CULTURA
Tamburo presenta ‘Randagi di Dio’, epopea urbana che evoca l’audacia narrativa di ‘City of God’
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L’eco profonda delle strade di Benevento si trasforma in una vibrante sinfonia di storie con l’ultimo album del rapper sannita Tamburo, intitolato “Randagi di Dio”. Presentato oggi a Benevento, l’opera è un racconto musicale audace, che richiama alla mente capolavori cinematografici come “City of God” basato sul microcosmo delle favelas di Rio de Janeiro.
Tamburo con quest’album ci trascina nelle periferie del mondo, rivelando storie di lotta, amore e speranza. “Randagi di Dio”, come l’artista definisce i “ragazzi di strada”, sono testimoni viventi di una realtà spesso oscurata, con i sogni interrotti da un mondo che li sfida quotidianamente.
Tamburo trova la strada per uscire dal quartiere con il rap non per smettere di raccontarlo, ma per cominciare a essere riconosciuto come artista oltre i confini che racconta. Seguendo la lezione dei Co Sang, Tamburo comunica la rabbia per non farla esplodere dentro, perché, come ci raccontano i rapper americani alla Tupac, ci vuole coraggio per dire la verità, anche in musica, e ce ne vuole ancora di più per guardarsi dentro e raccontare la propria di verità.
Questo lavoro si configura come un’epopea urbana che abbraccia la sfida, la lotta e l’identità, rappresentando non solo la voce di un individuo, ma l’eco di molte vite intrecciate nella complessità della vita di strada. Randagi di Dio è un grido di sfida lanciato alle difficoltà quotidiane che affliggono ogni angolo dimenticato del mondo.
Non canta solo il disagio delle periferie, lo abbraccia, lo fa suo e lo trasforma in un’esperienza sonora che rimbomba in ogni cuore che batte al ritmo della lotta quotidiana. La sua musica è più di un genere, è un movimento, un richiamo all’azione contro le ingiustizie, una colonna sonora di speranza per chi vive nelle zone dimenticate. La sua filosofia incisiva è incastonata nella potente dichiarazione: “Il futuro appartiene a chi se lo prende”.
“Nel mio racconto di periferie – ha spiegato Alessio Luongo, in arte Tamburo -, esploro la rabbia e la speranza intrecciate nelle pieghe delle strade. Ogni quartiere, come il rione
Libertà di Benevento, è un microcosmo di passioni, conflitti e sogni. La rabbia nasce dalle sfide quotidiane, dalle difficoltà economiche e dalle dinamiche familiari complesse. Eppure, in mezzo a questo caos, emergono sprazzi di resilienza. Questo racconto non è solo mio, ma di ogni individuo che si trova a camminare per le strade delle periferie del mondo, con la rabbia che alimenta la volontà di cambiare e la speranza che pulsa sotto la superficie”.
Tamburo dall’ormai iconica ABBASC E PALAZZIN”, ai successi di Zona Ovest e Fuori Controllo fino al suo ultimo viaggio musicale, Randagi di Dio, è cambaito tanto e si è evoluto come è giusto che sia ma è rimasto sempre fedele ai suoi ideali e valori.
Attraverso le sue radici nel Rione Libertà, ha sviluppato uno stile unico, esplorando le storie quotidiane del quartiere e il disagio sociale. Un’attività costante e altamente produttiva quella di Tamburo che magari meriterebbe maggiori spazi dove poter essere conosciuta e ascoltata.