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POLITICA

Provinciali, Graziano: “Mastella? Nessuna preclusione ma serve chiarezza. Pd Sannio? Questione aperta”

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Andare oltre la logica delle correnti e dare un segnale di unità del partito”. Così Stefano Graziano, deputato del Pd eletto nel collegio Benevento-Caserta, spiega le ragioni dei ‘neo Ulivisti’, area politica sorta dallo sfaldamento delle file bonacciniane. Deposta, dunque, l’ascia di guerra, Graziano – nel frattempo eletto capogruppo Dem nella commissione di Vigilanza Rai – è pronto a dare una mano alla segretaria Elly Schlein. “La nostra scelta è stata dettata dalla volontà di evitare che alla Schlein accada ciò che è accaduto in passato agli altri, ovvero inutili e continue guerre intestine. Il congresso è finito. L’obiettivo è battere il centrodestra, a partire dalle prossime elezioni europee”.

Da un congresso finito a un congresso – quello campano – che non si è mai celebrato. Ha condiviso la scelta del Commissariamento o anche lei riteneva – come il vicepresidente della giunta regionale Bonavitacola – fosse utile eleggere il nuovo segretario anche in assenza di una federazione?

“Impensabile, a mio avviso, celebrare un congresso regionale senza una provincia. Parliamo, lo sapete, di quella di Caserta dove il tesseramento è stato annullato per le troppe anomalie emerse. Ora bisogna rimettere tutto in ordine e poi lavorare per tenere il congresso”.

Sullo sfondo, però, c’è una questione aperta tra il nuovo corso Schlein e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Dalle parti del Pd in tanti chiedono una verifica di maggioranza a palazzo Santa Lucia. Lo ha fatto il presidente del partito napoletano, lo ha fatto nei giorni scorsi il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo. Serve questa verifica?

“C’è un tempo prima del Covid e un tempo dopo del Covid, c’è un conflitto in corso. In tale contesto è evidente che bisogna ridiscutere tutte quelle che sono le priorità programmatiche per il sistema Italia ma anche per la Regione Campania. Serve capire come arrivare al 2025, fissando degli obiettivi e stilando un cronoprogramma”.

Per un terzo mandato di De Luca o no?

“E’ stato detto da tutti: questo è un tema nazionale. Vediamo cosa accadrà a Roma e su quello ragioneremo”.

“Sarò il parlamentare del Benevento” – le sue parole subito dopo le elezioni. E allora veniamo alle questioni beneventane, a partire da quelle del Partito Democratico. L’ultima sua partecipazione a una riunione – era l’assemblea provinciale – si concluse tra le polemiche. Poi c’è stato il Commissariamento reso nullo dalla mancata ratifica e il congresso. I suoi rapporti con il gruppo dirigente locale sono migliorati?

“Con una parte del gruppo dirigente locale non esiste alcun problema, da parte mia. E mi riferisco a coloro che alle ultime elezioni politiche si sono impegnati e hanno sostenuto il Pd. Altri non lo hanno fatto: in campagna elettorale non si sono visti ma sono riaffiorati subito dopo le elezioni. Stiamo parlando di correttezza e regole. Per questo auspico un cambio di rotta e dico che la questione Pd Benevento è ancora aperta”.

Per restare nel Sannio, il tema alleanze. Sempre più probabile il ritorno al voto per le Province nel 2024. Da queste parti già ci si interroga sulle coalizioni e i mastelliani chiedono ‘coerenza’ tra il quadro regionale e le dinamiche sui territori. Si può discutere con il sindaco di Benevento?

“Il primo tema è caratterizzare la posizione del Partito Democratico. Poi arriva la “postura” con la quale uno si pone. Riguarda noi ma riguarda anche Clemente Mastella. Che deve fare chiarezza: noi siamo per la costruzione di un’alleanza ampia – a partire dal nazionale per arrivare sui territori – in grado di battere le destre. E Mastella in alcune occasioni, come alle ultime politiche, non ha dato prova di grande lucidità finendo con l’aiutare proprio il centrodestra. Però io guardo avanti. La priorità è dettata dalle questioni che interessano il territorio sannita, condivise quelle siamo per realizzare un’alleanza ampia, senza alcuna preclusione ma in cui ci si siede e si ragiona insieme. In una logica paritetica perché il Pd è aperto alla discussione ma non è supino”.

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