AMBIENTE
Questione Pini, De Iapinis: ‘Abbattere 350 alberi è attentato all’ecosistema’
Ascolta la lettura dell'articolo
“Tutti gli alberi potrebbero essere pericolosi. Tutti i palazzi potrebbero essere pericolosi, con i loro cornicioni. Tutte le abitazioni sono pericolose. Perché, statisticamente, gli incidenti domestici sono i più numerosi. Tutte le buche della città, non regolarmente manutenzionate, sono pericolose. Tutti i dossi, non manutenzionati, sono pericolosi. Tutte le alberature della Villa Comunale sono pericolose. Tutto è pericoloso. Bisognerebbe mettersi sotto una campana di vetro, lì sì che nulla è più pericoloso”. Così in una nota Ambner De Iapinis, ex amministratore di Benevento.
“E poi il primo cittadino, che ogni giorno è dappertutto (in cielo, in terra e in ogni luogo, nelle linee telefoniche, sotto i tappeti e nel ragù dei maccheroni), in questi mesi non si era mai accorto che lungo i marciapiedi della strada ospedaliera tutto era così sporco e tutto era pericoloso per le persone che transitavano a piedi in quelle zone.
E i dirigenti ospedalieri? Avevano mai fatto una segnalazione di pericolo agli organi preposti del rischio per i pedoni in quel tratto di strada?
Questa degli alberi da abbattere – prosegue nella nota – è diventata ormai una sorta di fobia ossessiva. Siamo ormai giunti a una pseudo-guerriglia psicologica urbana. Questa sindrome del massacro perseguita questa povera città che, dopo 100 anni, doveva aspettare questa Amministrazione per assistere a questo tentato scempio. Perché quegli alberi, per la totalità, sono sani. Vanno manutenzionati, ma sono sani.
A mio parere, abbattere 350 colossi di alberi a Benevento – conclude De Iapinis – è un attentato all’ecosistema di questa città (si tratta di un’area di migliaia di mq di verde), significa uccidere migliaia di uccelli che vivono e nidificano in quella flora e significa togliere ossigeno alla città, stravolgendo l’ecosistema di Benevento. La città si ponga una mano sul cuore e le coscienze si sollevino contro questa volontà di scempio”.