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CRONACA

Rocca dei Rettori, nuovo atto vandalico: divelta colonna di pietra di epoca romana

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Ennesimo atto vandalico ai danni del patrimonio monumentale beneventano di proprietà della Provincia.

Ignoti hanno divelto una colonna di pietra di epoca romana collocato a circa 1,90 mt. di altezza, su un barbacane, costituito appunto da materiale lapideo di diversa provenienza epocale, ma addossato al torrione longobardo della Rocca dei Rettori, nel suo lato est che insiste su piazza IV Novembre di fronte all’ingresso principale della Villa Comunale.

Il frammento, lungo 94 cm., alto 30, profondo 15, faceva parte di un qualche edificio di oltre duemila anni or sono, distrutto in un momento imprecisato della storia cittadina, ma raccolto ed utilizzato quale antemurale del Torrione di Porta Somma (come si faceva solitamente nei tempi andati).

4Qualcuno, ritenendo che non stava bene dove stava, ha deciso di “svellerlo” lasciandolo poi sul marciapiede di piazza IV Novembre non potendo trascinarselo a casa probabilmente a ragione del suo notevole peso.

E così stamani i dipendenti della Provincia, rinvenuta la pietra abbandonata, l’hanno raccolta e depositata all’interno delle Mura nei Giardini della Rocca, in prossimità del cosiddetto “angolo romano” degli stessi. Si sta al momento valutando come rimettere al suo posto il frammento lapideo.

Peraltro, va notato che nella nottata sono stati distrutti – forse definitivamente – i totem (tutti moderni, ovviamente) indicatori posti all’ingresso del Museo Arcos a pochi metri dalla Rocca dei Rettori.

Il presidente della Provincia Claudio Ricci ha commentato così l’accaduto: “Fa rabbia pensare che, mentre ci sforziamo di tenere curata la Rocca dei Rettori, aprirla al pubblico, promuovere esposizioni artistiche, eventi culturali, collaborare ad esempio con il FAI perché il monumento rientri delle Giornate del FAI, ci sia qualche idiota che passi il suo tempo a compiere atti del genere.

Chi manifesta la sua frustrazione e le sue turbe psichiche merita comunque tutta la nostra pietà, la nostra compassione e le nostre fervide preghiere. Noi però non arretriamo di fronte a queste avversità e a questi malanni. Non lasceremo nulla d’intentato per valorizzazione ed onorare il nostro patrimonio”.

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