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AMBIENTE

“La tutela del paesaggio deve essere una linea programmatica di sviluppo e resistenza”

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“La Giornata Nazionale del Paesaggio invita a riflettere e ad agire. Nel Sannio, come in tutte le “aree interne” del subappennino meridionale, sulla scorta dei principi della Convenzione di Faro, è indispensabile dare priorità al patrimonio culturale. Sulla tutela del patrimonio bisogna fondare ogni processo di crescita e sviluppo: la perdita del patrimonio rappresenta un impoverimento e un impedimento di prospettive.

È necessario – scrive Davide Iannelli, presidente della sezione Matese-Tammaro di Italia Nostra – il coinvolgimento delle popolazioni in politiche fondate sull’eredità culturale: la sezione Matese-Tammaro di Italia Nostra , nelle aree del Matese sannita e della Valle del Tammaro, è impegnata per dare vita a una “comunità di patrimonio”, fondata sull’interesse di numerosi Comuni campani e molisani di quest’area.

Il coinvolgimento delle Associazioni nella tutela del paesaggio e dei beni culturali è più che mai necessario: lo si è visto anche in recenti vicende, in cui gli ennesimi progetti pale eoliche in zone pregiate tra il Lago di Campolattaro e il Matese sud-orientale sono stati respinti dai Ministeri della Cultura e dell’Ambiente.

Il nostro territorio è coinvolto nella procedura per l’avvio del Parco Nazionale del Matese: il Piano paesaggistico regionale, che ha ignorato la prospettiva del Parco Nazionale, deve essere integrata. In particolare nella pianificazione regionale vanno inserite le specificità paesaggistiche dei territori dell’Alto Tammaro e del Titerno. Al momento la bozza di Piano regionale contiene errori, elementi di confusione e di rimozione di queste aree: a titolo di esempio, per la Regione Campania il territorio del Tammaro scompare, riassorbito dalla “entità fisiografica” del Fortore. Basti pensare che il Tammaro appartiene al bacino idrografico del Volturno, e dunque del Mar Tirreno, mentre il Fortore appartiene al versante adriatico!

Questi errori, presenti in tutto il Piano paesaggistico regionale, vanno immediatamente rettificati, restituendo al territorio sannita la propria identità. I meravigliosi borghi che da Faicchio a Sassinoro, passando per Guardia, Pontelandolfo e Morcone (solo per citarne alcuni) vanno inseriti nella macroarea “circuiti dei centri fortificati” del Matese sannita. Allo stesso modo una macroarea “terre del Regio Tratturo” deve includere i Comuni sanniti interessati dal percorso del Pescasseroli – Candela, a partire da Santa Croce del Sannio, Circello, San Giorgio La Molara, così carichi di storia e di bellezza.

Ma in generale, è importante che nella pianificazione regionale siano riconosciute le valenze paesaggistiche dei Paesi incastellati dell’Appennino e subappennino sannita, così come il valore dei Boschi e dei pascoli montani di uso civico, segno di identità storica ultramillenaria: il Piano paesaggistico deve individuare per queste aree specifici indirizzi di valorizzazione e sviluppo.

Di estrema attualità, infine, è la individuazione delle aree non idonee ad impianti di fonti rinnovabili. Il Sannio non può essere ridotto a “territorio estrattivo” di risorse idriche ed energetiche, con altissimo consumo di suolo, erosione del capitale naturale, perdita di capitale umano e sottrazione di ritorno economico.

La tutela del paesaggio deve essere una linea programmatica di sviluppo e resistenza, che veda uniti tutti i portatori di interesse del territorio, coinvolgendo le Soprintendenze, le rappresentanze politiche, la Provincia, i Comuni, le Imprese, le Associazioni”, conclude Iannelli.

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