ECONOMIA
Il Grand Hotel Italiano cambia proprietà: si punterà a cucina stellata, spazi sociali e servizi di lusso per golfisti
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Un progetto di riqualificazione importante che punta a rilanciare l’attività del Grand Hotel Italiano del Rione Ferrovia, di Benevento. La struttura ricettiva, punto fermo per migliaia di visitatori del Sannio, dallo scorso mese di febbraio ha cambiato proprietà. La storica proprietà, la famiglia Italiano dalla quale l’albergo prende il nome, ha ceduto l’attività alla ‘Antum Spa’, società immobiliare impegnata anche nella realizzazione del nuovo campo da golf di Benevento e appartenente alla holding Basile Investment Group, che fa capo alla famiglia sannita Basile.
Come è noto, si tratta di un’attività storica guidata per anni da Giulio Italiano, che è stato anche il rappresentante degli albergatori sanniti. L’hotel – sotto la sua guida – ha ampliato la planimetria originaria, ha aperto il ristorante e la sala convegni e ha ottenuto il riconoscimento delle quattro stelle che ancora oggi detiene.
L’obiettivo della nuova proprietà, però, è quello di potenziare ulteriormente l’offerta puntando alla categoria delle 5 stelle, per offrire sempre maggiori servizi agli ospiti. “E’ stata una operazione che parte da lontano – ha commentato l’architetto e membro della famiglia che gestisce l’holding, Flavian Basile -. Da tempo c’era l’interesse per l’edificio, ma abbiamo voluto valutare bene i tempi per un investimento così importante per noi e per la città”.
L’intera proprietà, infatti, si estende su circa 4mila metri quadrati e nelle intenzioni della ‘Antum’ sarà al centro di un profondo restyling – anche il nome dovrebbe cambiare con la nuova inaugurazione – per donare alla comunità un albergo in linea con quelli che sono gli standard di lusso. La volontà è quella di collegare la struttura alberghiera con i nuovi campi da golf, così da poter ospitare i numerosissimi ospiti e giocatori che giungeranno per provare le 18 buche dell’impianto sannita.
Ma non è tutto: oltre a potenziare l’offerta alberghiera si punterà a creare uno spazio che possa offrire ricettività e al contempo divenire il cuore pulsante della comunità. Nella mente dei progettisti c’è la volontà di dare vita nell’enorme proprietà anche a spazi fruibili in ambito commerciale e sociale. “Abbiamo in mente – ha aggiunto Basile – di andare oltre la classica concezione di albergo e provare a rendere la struttura il cuore pulsante della città dal punto di vista economico e sociale, con la creazione di spazi di aggregazione e sale convegni. Una iniziativa imprenditoriale – ha sottolineato – di cui la città aveva bisogno, a nostro avviso, e che è in linea con gli altri investimenti che la nostra famiglia sta pianificando in città”.
Tra gli obiettivi c’è anche quello della valorizzazione dei talenti e dei prodotti del Sannio. All’Hotel, così come al campo dal golf, saranno utilizzati e promossi principalmente prodotti a km0 per quanto riguarda la cucina, con un progetto di bio-enogastronomia per entrambe le strutture. E restando in tema di food, c’è anche l’idea dell’apertura di un ristorante all’interno dell’hotel che possa ambire ad una Stella Michelin. “Siamo in trattativa con una promessa sannita del mondo cucina per dirigere il ristorante – ha commentato l’architetto –. Si tratta di una professionalità già affermata, che sta continuando a farsi conoscere sia in ambito nazionale che internazionale”.
I lavori, secondo le previsioni, dovrebbero partire entro l’anno: ” Al momento siamo ancora nella fase di progettazione”, che è stata affidata alla società Offtec, anch’essa guidata dall’architetto Basile. L’albergo, secondo i piani, non sarà chiuso durante la riqualificazione e si proverà a completare i lavori in successione.
“E’ un investimento importante – ha concluso Basile – e il nostro auspicio è che iniziative imprenditoriali come queste vengano accolte e salvaguardate delle istituzioni. Ogni tipo intervento da parte di un privato serio e che vuole fare sacrifici deve essere sostenuto, soprattutto, in un territorio come il nostro che si trova in un entroterra complicato. La sfida vera è creare investimenti ed attenzione prima della conclusione delle infrastrutture come la ‘Telesina’ o l’alta velocità. Se non sarà così, serviranno solo ad andare via più velocemente e qui non si fermerà nessuno”.