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Associazioni

Caso ambulanza, il Comitato di Quartiere ‘Centro Storico’ torna alla carica e pone nuovi interrogativi

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“Con il presente comunicato intendo rassicurare i nostri aderenti ed i cittadini che hanno a cuore il Centro Storico che, il nostro Comitato di Quartiere, mai stato “sedicente”, da me rappresentato (non mi sono mai autoproclamato tale e nemmeno mi sono auto nominato), non cesserà le sue attività poiché non è venuta meno la necessità di tutelare il Centro Storico che fin troppe volte è dimenticato, snaturato, degradato e che, taluni, vorrebbero veder trasmutato in una scenografia per eventi chiassosi, non in linea con la sua storia, con l’arte e la cultura”. Così in una nota il presidente Luigi Marino.

“Abbiamo registrato e denunciato, in questi anni, gesti di inciviltà, aggressioni, mancato rispetto delle regole, risse, ubriacature moleste, cori da stadio, discoteche e latrine a cielo aperto, strade ingombre di avventori, vicoli difficilmente transitabili a piedi o con le autovetture, basoli sconnessi, interventi non condivisi, piazze snaturate, arredi urbani discutibili, topi per le strade (l’ultima segnalazione è stata inviata all’ASL in data 17.9.2023, sempre a mezzo pec). In questi oltre due anni nei quali sono stato Presidente siamo stati al fianco dei cittadini, sempre!

Non abbiamo, però, mai avuto risposte dal Comune, anzi, siamo stati deliberatamente ignorati.
Questa mancata interlocuzione è stata, d’un tratto, squarciata dalla violenza verbale che è seguita alla arcinota questione dell’ambulanza nel vicolo.

Fatto storico: il mezzo di soccorso – racconta ancora Marino – non è riuscito a transitare nel vicolo. A noi, veniva riferito per la presenza dei tavoli e sedie. Ad altri, che l’autista non riusciva ad eseguire la manovra. Abbiamo, quindi, chiesto al Comune lumi ed al Prefetto di controllare. L’intervento sollecitato, si intende, era afferente ad un fatto già accaduto. Si sono susseguiti dei giorni frenetici. Ambrosone, Assessore al Commercio, ha tuonato contro la mia persona, dimenticando che la critica va rivolta alle azioni, senza lasciarsi pervadere dalla rabbia, consentendo alle parole di sfociare nell’offesa personale.

Ovviamente, abbiamo replicato duramente a quella nota stampa (da quando le pubbliche amministrazioni utilizzano i comunicati stampa in luogo degli atti amministrativi?) e, la nostra replica, deve aver sortito qualche effetto dirompente, posto che, sulla questione sollevata da Ambrosone (quale?), ha ritenuto di intervenire il Sindaco, On. Mastella.
L’On. Mastella ha deciso di comunicare alla cittadinanza di Benevento e, visto il mezzo utilizzato, al mondo intero, il seguente messaggio “confermo che verrà dato mandato all’ufficio legale del Comune di Benevento per procedere in sede giudiziaria, sia penale che civile, contro il sedicente “comitato di quartiere” in questione e contro chi si dichiara “presidente” dello stesso, nonché nei confronti degli altri componenti che saranno individuati quali responsabili”. La domanda è: perché? Perché il Sindaco ha ritenuto di dover pubblicamente definire “sedicente” il Comitato ed affermare che chi presiede il Comitato lo farebbe su di una autodichiarazione? Perché estendere questa dura reprimenda “nei confronti degli altri componenti che saranno individuati quali responsabili”? L’attacco ad un Comitato, associazione di persone, che esprime, attraverso un Presidente, un pensiero divergente, una critica serrata, ma sempre rispettosa, è stato percepito dall’opinione pubblica più sensibile come un liberticidio.

Ovviamente, il “Comitato dei locali del Centro Storico”, non ha tardato, forte di un appoggio “istituzionale”, a ritornare sulla questione. Lo ha fatto, però, dando alla Stampa un primo comunicato nel quale veniva attestata la presenza del “Direttore Sanitario” e del “Dirigente Palumbo”, salvo poi, dopo diverse ore, inoltrare una rettifica. Dalla lettura, però, del primo comunicato, ben si comprende che la presenza del “Direttore Sanitario” e del “Dirigente Palumbo” era stata inserita per conferire prestigio alle testimonianze dei due individui che, però, dalla rettifica successivamente inviata, non erano presenti. Questa chiara discrasia può essere letta sulla pagina di Gazzetta di Benevento che, correttamente, ha mantenuto il comunicato iniziale, dando atto, in calce, della chiesta correzione. In verità, non abbiamo ancora compreso per quale motivo, un’altra testata on line, la stessa che si era attivata per “smentire” la notizia dell’ambulanza, adducendo che vi fosse una conoscenza diretta dei fatti, stante la presenza suoi luoghi, non abbia provveduto a smentire, con la medesima solerzia, l’addotta testimonianza dei due testimoni oculari, “Direttore Sanitario” e “Dirigente Palumbo” che, pacificamente, vista la successiva comunicazione degli esercenti, non erano presenti.

(ndr. il riferimento è a Ntr24. Spieghiamo nuovamente all’avvocato Marino che il Comitato dei Commercianti del Centro Storico ha inviato una rettifica alla mail chiedendo cortesemente la correzione dell’errore. Dal Comitato del Centro Storico, invece, a seguito della prima nota inviata sul caso ambulanza, poi smentita dalla nostra redazione grazie alla presenza in loco del direttore Feleppa, non è arrivata alcuna richiesta di correzione dell’errore in merito alla segnalazione dell’ambulanza in centro storico, bensì una ulteriore nota stampa, che – come è nostro modo di fare e di agire nella massima correttezza e trasparenza – è stata allo stesso modo pubblicata sulla nostra testata. Ricordiamo anche al presidente Marino, che ci chiama in causa pur non nominandoci, che non siamo tenuti a pubblicare due articoli e a sottolineare eventuali sbagli ed eventuali rettifiche da apportare. Ogni giorno, in una redazione giornalistica, ne arrivano a iosa. In ultimo, ma non meno importante, non siamo tenuti a dare spiegazioni a lui o ad altri in merito alle scelte editoriali che ci contraddistinguono da sempre per correttezza e obiettività)

Nel pieno della polemica, ancora, nonostante fosse evidente a tutti che il vulnus, ormai, non fosse integrato dalle diverse prospettazioni relative alle cause impeditive del transito del mezzo di soccorso, ma dalla reazione dell’Assessore, del Sindaco e del Comitato degli esercenti (a proposito, ma le note chi le firma?) è intervenuta anche la Presidente Provinciale del PD, per “solidarizzare” con i commercianti. Con quali? Con quelli che somministrano le bevande alcoliche ai minorenni? Con quelli del Comitato che hanno detto che vi era “il Direttore Sanitario” ed il “Dirigente Palumbo” o con altri, non meglio identificati?

Ho temuto, per un attimo, che si volesse “solidarizzare” anche con Mastella, ma, avendo appreso dalla Stampa di un’attuale o precedente attività imprenditoriale esercitata dalla Segretaria Provinciale, non posso giudicare malevolmente chi è stato portato ad immaginare che possa essersi trattato di solidarietà tra esercenti. Il dato evidente è che si è preferito (perché?) tacere circa la condotta politica ed amministrativa tenuta dal Sindaco e dall’Assessore. Altri, purtroppo, hanno scelto la via dell’adiaforìa. Hanno ritenuto, quindi, di non prendere posizione, di non esporsi su di una questione che pur se squisitamente metodologica, politica e di rispetto dei principi democratici, evidentemente non li perturbava.

Tali altri, hanno scelto la strada del silenzio colpevole perché, per schierarsi e prendere una posizione netta, bisogna essere liberi da ogni condizionamento ed evidentemente non tutti se lo possono permettere. Altri ancora, a dimostrazione che esiste una Comunità di persone stanche di determinate deteriori dinamiche, si sono esposti pubblicamente, con il coraggio delle proprie idee, lo hanno fatto cogliendo appieno il punto nevralgico della questione: un Sindaco può minacciare di sporgere una querela (infondata) contro un privato cittadino che presiede un Comitato di Cittadini? Può anticipare la volontà di sporgere una querela senza aver mai risposto ad una delle mille sollecitazioni trasmessegli via pec? Da quando la richiesta di legalità deve essere sanzionata? In che momento le associazioni sono diventate il male assoluto, cessando di essere il “luogo” di elezione per lo sviluppo e la crescita dell’individuo? Il confronto democratico, la critica, la libertà di espressione e di opinione, quando diventano scomode, devono essere censurate nelle aule di Giustizia?

Personaggi politici con comunicati o interviste, dirigenti di partito con post di impatto, giornalisti, alcuni con graffianti servizi televisivi, altri redigendo colonne pungenti e precise, altri ancora, raccontando, con professionalità, i fatti su portali virtuali (seguitissimi) e tanti altri ancora hanno inquadrato la questione, sono stati critici, senza essere faziosi, fedeli ciascuno alle proprie idee, rispettosi dei reciproci ruoli, tutti giustamente indignati per una reazione (quella di Ambrosone e del Sindaco) che sembra assumere le forme della reprimenda pubblica di chi dissente, di gogna mediatica per chi si oppone, di invito allo sberleffo per chi, nonostante tutto, spera in un mondo migliore.

Da “sinistra” a “destra”, senza alcuna distinzione, perché la verità non ha colori politici.
E poi, ci sono loro, i cittadini, tanti, tantissimi, che hanno sentito il bisogno di far sentire il loro appoggio, con messaggi privati, con una stretta di mano, con una parola di incoraggiamento, con quel “non mollare” e quell’affetto sincero, spontaneo e vivo che arriva diretto al cuore. Qualcuno voleva dissolvere il nostro consesso, servendosi di parole infuocate, di attacchi personali, fomentando una vera e propria campagna di odio nei miei confronti e degli amici del Direttivo.

Ebbene, l’agire con tale immotivata veemenza verbale, incuranti dei principi fondamentali della nostra Costituzione (artt. 17, 18 e 21) ha fatto in modo che si coagulasse, intorno al Comitato, quel consenso ragionato, forte, determinato, contenutisticamente strutturato che ci consente, oggi, di ricominciare, con ancor più forza e vigore. Ed allora, comunichiamo alla Stampa di aver depositato, a mezzo pec (protocollo n. 95747 del giorno 08-09-2023) un’istanza dal seguente oggetto “nota comitato su stato sanzioni violazioni Via Umberto I e su occupazione suolo pubblico (criteri e stato pagamenti)” che, però, dopo 12 giorni, non ha ricevuto alcun riscontro dal Comune. Nell’istanza, che per completezza alleghiamo, era stato richiesto, ai sensi e per l’effetto della normativa sull’accesso agli atti e, soprattutto, ai sensi della FOIA (Freedom of Information Act), introdotta con decreto legislativo n. 97 del 2016, parte integrante del processo di riforma della pubblica amministrazione, definito dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, di sapere se: vi siano dei procedimenti amministrativi pendenti relativi al mancato rispetto delle regole imposte per la concessione di occupazione di suolo pubblico e/o per quanto prescritto, dallo stesso Comune, in relazione ai servizi igienici; vi siano o meno esercizi commerciali che non sono in regola con il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico e/o per quanto prescritto, dallo stesso Comune, in relazione ai servizi igienici e, in caso positivo, se il Comune di Benevento ha posto in essere tutte le azioni tese al recupero delle somme dovute ed alla revoca della concessione dell’occupazione medesima e/o all’adeguamento dei servizi igienici alle prescrizioni sopra indicate; vi siano delle ordinanze di rimozione di arredi urbani non conformi alle disposizioni del regolamento emanato e, in caso positivo, quali azioni o atti esso Comune abbia posto in essere per l’eliminazione in
danno degli arredi non consentiti; e con quale cadenza vengono svolti i controlli sulle prescrizioni indicate negli atti emanati dal Comune di Benevento (“Allegato alla Deliberazione di Consiglio Comunale n° 18 del 30/07/2019” e “Attività Produttive Somministrazione › Autorizzazione Bar e Ristoranti (zone tutelate) – CU 2019”).

Alla luce, ancora, di quanto segnalato da questo Comitato, in data 28.08.2023, relativamente alla presunta violazione dei limiti acustici e di orario di emissione sonora, indicati nella ordinanza emanata dal Comune di Benevento e della dichiarata, a mezzo stampa, violazione “dell’art. 68 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza per l’esecuzione di spettacoli con la presenza di oltre 100 persone” (fonte: Il Mattino del 29.08.2023) di un locale sito in Via Umberto I, sempre ai sensi della normativa sopra richiamata, si è chiesto di sapere se: l’esercente è stato sanzionato per lo sforamento documentato e per le violazioni contestate e comunicate alla Stampa ed in che misura.

Infine, in relazione agli episodi di cronaca nera e degli atti di vandalismo e di danneggiamento di immobili pubblici e di arredi urbani, che hanno interessato il nostro Centro Storico e riportati dagli organi di Stampa, ai sensi della FOIA (Freedom of Information Act), introdotta con decreto legislativo n. 97 del 2016, parte integrante del processo di riforma della pubblica amministrazione, definito dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, si chiede di sapere se il Comune di Benevento abbia sporto atto di denuncia/querela per quanto di sua competenza ed in quali processi penali abbia inteso costituirsi parte civile. Queste sono state le nostre richieste, ma il Comune di Benevento non ha inteso risponderci. Perché?”, conclude Marino nella sua lunghissima disamina riportata integralmente. 

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