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SANNIO

Morcone, l’amministrazione: necessarie precisazioni su revoca finanziamento a scuola media

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“Gli ultimi giorni di luglio, dopo tre mesi di corrispondenza, a seguito di un esposto, sulla cui paternità non nutriamo dubbi, il Ministero dell’Istruzione ha revocato il finanziamento per la demolizione e ricostruzione della Scuola Media. Contro tale atto di revoca il Comune di Morcone sta facendo opposizione.

Per i “denuncianti” – scrive l’amministrazione comunale – è stato facile far risaltare la carenza di elementi che avrebbero dovuto invece essere sussistenti al momento della verifica del progetto effettuata durante il loro mandato e da noi ereditata.

Di tali mancanze sia noi amministratori che i dipendenti che hanno ereditato la gestione della pratica eravamo all’oscuro, tanto è vero che non abbiamo mai citato le stesse anche quando rilevavamo le altre criticità (vedi deliberazione di Giunta n. 6, del 3 luglio 2018 poi successivamente comunque annullata a seguito di approfondimenti dell’UTC).

Queste carenze – prosegue la nota – avrebbero potuto essere evitate se i nostri predecessori non avessero dato vita ad una corsa contro il tempo per concludere la gara prima della fine del loro mandato. E invece, il 7 novembre 2017, per non “perdere tempo”, hanno attestato alla Regione che il Comune era in possesso di un progetto esecutivo approvato e “validato” pur conoscendo l’anomalia della verifica “validata”.

Tale progetto di demolizione e ricostruzione della sola Scuola Media (escluse quindi scuola materna e palestra), sempre del 2017 e sempre dell’amministrazione Fortunato, sostituiva, senza nessuna autorizzazione regionale (ma questo, noi, all’epoca non lo sapevamo), quello del 2015 di ristrutturazione dell’intero complesso scolastico.

Sono stati prodotti atti “raffazzonati” per ottenere il finanziamento, con tanto di data, timbro e firma per poi denunciare questi stessi atti nel tentativo di indebolire l’attuale amministrazione. Come quei bambini che se non fanno gol portano via la palla.

Qui si gioca, però, con gli interessi delle future generazioni. Questa Amministrazione, consapevole, per senso di responsabilità, che nessuna battaglia politica vada condotta sulla pelle dei cittadini, ha cercato e sta cercando di “salvare” quel finanziamento, nella consapevolezza di quanto sia prezioso per la cittadinanza.

Pertanto, nel corso della nostra gestione, gli uffici: dapprima hanno revocato una gara affetta da gravi vizi procedurali (la bontà di quanto fatto è stata “sancita” attraverso la sentenza n. 1703/2019 del TAR che ha rigettato il ricorso della ditta riconoscendo la piena legittimità del provvedimento di annullamento della gara). E’ utile far capire ai cittadini che se quella gara non fosse stata revocata, le carenze in materia di verifica (che però allora non conoscevamo) che il Ministero oggi contesta ci sarebbero stati comunque e quindi il finanziamento sarebbe stato comunque a rischio (e non è detto che la vecchia amministrazione, perso il controllo sull’esecuzione dei lavori, non si sarebbe, allo stesso modo, autodenunciata, magari per creare squilibri di bilancio e sabotare l’azione della nuova maggioranza). Inoltre il progetto venuto fuori a seguito delle varianti proposte dalla ditta allora aggiudicataria rappresentava – quello sì- uno stravolgimento di quanto messo a base d’asta andando a configurare una struttura totalmente in acciaio; hanno risposto, punto per punto (senza ricevere controdeduzioni se non, dopo oltre un anno, al momento dell’avvio del procedimento di revoca cosa che quindi ha fatto sorgere, nella struttura comunale, durante tale lasso di tempo, fiducia nel superamento positivo delle questioni evidenziate), ai rilievi dalla apposita task force regionale(organismo di controllo delle procedure) relativi sempre ai progetti approvati dalla precedente amministrazione e vertenti su: mancato riscontro nel sopralluogo dell’edificio di ripristini e/o riprese di intonaco riconducibili a prove sui materiali e/o carotaggi compatibili con il livello di conoscenza LC2 attestato in fase di redazione della valutazione di vulnerabilità del 2015; interferenze/sovrapposizione del progetto dell’aprile 2017 con quello relativo ad un’altra struttura finanziata da destinarsi a micronido per bambini. Per risolvere l’interferenza avevamo chiesto, fin dall’estate del 2018 al Ministero di spostare l’edificio senza ricevere riscontro, al che abbiamo domandato alla Regione di poter spostare l’asilo nido (anche su tale finanziamento pende, dunque, la spada di Damocle della revoca, rischio, come è chiaro, presente sin dall’origine quando, maldestramente, è stato approvato, dalla vecchia maggioranza, il progetto di un fabbricato insistente su un’area dove ne insisteva un altro, parimenti oggetto di finanziamento); dimensionamento del nuovo edificio redatto mediante il D.M. del 75 per i soli alunni della scuola media anziché per una popolazione scolastica di 374 alunni (la task force si chiedeva come fosse possibile che si fosse proceduto con un progetto relativo alla sola scuola media quando, il progetto approvato dalla Regione nel 2015, riguardava anche gli alunni della scuola dell’infanzia; i firmatari degli esposti tra l’altro cercano di attribuire questa variazione del progetto del 2015, intervenuta nel 2017, alla nuova amministrazione anziché a quella che in tale anno governava); mancanza del parere dell’ASL e dei VVF territorialmente competenti; hanno bandito una gara sul medesimo progetto messo a base d’asta dalla vecchia amministrazione, inconsapevoli delle anomalie di verifica e validazione sullo stesso effettuata, con tanto di firme e timbri, dai nostri predecessori (tutte anomalie che il Ministero sottolinea nel suo provvedimento di revoca e che la minoranza ha evidenziato in verde nel suo post su Facebook per cercare di far credere che fossero carenze addebitabili alla nuova amministrazione anziché a loro) e nel convincimento, invece (convincimento che permane tuttora) che le necessarie migliorie al progetto richieste ai partecipanti non hanno stravolto il progetto.  Giova rilevare che anche questa gara è stata interessata da una sentenza del TAR ( la n.00631/2020) che ha respinto il ricorso di una ditta che lamentava delle irregolarità rivelatesi, secondo il Tribunale, insussistenti e che gli autori del famoso esposto hanno, con esso, cercato di suggestionare il Ministero con illazioni di infimo ordine su fantasiose preferenze di alcuni amministratori per alcuni concorrenti. Con la solita tecnica del telegramma anonimo (la cui autrice è però ben conosciuta ai morconesi) veniva preannunciato il vincitore (tecnica in molti altri casi, dove non veniva indovinato il vincitore,  miseramente fallita) individuato attraverso elementi ufficiali che facilmente rendevano prevedibile l’esito della contesa (un po’ come se qualcuno alla vigilia dell’ultima giornata del campionato di calcio avesse preannunciato di sapere che la Juventus avrebbe vinto lo scudetto); hanno inviato, a seguito dell’aggiudicazione della gara e dell’inizio dei lavori, la richiesta al Ministero di anticipare le somme finanziate, caricando sul portale ministeriale tutta la documentazione in possesso del Comune, la gran parte della quale redatta durante il mandato Fortunato. A seguito di tale richiesta il Ministero invitò l’Ente a integrare quanto inviato, con copia dei pareri inerenti al progetto 2017, mai detenuti dalla vecchia amministrazione, la cui assenza, segnalata nei famigerati esposti (ancora un caso di autodenuncia!), ha dato il via al procedimento di revoca.

Alterative a quanto fatto durante il nostro mandato non c’erano – prosegue l’amministazione comunale – e il Ministero prende un abbaglio quando scrive che, rispetto alle carenze del progetto il Comune “avrebbe dovuto rappresentare al Ministero e alla Regione le criticità riscontrate sottoponendo un nuovo progetto”, perché l’unico modo possibile oltre che legittimo è quello intrapreso, come stiamo dimostrando in Tribunale,  e non si poteva ricorrere all’ipotesi di cui al’articolo 4, comma 8, del DPCM 12 ottobre 2015 citata a sproposito nel suo provvedimento senza che ne ricorressero minimamente i presupposti. Se questa amministrazione avesse agito come suggerito avrebbe certamente perso il finanziamento scegliendo una strada sicuramente sbagliata seppur più comoda anche perché sarebbe stato più facile in quel momento addebitare le colpe alla precedente amministrazione. 

Alla speculazione politica abbiamo, quindi, preferito anteporre la soddisfazione dei bisogni dei Morconesi seguendo, in vista di un interesse più alto, un percorso meno comodo la cui piena legittimità  non è stata compresa  dal responsabile ministeriale del procedimento incorso in traveggole formalistiche ancora più abnormi ora che, rispetto ai nuovi interventi di edilizia scolastica, il legislatore, nell’ambito delle misure anti-Covid,  ha dato addirittura pieni poteri ai sindaci perfino per la rielaborazione e approvazione dei progetti, al fine di dare prevalenza alla necessità di garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico rispetto a futili questioni burocratiche che da anni bloccano l’Italia.

Questa è la linea che abbiamo scelto, sul canile, sulla scuola, sul Centro “Universitas”: cercare di risolvere i problemi e non “sparare a zero” contro chi quei problemi li ha causati, perché ciò avrebbe avuto l’unico effetto di privare la cittadinanza di spazi e progetti da cui invece dovrebbe trarre beneficio oltre a costringere il Comune al dissesto perché la logica conseguenza sarebbe stata quella di dover restituire i finanziamenti ricevuti. La stessa linea che abbiamo deciso di “adottare” – conclude la nota – nel dare la disponibilità a tutti di poter fare cose (manifestazioni, eventi ecc.) nell’interesse del paese, nella consapevolezza che ci sono delle strade che non si incontreranno mai!!! Ma noi amiamo veramente Morcone, amministriamo nell’interesse del paese e cerchiamo in tutti i modi possibili di rivitalizzarlo”.

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