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Doveri e responsabilità del sindaco, a Benevento non spaventano: i candidati si dicono pronti alla sfida

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Lo chiamano il “mestiere più bello del mondo”, ma sono in tanti, soprattutto i diretti interessanti, a descriverne le criticità e la durezza: insomma l’altra faccia della medaglia.

Quello del sindaco è un ruolo di onori e oneri, spesso i secondi più numerosi e più rischiosi dei primi a fronte, secondo quanto rivelano numerose statistiche sul tema, di una indennità non adeguata o addirittura inferiore ad altri incarichi istituzionali.

Il problema è diventato ancora più evidente con le numerose restrizioni in termini di spesa pubblica, che dal Governo centrale si sono susseguite negli anni fino a rendere le casse comunali sempre più povere e talvolta inadeguate a fronteggiare le tante problematiche di carattere anche ordinario che attanagliano le città.

Forse è anche per questo che negli ultimi anni è diventato, almeno per le grandi realtà urbane italiane, difficile trovare disponibilità a ricoprirlo.

Nelle città medie e piccole le cose non vanno diversamente, ma sembra che predomini più coraggio almeno nel proporsi come guida di una comunità.

In particolare, a Benevento si assiste ad ogni tornata elettorale-amministrativa ad una proliferazione di nomi di candidati alla carica di sindaco, talvolta anche sproporzionati rispetto al numero degli abitanti. E’ stata eclatante nel 2001 e nel 2011 la presenza di sette candidati a sindaco con un seguito molto cospicuo di liste a sostegno.

Fatte salve velleità di partecipazione e ambizioni politiche e personali che spingono a candidarsi, il ruolo del primo cittadino, una volta assunto, può diventare motivo di numerose grane per chi lo ricopre.

Alle responsabilità e ai doveri che la Costituzione e il Testo Unico per gli Enti Locali agli artt. 50 e 54 prevedono, se ne sono aggiunte altre recentemente in ordine a materie di sicurezza pubblica, previste dal recente decreto del 2017, modificato e convertito nella Legge n.77 nel 2019, che ampliano le precedenti.

Proprio per le molteplici responsabilità – anche di tipo penale e individuale intrinseche al ruolo, e, in particolare, per alcune materie come la tutela dell’incolumità pubblica, il rischio che li espone all’occhio della magistratura è sempre dietro l’angolo. Da qui anche la richiesta da parte di un gruppo di consiglieri regionali del Pd del Piemonte di delimitare le responsabilità che gravano sui sindaci.

In estrema sintesi, l’art.50 del Tuel che prevede, tra le altre cose, le competenze del sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale, attribuisce al primo cittadino responsabilità in materia emergenza sanitaria e di igiene pubblica, degrado e incuria del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale, il decoro e vivibilità urbana; l’art.54 del Tuel norma le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale, in concorso con gli organi di polizia e in cooperazione con il prefetto per quel che riguarda la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico, che lo obbligano ad emettere provvedimenti e ad intraprendere azioni in relazione alla vigilanza, alla prevenzione e all’eliminazione dei gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica, l’integrità fisica e la sicurezza urbana, dell’emergenza ambientale connessa al traffico e all’inquinamento atmosferico o acustico, alla prevenzione della criminalità.

A Benevento sembra che tutti i rischi annessi al ruolo siano certamente ponderati dai candidati a sindaco e che essi non limitino l’entusiasmo di percorrere quella strada, seppure in salita. Anzi, in alcuni casi diventa anche una sfida avvincente.

Lo abbiamo chiesto direttamente ai candidati sindaci, Luigi Diego Perifano che guida la coalizione Alternativa per Benevento, Antonio Del Mese per Azione, ad Angelo Moretti a capo della coalizione ArCo.

Interpellato sul tema anche il sindaco uscente Clemente Mastella, che ha preferito rinviare la trattazione dell’argomento, che è stato sicuramente assai spinoso in questi cinque anni tanto da indurlo spesso ad agire in via prudenziale e preventiva, emettendo ordinanze “contingibili e urgenti” o provvedimenti per prevenire senz’altro pericoli all’incolumità ma anche eventuali e ipotetiche conseguenze di carattere penale – come spesso ha dichiarato in occasione di provvedimenti non sempre accolti con favore dalla popolazione, come ad esempio per la chiusura delle scuole o dei luoghi pubblici in caso di previsioni meteo non favorevoli, attirandosi allo stesso tempo il favore dei più giovani e l’ironia generale nei casi in cui quelle condizioni meteo previste non si siano poi verificate.

Per il candidato sindaco di ApB, Luigi Diego Perifano, che si dice “pronto e preparato ad affrontare tutte le conseguenze legate all’onore di essere primo cittadino e consapevole del paradosso che i sindaci sono i rappresentanti istituzionali meno tutelati fra tutti e questo a fronte di responsabilità enormi.”

“Indossare la fascia tricolore – spiega Perifano – dà l’opportunità unica di lavorare per migliorare le condizioni della tua città e la vita dei tuoi concittadini. La candidatura a sindaco risponde proprio alla volontà di fare qualcosa di utile per la comunità a cui mi sento di appartenere e che mi ha accompagnato lungo tutte le fasi più importanti del mio percorso umano e lavorativo.”

Sul paradosso delle responsabilità, il candidato spiega che “un parlamentare, che pure esercita la funzione legislativa assieme a centinaia di altri deputati o senatori, è più protetto di un sindaco che, invece, detiene competenze esclusive su materie vaste e delicate. Più che auspicabile, dunque, ritengo necessaria una riforma di sistema capace di fare chiarezza in un quadro normativo spesso confuso e incoerente, a tutela sia degli amministratori che dell’intera collettività: il rischio, infatti, è di avere governanti che non decidono per il timore di sbagliare e incorrere nella ‘censura’ della magistratura. L’impressione, però, complici anche alcune vicende giudiziarie dai risvolti discutibili, è che qualcosa stia per cambiare. Da segnalare, in tal senso, il lavoro svolto dall’Anci che ha stilato un documento ora all’attenzione del Consiglio dei Ministri. Tra le proposte, che condivido, c’è proprio l’intervento sui poteri di ordinanza sindacale, ai sensi degli articoli 50 e 54 del TUEL che delimiti la responsabilità, ai soli casi specificamente previsti dalla legge, di esercizio o mancato esercizio del relativo potere.”

Per il candidato a sindaco, Antonio del Mese, che offre una riflessione ampia anche sulla “responsabilità delle Procure e dei media nel far passare il messaggio di colpevolezza di un pubblico amministratore già nel momento in cui riceve un avviso di garanzia”, giungendo alla conclusione che “essere indagati non equivale ad essere colpevoli” e che per questo “dobbiamo passare dalla presunzione di colpevolezza a quella di innocenza.”

In merito alle responsabilità del sindaco che opera “spesso con un supporto di una burocrazia sottodimensionata, dal punto di vista quanti-qualitativo, in relazione agli obiettivi dell’Ente amministrato” , il candidato di Azione sostiene che “la legislazione è spesso di difficile comprensione e questo comporta un enorme rischio gestionale.”

Del Mese, che si dice “assolutamente e fermamente contrario ad una ipotesi di delimitazione delle responsabilità degli amministratori locali i quali già non hanno alcuna responsabilità politica”: ciò – spiega – “li renderebbe dei soggetti completamente “irresponsabili sotto ogni punto di vista, con grave nocumento per l’interesse pubblico, la legalità e la trasparenza del corretto agire amministrativo.”

Secondo Del Mese “gli enti locali vanno riformati per avvicinarne le modalità di gestione al modello privatistico, alleggerendo e semplificandone gli adempimenti anche in base alle dimensioni dell’ente locale da amministrare” e che “la Legge Severino va modificata considerato che un amministratore locale non può essere sospeso dalla carica per condanne in primo grado, non definitive, per abuso di ufficio.”

In ultimo, per il candidato sindaco di ArCo, Angelo Moretti, sebbene sia in corso da tempo “una sorta di bullismo istituzionale” in merito al tema delle responsabilità, guarda al ruolo di primo cittadino come una sfida che non spaventa:“Siamo pronti – dice – a prenderci tutte le responsabilità che servono per cambiare una città, le sfide non ci hanno mai spaventato, anche nel mondo dell’impresa fare innovazione come abbiamo fatto ha significato osare e battere terreni nuovi, ma non per questo ci siamo tirati indietro, e non abbiamo mai dovuto infrangere le regole per avere un successo sociale, porteremo la nostra determinazione in politica.”

“Quanto alle responsabilità addossate ai primi cittadini – aggiunge – sono convinto da tempo che sia in atto una sorta di “bullismo istituzionale” tra funzioni parlamentari nazionali e regionali e amministrazioni locali. I primi hanno tanti privilegi e nessuna responsabilità, i secondi hanno enormi responsabilità personali e pochissime protezioni sociali.” “Anche questo – conclude – mi spinge ad impegnarmi, per portare alla luce questa distanza della politica dai problemi reali delle persone.”

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