Graziano e le mosse del Pd tra Europee, autonomia e allenze. E su Abbate: “Un problema se non si iscrive al gruppo”

Le prossime elezioni Europee, le alleanze, la battaglia contro l’Autonomia Differenziata, le vicende interne al partito sannita: sono tante e diverse le questioni affrontate con Stefano Graziano, deputato del Pd eletto nel collegio Benevento-Caserta e capogruppo in Commissione Vigilanza Rai. Onorevole, cominciamo da Roma: quasi un anno dall’inizio della segreteria Schlein. Un primo bilancio?
“Il bilancio lo faremo dopo le Europee, saranno gli elettori a dirci se siamo o meno sulla strada giusta: la politica funziona così”.
E le sue sensazioni?
“Penso le elezioni possano andare bene per noi. Il Partito Democratico è l’unica opposizione che si presenta con una chiara proposta di alternativa a un governo lontano dai bisogni del Paese. Guardiamo alla vicenda della protesta dei trattori: sarebbe stato sufficiente prorogare l’esenzione Irpef per gli agricoltori – norma voluta dal Pd e da noi riproposta con vari emendamenti anche nell’ultima finanziaria a dicembre 2023 – per evitare quel che sta accadendo. Ma potremmo parlare anche del caos trasporti, del blocco delle risorse per i Comuni, del Fondo di Sviluppo e Coesione. Insomma: il governo ha poche idee e ben confuse. L’unica cosa chiara è che vogliono affossare il Sud. A ribadirlo è la riforma per l’Autonomia Differenziata”.
Diversi amministratori – dal governatore De Luca a tanti sindaci – sono già sul piede di guerra e presto a Roma manifesteranno la loro contrarietà alla riforma: sarete al loro fianco?
“All’interno del governo hanno immaginato uno scambio tra Premierato e Autonomia Differenziata. Ma è un ‘patto’ siglato sulla pelle del Sud perché per noi comporterà meno servizi: per la scuola, per i trasporti, per le politiche sociali. E aggiungo: le ricadute saranno gravi anche sul piano fiscale perché le Autonomie Locali saranno costrette ad aumentare le tasse per garantire un minimo di servizi. Una conseguenza inevitabile senza i Lep e in mancanza del fondo di perequazione. In questo contesto è chiaro che saremo al fianco di quanti vorranno contrastare una riforma che spaccherà il Paese”.
Può anche essere un terreno di incontro con il Movimento Cinque Stelle: ultimamente i rapporti Pd-M5S sembrano tesi
“Rovescerei il ragionamento. Il Movimento Cinque Stelle a mio avviso compie un errore se si pone l’obiettivo di competere con il Partito Democratico. L’avversario è la destra e gli sforzi devono essere profusi per costruire una coalizione antisovranista e far emergere difficoltà e contraddizioni di un governo che non fa il bene dell’Italia, né sul piano nazionale né su quello internazionale ma soprattutto ammazza il Sud”.
Torniamo un attimo alle Europee: che ruolo immagina per il partito campano nella composizione della lista Pd?
“Spero in un ruolo forte, importante, come accaduto nel 2019 quando furono tutti campani gli eletti all’Europarlamento nella nostra circoscrizione. La scelta della composizione della lista la indica la segreteria e in raccordo con i territori: avremo bisogno di candidature forti, a cominciare dalla più autorevole tra tutte quelle campane come quella di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo”.
Le Europee anche l’occasione per la “pax” tra la segretaria Schlein e il presidente De Luca?
“Non è una domanda da rivolgere a me. Io posso solo auspicarlo, d’altronde per natura sono sempre portato a cercare gli elementi di distensione ”.
Veniamo al Sannio. Le recenti elezioni provinciali hanno fatto segnare un ‘ritorno’ del centrodestra. Nel commentare il risultato, Mastella ha evidenziato che senza un’alleanza tra il suo partito e il Pd l’ascesa del centrodestra è inevitabile. Condivide questa riflessione?
“Mastella dovrebbe riconoscere di aver commesso un grave errore nel 2022. L’alleanza andava siglata in occasione delle politiche e lui quell’occasione l’ha persa. Comunque dobbiamo guardare avanti perché non è mai troppo tardi per costruire. E io sono favorevole al dialogo con tutte le forze territoriali disponibili a creare l’alternativa a una destra aggressiva, arrogante e sovranista e incapace di tutelare gli interessi delle comunità, soprattutto qui nel Sud”.
Chiudiamo con i suoi rapporti con la classe dirigente del Pd sannita perché in passato non sono mancate le incomprensioni. Le pongo sul tavolo due questioni: il riavvicinamento con De Luca del gruppo dirigente Dem locale e l’ingresso di Luigi Abbate, consigliere regionale
“Per la prima domanda ero,  sono e sarò contrario a chiunque immagini che si può essere proprietari del Pd a qualsiasi livello e comunque resta la mancanza di iniziativa politica e di forza propulsiva. Quanto ad Abbate, a me – che sono l’unico parlamentare Pd del collegio – non è stato comunicato nulla. Soprattutto, però, non è stato comunicato nulla al gruppo regionale del Partito Democratico, dove resta Mortaruolo – con cui continuo a confrontarmi e a tenere un ottimo rapporto – l’unico consigliere regionale Pd del Sannio. E non è un formalismo: se uno si iscrive a un partito deve iscriversi anche al gruppo politico di riferimento all’interno dell’istituzione che si rappresenta. Altrimenti c’è un problema. Di impostazione e di coerenza, innanzitutto: io ho la tessera del Pd e dunque sono iscritto al gruppo parlamentare del Pd. Una ovvietà che vale per tutti”.