione Civile’ che definisce la tipologia degli eventi ed ambiti di competenza e che, l’articolo 2 della stessa legge, opera una distinzione tra ‘eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria’, ‘eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria’ e ‘calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo’.

E che – aggiunge il consigliere del gruppo “Del Vecchio Sindaco” – la stessa norma, al successivo articolo 3, definisce attività e compiti di protezione civile, chiarendo che tali attività sono volte alla previsione e alla prevenzione del rischio dirette al contrasto e al superamento dell’emergenza e alla mitigazione del rischio: la previsione – sottolinea Feleppa – consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi”.

“L’articolo 15 – precisa Feleppa – individua le competenze del comune ed attribuzioni del sindaco tra le quali anche la stesura del piano di emergenza, e statuisce che lo stesso comune provvede alla verifica ed aggiornamento periodico del piano di emergenza comunale, trasmettendone copia alla regione, alla prefettura e alla provincia”. “E dunque – evidenzia Feleppa – con delibera numero 18 del 21/04/2016, l’allora amministrazione comunale ha approvato l’aggiornamento del piano di emergenza tenuto conto degli ultimi eventi calamitosi del 15 ottobre 2015. A tal proposito, la struttura e l’ossatura del piano, tra l’altro apprezzato anche dallo stesso assessore Pasquariello, definisce come parte del piano il modello di intervento nella quale si fissano le procedure organizzative da attuarsi al verificarsi dell’evento. Tale modello di intervento traduce in termini di procedure e protocolli operativi le azioni da compiere come risposta di protezione civile in relazione agli obbiettivi individuati nella parte della pianificazione”.

“Queste azioni – incalza Feleppa – vanno suddivise secondo aree di competenza attraverso un modello organizzativo strutturato in Funzioni di Supporto secondo il cosiddetto ‘Modello Augustus’ (“il valore della pianificazione diminuisce con la complessità delle cose” – Ottaviano Augusto 10 d.c.). Le linee guida del ‘Modello Augustus’ hanno lo scopo di fornire criteri e indirizzi per la pianificazione di qualsiasi emergenza, a prescindere dall’estensione e dall’entità del fenomeno calamitoso e del numero degli enti e delle amministrazioni coinvolte, creare linguaggi e procedure unificate che consentano un’immediata comunicazione e un’efficiente collaborazione tra tutti i soggetti implicati nella gestione e nel superamento dell’emergenza, realizzare un Piano di Emergenza che non sia un elenco di uomini e mezzi, ma una valutazione delle disponibilità e delle risorse”.

“Preso atto che – ammonisce ancora Feleppa – dal 29 giugno 2016 è in carica una nuova amministrazione comunale; con la fine della precedente consiliatura alcuni incarichi sono di fatto terminati; la legge 225/92 pone l’obbligo a carico degli enti di elaborare un piano di emergenza comunale di Protezione Civile e, di conseguenza, il suo relativo aggiornamento; le funzioni del C.O.C., quale parte integrante di tale piano prevedono almeno 9 funzioni ovvero altrettanti responsabili incaricati (Tecnico scientifica e pianificazione, Sanità assistenza sociale e veterinaria, Volontariato, Materiali mezzi e risorse umane, Servizi essenziali e attività scolastiche, Censimento danni a persone e/o cose, Strutture operativo locali e viabilità, Telecomunicazioni, Assistenza alla popolazione); tali funzioni servono anche a tenere vivo ‘in tempo di pace’ il piano di emergenza attraverso periodiche esercitazioni ed aggiornamenti”.

Alla luce di quanto affermato, Feleppa chiede all’assessore incaricato innanzitutto se “è stato prodotto un documento e/o atto sindacale in merito; se ha ritenuto non necessario prevedere modifiche al piano stesso aggiornato al mese di aprile 2016; se, preso atto della nuova evoluzione che da qualche mese persiste sul territorio italiano in tema di emergenze e protezione civile, abbia considerato la necessità e l’urgenza di provvedere all’adeguamento dei dati (risorse) delle funzioni di supporto per rendere operativo il C.O.C. ed efficace il piano di emergenza comunale; se ha considerato l’ipotesi di prevedere, nel breve termine, un’attività di informazione sempre più crescente; quali siano i tempi di attesa per rendere operativo il piano attraverso le risorse umane disponibili; se ritiene che le risorse logistiche individuate nello stesso piano di emergenza comunale risultino sufficienti e idonee per la gestione di una emergenza; se abbia ritenuto di considerare una presa d’atto in Consiglio comunale per ratifica l’eventuale aggiornamento dei dati”.

“Il nostro ruolo di minoranza e vigilanza, ci impone di capire – conclude Feleppa – cosa, oltre alle solite dichiarazioni di circostanza, ha fatto concretamente questa amministrazione rispetto agli obblighi imposti dalla legge. Perché la gestione della cosa pubblica non implica solo annunci ad effetto e trovate mediatiche (come quella del reperimento delle chiavi delle strutture di proprietà comunale per indirizzarvi gli sfollati in caso di calamità), ma richiede una grande assunzione di responsabilità attraverso la produzione di atti amministrativi di qualità e soprattutto adeguati alla vigente normativa”.

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