ECONOMIA
Qualità della vita, nuova bocciatura per il Sannio ma il resto della Campania fa anche peggio

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Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Per il pessimista sarà un disastro: il Sannio non è terra per bambini, né per giovani, né per anziani. L’ottimista, da parte sua, potrà consolarsi con un’altra considerazione: in Campania fanno tutti peggio di noi, con l’Irpinia unica eccezione.
Eccoli, in estrema sintesi, i risultati della nuova indagine sulla qualità della vita pubblica da ‘Il Sole 24 Ore’. Il dossier è stato presentato ieri al Festival dell’Economia di Trento e misura le risposte dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali considerati più fragili e strategici allo stesso tempo: bambini (0-10 anni), giovani (18-35), anziani (over 65).
Partendo dai più piccoli, la classifica (vince Siena, sul podio anche Aosta e Ravenna) colloca il Sannio in 80esima posizione, con un punteggio complessivo di 368. Sopra di noi, lo accennavamo prima, soltanto la provincia di Avellino, 76esima (384 punti). Più indietro Salerno (91esima, 311), Caserta (98esima, 267) e soprattutto Napoli, 102esima con soli 249 punti. A penalizzare il Beneventano, in particolare sono l’incidenza della mensa scolastica sul reddito pro-capite, gli investimenti in servizi e interventi sociali, i pochi bambini che nel 2022 hanno usufruito di asili nido.
La performance migliore il Sannio la fa registrare per la qualità della vita (Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara le prime tre in classifica) garantita ai ragazzi da 18 a 35 anni. Qui il Sannio risale fino alla 64esima posizione e si guadagna la leadership in Campania. Merito dei tanti matrimoni, delle molte aree sportive, degli affitti contenuti. Deprimente, tuttavia, il dato dell’incidenza percentuale dei giovani sul totale della popolazione.
Situazione decisamente peggiore per la fascia d’età over 65 (dove a comandare sono Trento, Bolzano e Fermo). Il Sannio scende nuovamente in classifica, assestandosi all’83esima posizione e facendosi staccare nuovamente dall’Irpinia. A penalizzarci soprattutto il consumo di farmaci per malattie croniche, le poche risorse destinate al trasporto per gli anziani, la speranza di vita.