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Povertà, al Centro la Pace incontro con il professore Luigino Bruni

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“Al ‘Centro la Pace’ dopo il pranzo di fraternità con i poveri, tenuto in risposta all’ appello di Papa Francesco e in collaborazione con le varie Associazioni caritative della città, ci si è ritrovati tutti insieme per riflettere sul tema: ‘Le sfide della povertà nella società di oggi’”. Così in una nota per raccontare la manifestazione dello scorso 4 gennaio, Elena de Socio.
“Il dialogo dei relatori – si legge nella nota – ha promosso un autentico confronto esperienziale interreligioso rispondente alle attese del cuore , capace di stimolare riflessioni interiori, soprattutto, a proposito di una nuova cognizione sul concetto di “Povertà”, chiaramente ben più profonda di come è comunemente intesa; tale consapevolezza necessariamente mette in moto il proprio “Io”, inducendo, così, a rivedere il proprio comportamento.
“E’ utile mettersi insieme per creare cooperative, bisogna costruire ospedali, scuole, imparando ad amare il proprio lavoro; è importante restaurare rapporti di fiducia e né corruzione, né usura o quant’altro può bloccarci per migliorare il sistema. Siamo chiamati a costruire un’arca come Noè, per salvare anche uno solo!”- sostiene il Prof.re Luigino Bruni. Certamente, si è concordi all’invito a lottare per reagire alla mentalità di oggi sostenitrice di una” povertà colpevole”. Molto significativi i riferimenti culturali a personalità del passato, in particolare, ad alcune della Sacra Scrittura nell’ Antico Testamento. In effetti-afferma il prof. L. Bruni – vari sono i volti della povertà e solo chi è povero può aiutare un altro povero,” citando Sant’ Egidio . Non si può non riconoscere la verità positiva di una povertà esistenziale che educa,inevitabilmente , alla consapevolezza della precarietà della vita. Imparare , dunque , a vivere, ad ammalarsi e a morire come un tempo; saper apprezzare la musica, l’ arte, la lettura e quanto offre la vita per arricchirci interiormente: oggi, purtroppo, c’ è povertà interiore! C’ è anche una povertà che è di chi si trova a nascere in una famiglia sbagliata caratterizzata da conflitti e separazioni oppure vi è quella di essere schiavi del proprio lavoro e spesso manca la consapevolezza di una concordia civile , al di là della propria posizione partitica; c’è per fortuna una “povertà scelta” che è espressione di un modo più bello di vivere : liberarsi delle cose! Si è chiamati per un di più , per beni invisibili, ma importanti.
Qualunque scelta faranno i nostri politici per il futuro di tutti noi, rispondano prima – “per favore” alla sola domanda che conta: ciò che sto scegliendo è per il bene dei poveri? E nelle scelte che faccio sono io stesso così povero da anteporre il bene comune al mio e a quello del mio gruppo di potere? Rispondere onestamente a queste domande è l’inizio di nuovo amore alla povertà come stile di vita! A noi la decisione!”.