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Opinioni

Clemente Mastella può passare al contrattacco

Il sindaco di Benevento ha assunto posizioni molto chiare contro l’autonomia differenziata, sposando la guerra dichiarata da De Luca al governo centrale, e contro il premierato. Posizioni scontate per uno con la sua storia e la sua cultura politica ma che ci dicono molto di più. La guerra di De Luca restituisce a Mastella il chiodo perfetto a cui appendere la strategia per uscire dall’isolamento e per puntare alle regionali

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Nel corso degli ultimi giorni Clemente Mastella ha assunto posizioni molto nette contro l’autonomia differenziata, annunciando pieno sostegno alla mobilitazione lanciata dal governatore De Luca, e contro il premierato, che a suo dire priverebbe il Parlamento di ogni funzione. Prese di posizione scontate per un vero democristiano come Clemente, per uno con la sua storia, con quella cultura politica.

E tuttavia quelle dichiarazioni ci dicono molto di più, ci dicono che proprio la battaglia in difesa del Mezzogiorno e della Carta, contro l’autonomia differenziata ed il premierato, restituisce a Mastella un formidabile chiodo a cui appendere la strategia per uscire dall’isolamento, per recuperare centralità nel dibattito politico e una nuova prospettiva in vista delle elezioni regionali.

Se è vero, come avemmo a sottolineare un paio di settimane fa, che sui territori il sindaco di Benevento vive una condizione di grande difficoltà e di sostanziale isolamento, se nel corso di questi mesi ha perso molti dei suoi principali riferimenti istituzionali, e con loro importanti spazi di potere, è altrettanto vero che Clemente Mastella resta Clemente Mastella, con la sua forza mediatica, le sue relazioni, la sua capacità di fare notizia, di dettare l’agenda.

Il comune capoluogo rappresenta per Mastella lo spazio vitale di gestione, il presidio di potere che gli consentirà di arginare l’assalto sui territori e di sopravvivere di qui alle regionali. Ma quello stesso presidio, quella fascia tricolore, gli consente di scendere in trincea, al fianco di De Luca, per combattere la guerra politica contro questo governo nemico del Mezzogiorno, dunque per tornare al centro dell’arena, per recuperare la centralità perduta, per tornare protagonista nei tg e nei talk show.

La grande mobilitazione chiamata da De Luca restituisce a Mastella la grande opportunità di uscire dall’isolamento, di ricucire il dialogo con Santa Lucia. Un’opportunità che il vecchio leader sa di dover cogliere, tanto più in considerazione della strutturale debolezza del centrodestra in Campania, ovvero della forza di De Luca, il cui ciclo politico è tutt’altro che al capolinea.

Detta in altri termini Mastella sa che si giocherà tutto alle regionali del 2026 e sa che molto difficilmente questo centrodestra sarà nelle condizioni di contendere al centrosinistra la vittoria. Perché le regionali si vincono con le liste, perché a fare la differenza è il voto strutturato, dunque la capacità di rappresentanza che una coalizione è in grado di esprimere, a prescindere dalla forza del candidato apicale (posto che i profili dei quali si discute nel centrodestra sono tutt’altro che forti). E piaccia o meno, in Campania, sui territori, il potere è quasi esclusivamente nelle mani del centrosinistra.

Di più, Mastella è perfettamente consapevole della forza di De Luca, comprende che seppure il governatore dovesse essere costretto a rinunciare al terzo mandato manterrà il potere assoluto sul suo partito, dunque giocherà un ruolo decisivo nell’indicare il suo successore, recuperando una prospettiva sul piano nazionale.

Sa, Mastella, che De Luca non può rompere con il partito perché rompendo pregiudicherebbe l’avvenire del primo genito, dunque il suo obiettivo strategico prioritario è quello di ricucire con Santa Lucia, non certo sul piano della gestione ma su quello politico. Basterà una foto opportunity a Roma, il prossimo 16 febbraio, per compiere il primo passo.

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