CULTURA
Bosso e l’Orchestra Filarmonica di Benevento accendono di poesia il Teatro Romano
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Il suono poetico, in crescendo e quasi ipnotico degli archi protagonisti della sinfonia n.2 “Sotto la voce degli alberi” ha aperto il concerto evento al Teatro Romano di Ezio Bosso che ha diretto l’Orchestra Filarmonica di Benevento a conclusione dell’edizione 2019 del Festival del Cinema e della Televisione di Benevento.
Il brano coinvolgente e trascinante, composto dal direttore d’orchestra e dedicato agli alberi e al rapporto che gli uomini hanno con loro, è stato la premessa di uno spettacolo sin dall’inizio dirompente, che ha emozionato il folto pubblico presente e che ha voluto raccontare attraverso la musica la forza della resilienza, della volontà di cambiare il destino, di aggrapparsi alla memoria, radice e via per la libertà per Bosso.
Ed è alla memoria che affida la sua magistrale conduzione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento: senza spartito, come è sua abitudine, appassionato e appassionante, Bosso ha trascinato esecutori ed ascoltatori in un viaggio che ha messo al centro Beethoven, che ha sempre definito il suo padre musicale, con la Sinfonia n.5 nei suoi quattro movimenti, incantando tutti per oltre mezz’ora e trasmettendo quello che per lui è sempre stato Beethoven: simbolo di libertà e genio della musica capace di cambiare il proprio destino.
Un concerto tutto dedicato al muoversi interiore ed esteriore, un andare avanti e indietro nel tempo per trovare il proprio tempo e che ha raggiunto l’apice con il Bolero di Ravel, che Bosso ha definito “la visione di una società ideale in cui gli uomini e le donne smettono di lavorare e tornano ad amarsi. Quella società ideale che per Bosso anche l’Orchestra Filarmonica rappresenta nella sua capacità di cambiare il proprio destino e quello del territorio e che per questo, come gli alberi, deve essere curata e tutelata.”