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Interruzione Volontaria di gravidanza e violenza, continua la battaglia di “Non una di Meno”

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“Come gruppo Non una di Meno Benevento, lo scorso otto marzo, avevamo fatto richiesta di incontro al Direttore Sanitario dell’Ospedale Rummo di Benevento, Mario Iervolino, e al Direttore dell’unità complessa di Ostetricia e Ginecologia, Gennaro Trezza, per approfondire e chiarire la situazione del servizio di Interruzione Volontaria di gravidanza svolto presso la struttura pubblica. Ad un mese dalla richiesta nessun appuntamento è stato fissato, nessuna spiegazione è stata data, nessuna parola è stata pronunciata sulla questione. C’è stata solo una telefonata di “rassicurazione” sul fatto che il servizio di IVG era stato ripreso grazie alla famosa convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale che garantisce il servizio per 12 ore settimanali.
Rinnoviamo l’invito ad un incontro – scrive la Rete Non una di meno di Benevento – per avere delucidazioni sulla qualità del servizio e sul tempo di attesa tra certificazione e intervento. E come già ribadito richiediamo precisazioni su come la struttura ospedaliera può agevolare la donna nella fase di prenotazione in base all’urgenza dell’intervento, cioè in base all’epoca di gravidanza , reclamiamo chiarimenti sul tipo di interruzione che verrà garantita e su come in due giorni alla settimana si organizzeranno i tempi di attesa tenendo presente che gli stessi non dovrebbero superare i 7/10 giorni dalla data del certificato, al fine di diminuire l’età gestazionale.
Auspichiamo nella disponibilità del Direttore Sanitario e di tutta la struttura ospedaliera pubblica ad incontrare una nostra delegazione e di assicurare idonea accoglienza, dignità e privacy alla cittadina italiana o straniera che deve sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza.
Ribadiamo la necessità di riportare al centro l’autodeterminazione e il sapere ostetrico e ginecologico femminista. L’aborto è un diritto nella vita di una donna. Una donna che si ritrova oggi ancora discriminata, non solo tra le mura domestiche, ma anche negli ospedali, sul posto di lavoro e purtroppo anche nei tribunali. Le ultime intollerabili vicende da Torino a Bari, provano che la violenza sessista viene costantemente legittimata e perpetrata da sentenze che non credono alle parole delle donne e le trasformano da parte lesa a parte imputata.
Anche noi il 12 aprile alle ore 12:00 – conclude la nota – saremo davanti al tribunale di Benevento per dire basta alla violenza sessista e maschilista che viene legittimata e compiuta anche dai Tribunali. L’ iniziativa prende spunto dalla sentenza emessa il 15 febbraio 2017 che assolve con formula piena Massimo Raccuia, tra le motivazioni che la donna che lo ha denunciato per violenza e stupro avrebbe detto “basta”, ma senza urlare. Di fronte a ogni donna violentata e offesa siamo tutte parte lesa”.