Medio Calore
San Giorgio del Sannio, Petrillo interviene sulla mensa scolastica: “Sul benessere alimentare non si fanno sperimentazioni”
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“Dopo circa dieci giorni, la vicesindaca Giovanna Annese piuttosto che rispondere in merito alle mie sollecitazioni sulla questione del servizio mensa, tenta di deviare il tema attribuendomi considerazioni forvianti. In data 9 settembre ho provveduto a richiedere formalmente gli atti relativi all’affidamento del nuovo servizio mensa, dopo aver analizzato i documenti pubblici prodotti dall’amministrazione comunale. Probabilmente Annese non gradisce che si approfondisca sulla questione, e taccia la sottoscritta, consigliera di minoranza, di essere pretestuosa e forviante”. Cosi in una nota Giovanna Petrillo, consigliere comunale del gruppo “San Giorgio Futura” di San Giorgio del Sannio.
“In merito alle dichiarazioni dell’Annese è doveroso porre qualche precisazione – spiega Petrillo – nell’affidamento del servizio di mensa per le scuole, la stazione appaltante, in questo caso il Comune, ha la discrezionalità tecnica di individuare il prezzo a base di gara per il singolo pasto. L’Amministrazione comunale, però, avrebbe il dovere di rendere noto l’iter logico seguito per la determinazione del prezzo fornendo elementi sufficienti per la verifica di quanto determinato.
La base d’asta non corrisponde necessariamente al prezzo di mercato, e tuttavia è necessario che la sua determinazione sia effettuata dalla stazione appaltante facendo riferimento a criteri verificabili, e acquisendo attendibili elementi di conoscenza, al fine di scongiurare il rischio di una base d’asta arbitraria perché manifestamente sproporzionata in eccesso o in difetto.
L’importo a base d’asta deve risultare coerente al costo medio stimato per pasto previsto dal D.M. 10 marzo 2020 sui nuovi Criteri Ambientali Minimi.
Quindi la stima presunta dei costi si redige sulla base di un fabbisogno più o meno realistico del servizio. Si apprende dalla dichiarazione di Annese che il numero dei fruitori della mensa (i commensali)sia oltremodo raddoppiato passando da circa 60 fruitori dell’anno scolastico precedente a 185 oggi(ammetto l’effetto sorpresa e mi riservo di verificare ed accertare la veridicità del numero dichiarato). Il contratto per gli anni precedenti e attualmente in proroga tecnica fa riferimento ad un affidamento, per un costo del servizio per singolo pasto giornaliero, a €.4,37 + iva (al 4%):dando per corretto il numero dei commensali dichiarati il calcolo di stima sarebbe più o meno questo: € 4,37x n.185commensali x20giorni al mese) +iva (4%) = 16.169,00 al mese (costo annuo di circa €161.000,00+ iva . Se però il costo complessivo è rimasto invariato a €50.000,00 i conti non tornano comunque!Se così fosse delle due una.
O scegliamo i 50.000,00 e rettifichiamo il numero dei commensali e anche l’importo presunto di gara di 140.000,00+ IVA come espresso negli atti pubblici dell’amministrazione comunale.
Annese, piuttosto che ricordare a me quanto costava il servizio negli anni precedente, dovrebbe preoccuparsi di come mai Lei lo avrà dimenticato, presa probabilmente dai protocolli scenici sul Plastic Free nell’allora ruolo di assessore all’ambiente. Spiegasse ai cittadini quali indirizzi ha comunicato agli uffici affinché si indicesse una gara con importo a base d’asta triplicato rispetto all’annualità precedente.
Rispetto alle precedenti dichiarazioni la vicesindaca Giovanna Annese fa ancora una volta un passo indietro: cambia la modalità, a suo avviso perché sollecitata dai genitori, inserendo l’utilizzo della monoporzione e l’impiego di plastica non riciclabile. Oggi ci dice, che è una prova, e che saranno valutati i costi.
Solo oggi – conclude Petrillo – dopo avere avviato il servizio scopre l’importanza di valutare l’incidenza del monoporzione e l’impatto del rifiuto e dello spreco alimentare (tutto il materiale rifiuto plastica della mensa essendo sporco va smaltito nell’indifferenziato) in rapporto allo sporzionamento operato precedentemente.
Una cosa è certa, Annese è una buona ascoltatrice, perché in queste ore probabilmente le stanno sussurrando lamentele sul servizio e sui rifiuti che si accumulano nei contenitori dell’indifferenziata dei plessi scolastici. Sui bambini e sul benessere alimentare non si fanno sperimentazioni, ma sarebbe bene operare con azioni definitive in modo da dare certezze, agli stessi bambini che usufruiscono del servizio ed alle loro famiglie.